Post

Visualizzazione dei post da 2016

Le molte facce del "potere"

Immagine
Liliana Cosi durante le prove della sua compagnia Molti coltivano il desiderio di governare, educare, insegnare, gestendo  il “potere con” gli altri e non “sugli altri”. La visione del “potere con”, pur essendo generalmente condivisa è a volte difficile da praticare, perché non sempre abbiamo ricevuto le informazioni, il linguaggio e l’educazione  necessarie per realizzarla. Avere “potere con” ci richiede l’apprendimento di numerose competenze: la capacità di valorizzare e gioire delle differenze, una comunicazione che permetta di creare relazioni basate sulla fiducia e sul rispetto reciproci, la consapevolezza dell’interdipendenza tra tutti gli esseri umani. Gestire il “potere con” ci richiede un linguaggio basato sulla forza della vita presente in ognuno di noi, un linguaggio collegato ai nostri bisogni e ai nostri sentimenti. La chiarezza e la forza che derivano dal collegamento  con i propri bisogni e valori possono essere faticosi da raggiungere ma ci permettono di

Erri de Luca: Quale il nostro destino?

Immagine
Erri de Luca Molto del destino di ciascuno dipende da una domanda, una richiesta che un giorno qualcuno, una persona cara o uno sconosciuto, rivolge: d'improvviso uno riconosce di aspettare da tempo quella interrogazione, forse anche banale, ma che in lui risuona come annuncio, e sa che proverà a rispondere ad essa con tutta la vita. Erri de Luca

Papa Francesco:La non violenza stile delle nostre relazioni

Immagine
Papa Francesco Che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali. Quando sanno resistere alla tentazione della vendetta, le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme. Papa Francesco

Alessandro D'Avenia: Andare oltre i muri della classe

Immagine
Alessandro D'Avenia Un momento straordinario quello dell’appello, in classe, in cui ognuno si sente finalmente  “chiamato”. Davanti a me vedo i volti belli, pieni, lunari ed acerbi dei miei alunni che sono tanti, perché io non mi  accontento di una classe chiusa di 25-30 ragazzi. E non capirò mai quell’insegnanate o quel preside che pretendeva di ridurre il numero dei propri studenti. Io voglio andare oltre i muri della classe, parlare della poesia a tutti gli alunni possibili: cercare assieme a loro la luce in mezzo all’ombra, l’infinito oltre la siepe. Tentare di edificare in alto le fondamenta della propria casa, entrare in quello spazio interiore dei ragazzi dove c’è un sacco di lavoro da fare.  Alessandro D’Avenia da Avvenire 4 dicembre 2016, Massimiliano Castellani, D'Avenia: Faccio L'appello con il mio Leopardi, 
Immagine
vita scolastica Quando diamo ai bambini e ai giovani studenti la possibilità di sperimentare relazioni basate sul rispetto e l’attenzione reciproca, non solo promuoviamo il loro benessere, apprendimento e crescita personale; sosteniamo anche il passaggio verso una società meno violenta, più equa, più attenta e veramente democratica. Riane Eisler

In ospedale: la persona al centro

Immagine
Michel Teboul In ogni rapporto, quando si dà all'altro  tempo, ascolto rispettoso, attenzione sincera, lo si aiuta a trovare in se stesso la forza, la potenza, il positivo che c'è in lui. Allora anche lui cerca di dare il meglio di sé e ognuno ci guadagna.  Concretamente nel mio lavoro di medico cerco di mettere l'uomo o piuttosto la donna ( essendo ginecologo-ostetrico) al centro della mia prassi. Quando nell'ambulatorio ho davanti a me una paziente, cerco di darle tutto il tempo di cui ha bisogno, e durante quel periodo lei sola esiste per me...stabilendo così un vero dialogo con lei, accettando di non rifugiarmi nell'atteggiamento dettato dalle sole mie conoscenze scientifiche, per vivere la sua dimensione onde poterle dare sicurezza. Michel Teboul da Michel Teboul, In Ospedale la persona al centro, Centro del dialogo con persone di convinzioni non religiose del Mov. dei Focolari 2001

'Prayer of the Mothers

Immagine
La preghiera delle madri ebree,  musulmane e cristiane In Israele è avvenuto un piccolo grande miracolo quasi  completamente ignorato dai Media: migliaia di donne ebree, musulmane e cristiane hanno camminato insieme in Israele per la pace. Nel nuovo video ufficiale del movimento Women Wage Peace, la cantante israeliana Yael Deckelbaum canta la canzone Prayer of the Mothers , “La preghiera delle Madri” , insieme a donne e madri di tutte le religioni, mostrandoci che la “musica” sta cambiando e deve cambiare. Un miracolo tutto femminile che vale più di mille parole vuote ed inutili. Shalom Salam Pace

Sting: Sono un agnostico curioso

Immagine
Sting Sono un agnostico curioso di sapere perché siamo qui…Ho perso molti amici quest’anno, Prince, Davide Bowie, Alan Rickman. Erano tutte icone culturali e il bambino che è in noi rimane scioccato dal vedere che anche loro sono mortali. Come me…Credo che siamo noi a creare dio: non credo che lui, o lei, esista fuori dall’immaginazione. Se sei arrabbiato, amareggiato e vendicativo, quello è il tuo dio. Se sei gentile, delicato e bilanciato, il tuo dio è questo. Bisogna stare attenti al dio che ci creiamo, perché diventa reale…Inshallah [1]   è una parola bellissima, un espressione di coraggio e speranza che si dovrebbe sentire di più. Io non offro una soluzione politica al problema dei rifugiati, ma credo che se una soluzione c’è, deve essere radicata nell’empatia. Abbiamo idea di cosa significhi essere un rifugiato, trovarsi su una barca e sperare di arrivare a Lampedusa? O come ci si senta a scappare da una guerra, dalla povertà o, tra poco dagli effetti del cambiamento clima

Mariapia Bonanate: Quando la pace rischia di diventare una parola vuota

Immagine
Mariapia Bonanate La pace può e deve partire proprio dai territori più travagliati, in crisi, perché più sensibili all'esigenza di quella pace  senza la quale non c'è un presente e neppure un futuro, ma solo una drammatica sofferenza. Richiamare questa esigenza è fondamentale, soprattutto se la si coniuga con la solidarietà. Per raggiungere, poi, "il bene comune” sono necessari quei percorsi fondati sulla centralità della persona, sull'importanza dei rapporti fra gli individui, sul dialogo, sulla convergenza d'intenti e di opere, sull'urgenza di un incontro fra i popoli...  Possiamo intanto, nel presente, contribuire, poi, col nostro lavoro, a lavorare "per una cultura per la vita". Ossia per un pensiero che parta dalla realtà,  dallo stare con la gente e in mezzo alla gente, senza barriere fra le "diversità", per individuare e dare voce alle necessità di una convivenza pacifica, basata sull'aiuto reciproco, sul fare i

Essere continuamente nuovi

Immagine
Giovanni Vannucci Essere continuamente nuovi ma non di una novità che nasce dalla nostra fantasia e dalla nostra immaginazione, di una novità che nasce dalla nostra partecipazione sostanziale, equilibrata, forte, coraggiosa, alle parole grandi, di vita, che ci sono state consegnate. Giovanni Vannucci

Solo l'amore risulta credibile

Immagine
Benedetto XVI Alla fine, solo l'amore è degno di fede e risulta credibile.   Benedetto XVI

Donica Omari: Dialogo e valori in Albania

Immagine
Donika Omari Il  dialogo, per noi albanesi, ha una grande importanza, aiuta a formare la personalità della gente, a riacquistare i valori perché durante la dittatura molti valori sono andati persi...I nostri giovani stanno diventando capaci di organizzare e di dirigere essi stessi i loro incontri, di prendere  delle iniziative. Intanto cominciano a dialogare anche su agomenti delicati a causa di una mentalità mschilista, radicata da secoli nelle nostre montagne, sui rapporti tra uomo e donna,  In tali discussioni si può constatare che il conservatorismo rimane in minoranza. E' un influenza reciproca: il dialogo porta all'apertura, l'apertura al dialogo.  Il processo è lungo e difficile, ma ogni passo avanti è da apprezzarsi come una speranza per il futuro, speranza di unità e di pace. Donika Omari da Solidarietà in Albania, dagli atti del convegno Il dialogo per la pace del centro del dialogo del Mov. dei Focolari

Claudio Magris: la legge, da sola, non basta

Immagine
--> Claudio Magris La ribellione alla legge, esercita, spesso, maggiore fascino della sua osservanza. Quest’ammirazione è giusta e doverosa nei confronti di chi insorge contro una legge iniqua: si venerano come eroi e martiri i fratelli Scholl o il teologo Bonhoeffer che, come Antigone, si sono ribellati ad una legge di uno Stato – quello nazista – che calpestava l’umanità e in questa ribellione hanno sacrificato la loro vita. Qualunque cosa pensiono i cinici e i realisti da strapazzo, i quali credono che basti avere pochi scrupoli per essere dei Machiavelli e conoscere la verità effettuale delle cose, se il mondo non perisce lo si deve, in buona parte, a chi sa sentire la voce delle “non scritte legge degli dei” e obbedirle, qualsiasi ne siano le conseguenze e qualsiasi cosa proclamino i legislatori del momento. La legge, da sola, non basta, neppure se formalmente ineccepibile; a una società giusta occorrono – come si dice e si ripete spesso da più parti – valori eti

Riane Eisler: Non si educa con la paura e con la forza

Immagine
Riane Eisler Ci rendiamo sempre più conto che gli attuali sistemi educativi non preparano i bambini ad affrontare  le nuove sfide del 21° secolo. E' necessaria una vera riforma nell'educazione se vogliamo che i bambini di oggi e di domani vivano in un mondo che sia più pacifico, equo e sostenibile.  Abbiamo bisogno di un educazione che arricchisca  la vita, un educazione che prepari i bambini ad apprendere, nel corso della vita, a relazionarsi bene con se stessi e con gli altri, ad essere creativi, flessibili, aperti, e a praticare l’empatia non soltanto nei confronti dei propri cari, ma di tutta l’umanità. Arricchire la vita – allargare le nostre menti, i nostri cuori, i nostri spiriti – dovrebbe essere lo scopo dell’educazione. Purtroppo, però, l’educazione tradizionale ha spesso imprigionato la mente, il cuore e lo spirito dell’uomo, anziché liberarli. Ha ostacolato la nostra naturale curiosità e gioia di apprendere, ha soffocato il desiderio di conoscere ed il pe

"Così è la vita" di Concita DeGregorio

Immagine
Concita De Gregorio Per riuscire a censurare la morte – nasconderla a noi stessi, agli altri, a una società intera – è necessario prima censurare la vita. Levando dalla vita le tracce della fragilità, della malattia e della vecchiezza: le tracce del tempo. Ma questa sorte di sterilizzazione della vita – questo prosciugare umori, lacrime, cicatrici, rughe, malattie, dolore – la dissecca, la immiserisce. E finisce per toglierci, a conti fatti, molto di più di quanto la morte ci leva. Questo, in estrema sintesi, è il succo del nuovo libro di Concita De Gregorio, che si chiama Così è la vita (Einaudi Stile libero). E’ un libro breve e potente, ma soprattutto è un libro contagioso. Perché la sua forma aperta…è così coinvolgente da costringere il lettore a riaprire i suoi cassetti e a rifare i suoi bilanci, in tema di morte e di morti. A rivedere volti e case, a ricordare cerimonie e gruppi umani raccolti a salutare qualcuno, a levare i sigilli a quell’urna invisibile nella q

David Grossman: Crescere oggi è dura

Immagine
lo scrittore David Grossman Crescere oggi è dura. Quando ero bambino e giovane genitore, i limiti erano più chiari. C’era una gerarchia, con i genitori, gli insegnanti e più tardi l’esercito. Un centro del mondo chiaro. Forse era un’illusione che dava stabilità. Ora tutto è saltato. E i bambini avvertono la fragilità degli stessi genitori, che sono bambini anche loro. Mi chiedo come si comporteranno quando avranno trent’anni. Il mondo è così crudele, e tutta questa ferocia arriva sulla TV e sul computer. Difficile proteggere l’innocenza dei figli così esposti alla violenza. Devi combattere. Internet è uno strumento meraviglioso. Ma quando un bambino vi approda e come se entrasse nella giungla. E’ un dovere genitoriale proteggerlo, accompagnarlo….Un bambino è un ambino dovunque. Solo più tardi arriva l’ansia per il terrorismo e si deve insegnargli a evitare  i posti pericolosi, sostenerlo quando saprà che un giovane è stato ucciso in guerra. Mostrare la realtà a degli occhi innocen

Luigina Battistutta: Come alleviare la fatica del vivere

Immagine
Luigina Battistutta “Chi pensa che tutto resti immobile s’inganna, perché nulla rimane in realtà uguale a se stesso…Dopo il dolore e la delusione, nel cuore rimane ancora qualcosa di tenero e di gentile. Ogni incontro o esperienza fatti insieme non ci privano di qualcosa, anzi ci arricchiscono e così rimane per sempre il bene che si è fatto o ricevuto. E questa briciola di bene che resta dopo tutto…può ancora alleviare la fatica del vivere e l’esistenza di chi ci è adesso vicino” Luigina Battistutta da Il Mercante delle Alpi di Luigina Battistutta,2011, Edizioni Santi Quaranta

Claudio Morandini: Quale dialogo tra lo scrittore e il lettore?

Immagine
Claudio Morandini Viviamo in tempi in cui la comunicazione sembra essersi ridotta a slogan, a aforismi messi insieme senz’arte, strillati e ripetuti finché non suonano veri. Per questo sento che c’è ancora e anzi sempre più bisogno di letteratura, cioè di uno spazio aperto di contatto e confronto, in cui ci si confronta con l’altro e il diverso, e si può correggere la propria propensione al dogmatismo e alle scorciatoie troppo facili. Niente è davvero facile e diretto in letteratura, almeno in quella che intendo io, il percorso resta imprevedibile, i caratteri sfuggenti, i temi scivolosi, mancano le conclusioni definitive, tutto è flessibile, relativo. L’autore non vi si aggira come una divinità spietata o come un campionissimo degli scacchi che ha già previsto ogni possibile mossa. E noi, da lettori, siamo messi dinanzi a una serie di punti interrogativi (ma nessun punto esclamativo ci farà innervosire o ci toglierà il piacere sofferto di provare ad azzardare una risposta, un seg

"Il coraggio non può mancarvi" di Chiara Lubich

Immagine
Chiara Lubich al Genfest di Roma 2000 Nel 2000 varie guerre   minacciavano il pianeta. I "giovani per un mondo unito" posero a Chiara alcune domande, e lei rispose sottolineando cose che ci sembrano attuali per l’oggi del mondo: Come è nata l’idea di un mondo unito. Come è cominciata questa avventura dell’unità? Carissimi, vi trovate insieme per condividere gioie, ansie e ideali, per riconsiderare ciò che può interessare, oggi, i vostri animi tutti protesi verso il nuovo millennio, che appartiene in modo speciale a voi, per raccogliere le vostre giovani forze e contemplare un sogno che può divenire   realtà: un mondo unito… Come è cominciata quest’avventura? E’ cominciata quando non io, ma un Altro lo ha voluto…Un giorno, tanti anni fa, abbiamo capito che su di noi, giovani di allora, vi era un disegno meraviglioso, un compito, quasi una missione: lavorare nella vita, che ci era data, perché tutti siano una cosa sola, mettendo in moto nel nostro e nell’

Piero Taiti: La farsa di una democrazia che viaggia sui cannoni occidentali

Immagine
Favelas e grattacieli Il mondo più ricco non può tacitare la propria coscienza, predicando la pace o ristabilendo l'ordine con forze internazionali per gli affamati, gli assestati, gli ignudi: il venti per cento della popolazione del pianeta che consuma l'ottanta per cento delle risorse mondiali fa oggettivamente un azione "terroristica" continua contro la pace. Né d'altra parte si può pensare che la democrazia possa viaggiare dilagando per il mondo sui cannoni occidentali... La pace può essere costruita, come pensava Giovanni XXIII, e come pensa la comunità mondiale più attenta e sensibile, sulla giustizia, sull'amore, e quindi su una più equa distribuzione della ricchezza. Piero Taiti Da Piero Taiti, Perché convergiamo uniti sul tema della pace,   Atti del Convegno In dialogo sulla pace, Centro del Dialogo del Movimento dei Focolari, Castelgandolfo

Unione Europea: Ci vuole più coraggio!

Immagine
Faruk Redzepagic   Le questioni sociali, culturali e spirituali rimangono alla periferia dell'interesse dei costruttori del processo di globalizzazione in Europa... Senza una globalizzazione dello spirito, l'Unione Europea è "un corpo senz'anima"... Facciamo un appello ai politici europei perché con più coraggio basino gli accordi politici sul fondamento della comune spiritualità e dei valori comuni, che sono sempre stati  f a ttori relativamente autonomi della storia europea... A causa della scomparsa del "pericolo comunista" il grande capitale - portatore dell'attuale processo di unificazione dell' E uropa - dimostra sia sul piano europeo che mondiale, i segni di una rinnovata sicurezza di sé, di un'avidità spesso senza scrupoli e di uno sfruttamento della classe operaia e dei bassi strati sociali della popolazione in tanti Paesi di tutto il mondo. In queste condizioni queste popolazioni tornano alle proprie radici spirituali per ce

Salvatore Settis:UNA SCUOLA CHE MORTIFICA LA DIVERSITA' E' UNA SCUOLA PERVERSA

Immagine
Salvatore Settis Il  lavoro intellettuale non si può quantificare o conteggiare. Tra i famosi “otium” e “negotium” non c’è soluzione di continuità. Un insegnante non deve essere valutato in base alle ore che fa di lezioni frontali. Chi le prepara? E il tempo che uno ci mette a prepararle chi lo conteggia? …Nessuno lo può conteggiare,  Ma ci rendiamo conto che col sistema assurdo dei crediti formativi all’università si pretende di conteggiare il tempo che ci vuole a imparare un certo libro? Magari un libro di cento pagine io lo posso imparare in due ore e lei in mezz’ora. Abbiamo un sistema di valutazione che mortifica la diversità tra gli esseri umani. Valutare in base alle ore presunte è una solenne sciocchezza. Questa è la vera perversione che sta facendo danni enormi, e ne farà sempre di più. Salvatore Settis da Linkiesta, Bruno Giurato, Salvatore settis, la buona scuola non è buona. E le competenze non servono, 7 febbraio 2016

Staino: Anche dal male può nascere qualcosa di nuovo

Immagine
Sergio Staino Nel 1977, rottura della retina dell’unico occhio sano che avevo.. All’ospedale di Trieste mi dissero che sarei rimasto al “buio”…Ero distrutto, per me era la morte civile. Ma è stato proprio in quei giorni che l’occhio, incamerando informazioni frammentarie, lavorava lo stesso  e mi ha permesso di ridisegnare la parte asburgica che avevo davanti al letto…Lavorando con sofferenza tra carta, lapis e pennino mi è venuto fuori un altro segno. Un segno mio, alla Grosz, ma che conquistato millimetro dopo millimetro è diventato il segno di Staino. Allora ho capito che anche dal male può nascere qualcosa di nuovo e forse anche più bello. Staino da Massimiliano Castellano, Staino, il senso è nel segno, Avvenire  30 ottobre 2016

Scuola: Mai etichettare i bambini!

Immagine
Kenneth Clark (1914-2005) Nel 1965 lo psicologo-pedagogista  Kenneth Clark scriveva questa sua riflessione sul sistema scolastico  americano. Anche se non è (ancora) la situazione del sistema scolastico  europeo, riteniamo opportuno riflettere su d essa per tenere alta la guardia e non rischiare di cascarci. Una volta che il sistema scolastico è stato organizzato in modo tale per cui i bambini sono divisi in livelli, in cui si giudicano le loro capacità ed in base ad esse si decide quello che viene fatto o non fatto, quello che viene loro insegnato oppure no, la cosa terribile è che il risultato sembra giustificare le premesse. L'utilizzo di test di intelligenza per etichettare i bambini per la vita, per definire un'educazione basata su livelli di abilità e sul raggruppamento dei bambini in classi omogenee, impone nelle nostre scuole statali una gerarchia sociale intollerabile ed antidemocratica, che contraddice gli scopi originari dell'educazione pubblica...Le pat

Rinnoviamo la nostra mentalità

Immagine
"Cresce la coscienza dell'eminente dignità della persona umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e inviolabili. Occorre perciò che sia reso accessibile all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana, come il vitto, il vestito, l'abitazione, il diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all'educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso ... Per raggiungere tale scopo bisogna lavorare al rinnovamento della mentalità e intraprendere profondi mutamenti della società." (Gaudium et Spes 26)

E' possibile una convivenza pacifica nelle nostre città?

Immagine
Russi (Ravenna) Italia Serpeggia una diffusa sfiducia nella possibilità di realizzare una convivenza pacifica nelle nostre città. Eppure c'è chi tenta di mettercela tutta. Riportiamo la testimonianza dell'amico Verter Barnabè. "Tutta la comunità civile di Russi, riunita in un'assemblea pubblica decise di dar vita ad  un "Comitato per la pace" che fosse espressione di tutta la città, per costruire una cultura di pace. In questi anni il Comitato ha cercato di essere innanzitutto un esempio di convivenza democratica, il che comporta scambio di opinioni, tentativo di creare insieme  obiettivi di lavoro e di realizzarli, profondo rispetto per le idee e le militanze degli altri. Percorsi politici diversi convivono così e tentano di costruire una pace per tutti, sicuri comunque di aver trovato, almeno fra noi, la pace che ci lega. Inoltre abbiamo cercato di produrre iniziative che non si limitano a sollecitare l'emotività dell'opinione pubblica

Edgar Morin: il sistema scolastico va riformato

Immagine
Edgar Morin Il  compito della scuola è quello di aiutare gli studenti a "imparare a vivere". Certi insegnamenti non fanno parte delle discipline, ma permettono di integrarle. Non si possono scindere materie scientifiche e materie umanistiche. Einstein lo mostrava già ai suoi tempi. Era un globalista-matematico, pensatore, ingegnere, qualcuno che sperimentava i concetti. Adorava suonare il violino, “perdeva tempo” interessandosi d’arte, di politica…In questo senso il sistema di insegnamento meriterebbe di essere riformato. Edgar Morin

Francesco D'Assisi: Chi lavora con le mani, la testa e il cuore

Immagine
Massimiliano Varrese è Francesco d'Assisi nel Musical  LAmore quello vero "Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista." traduzione in francese "Celui qui travaille avec les mains est un ouvrier, celui qui travaille avec les mains et avec la tête est un artisan, celui qui travaille avec les mains, la tête et le cœur est un artiste" Francesco d'Assisi  Francesco D'Assisi

Papa Francesco: No alla guerra!

Immagine
Guerra in Siria Ci siamo posti in ascolto della voce dei poveri, dei bambini, delle giovani generazioni, delle donne e di tanti fratelli e sorelle che soffrono per la guerra; con loro diciamo con forza: No alla guerra! Non resti inascoltato il grido di dolore di tanti innocenti. Imploriamo i Responsabili delle Nazioni perché siano disinnescati i moventi delle guerre: l’avidità di potere e denaro, la cupidigia di chi commercia armi, gli interessi di parte, le vendette per il passato. Aumenti l’impegno concreto per rimuovere le cause soggiacenti ai conflitti: le situazioni di povertà, ingiustizia e disuguaglianza, lo sfruttamento e il disprezzo della vita umana.  Si apra finalmente un nuovo tempo, in cui il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli. Si attui la responsabilità di costruire una pace vera, che sia attenta ai bisogni autentici delle persone e dei popoli, che prevenga i conflitti con la collaborazione, che vinca gli odi e superi le barriere con l’incontro e il d

La favola del Porcospino.

Immagine
Durante l'era glaciale, molti animali morivano a causa del freddo. I porcospini, percependo la situazione, decisero di unirsi in gruppi, così si coprivano e si proteggevano vicendevolmente, però le spine di ognuno ferivano i compagni più vicini, giustamente quelli che offrivano più caldo. Per quel motivo alcuni decisero di allontanarsi dagli altri ma cominciarono di nuovo a morire congelati. A quel punto o sparivano dalla Terra o accettavano le spine dei compagni. Con saggezza, decisero di tornare a stare insieme. Impararono così a convivere con le piccole ferite che la relazione con un simile molto prossimo può causare, poiché la cosa più importante era il caldo dell'altro. E così sopravvissero. Morale della favola: La migliore relazione non è quella che unisce persone perfette, è quella dove ognuno impara a convivere coi difetti degli altri, ad ammirare le sue qualità ed ad avere bisogno sempre del suo fianco.

Budda: Il valore del silenzio e della parola

Immagine

Punto di partenza per il dialogo

Immagine
Ascoltandoci reciprocamente e fraternamente, abbiamo constatato la validità dei rispettivi valori; magari espressi in termini diversi ma fondamentalmente simili: quelli insiti per così dire nel DNA di ogni uomo, quali la fratellanza, la coscienza di appartenere all'unica famiglia umana, l'attenzione responsabile alla necessità dei propri simili. Abbiamo aperto gli occhi e il cuore ai tanti bisognosi ed emarginati in varie parti del mondo o addirittura nostri concittadini e abbiamo insieme, portato aiuto. Claretta Dal Ri - Arnaldo Diana da Le ragioni della convivenza, Atti del Comvegno Castelgandolfo 1-3 giugno 2001

Claudia Pin᷉eiro: Superare le liti

Immagine
Claudia Pineiro foto di Alejandra Lopez Com’è l’Argentina oggi? Un posto pieno di energia, ma con problemi che paiono eterni. Come le liti: politicamente o stai da una parte o stai dall’altra, non sono permessi punti di vista più articolarti. Poco a poco sta cambiando, per fortuna: non si può continuare così.  Questa intransigenza ha provocato rotture di amicizie, in qualche famiglia hanno smesso di parlarsi. Claudia Pin᷉eiro da Maria Laura Giovagnini, "Architetto omicidi fantasiosi ma sono (troppo) buona, credetemi"  IO Donna 10  maggio 2014

Joahn Galtung: Dal conflitto al dialogo

Immagine
Joahn Galtung Il conflitto è il motore del cambiamento e io lo  intendo in due significati opposti. Come pericolo ma anche come opportunità. Dal conflitto può scaturire un invito a cambiare attraverso il dialogo: cosa possibile se si ha un’immagine positiva del futuro. Dialogare significa crescere insieme, come quando pongo domande al mio interlocutore che stimolino al cambiamento e alla costruzione: non affronto, per esempio, chi ha in mano il potere in Myanmar accusando: Voi siete contro i diritti umani. La domanda che pongo è invece: come vede lei, signore, il Myanmar del futuro? Quale è il Myanmar dei suoi sogni? Come desidererà vivere  in futuro?... L’unione europea è sicuramente un buon modello, ma bisogna lavorare sui diritti  intrastatali. Sono quelli che mancano. Tutti devono poter vivere in un contesto dove poter soddisfare i bisogni fondamentali, dove ognuno possa votare e partecipare, e dove tutti possano vivere liberamente la propria cultura, che rapp

Riccardo Muti: Insegnare musica fa bene

Immagine
L’ignoranza della musica è ignoranza delle proprie radici e senza radici la pianta muore. Non posso che dispiacermi per il disinteresse verso la musica che mostra questo nostro paese. Ai bambini si insegna a cantare  “L’elmo di Scipio” e loro si chiedono: ma chi era ‘sto Scipio…" La musica è medicina dell’anima ed è fondamentale  per la società, perché mostra che specificità diverse possono convergere nello stesso punto…Quanti teatri ci sono in Lucania? Chi vuole fare musica nel Sud  deve affidarsi ai dischi, perché anche la televisione non ha attenzione per la musica sinfonica e le orchestre. Non è giusto…Nei Conservatori italiani si diplomano centinaia di ragazzi che poi non ce la fanno e vanno a afre altri mestieri…In Corea ci sono 30 orchestre. E’ ora di cambiare e ritrovare la fierezza di essere italiani e non per stupido nazionalismo, ma per la nostra storia. Riccardo Muti da Anna Bandettini: Muti: Insegnare musica fa bene al Paese, La Repubblica 10 giugno 20

Rosenberg: Nei rapporti, come stabilire una reale connessione?

Immagine
Marshall B. Rosenberg (1934-2015) Poco tempo fa ad un seminario, una madre molto preoccupata per il figlio che fumava, pensava che dovesse farlo smettere. Il figlio percepiva questa pressione e affermava che più sentiva l’intenzione della madre di farlo smettere, più aveva voglia di resistere. Ho mostrato alla madre la differenza tra l’avere come unico obiettivo quello di cambiare il comportamento del figlio e quello di cercare, invece, una connessione con lui, con i bisogni che lo spingevano a quel comportamento. L’obiettivo della madre aveva bisogno di trasformarsi, di passare dal tentativo di togliere qualcosa al figlio, al trovare un modo diverso dal fumo, più sicuro e salutare, che gli permettesse di soddisfare alcuni bisogni. Questo cambiamento richiedeva che la madre comprendesse quali erano i bisogni che il figlio cercava di soddisfare quando fumava… Il giorno successivo è tornata al seminario estremamente soddisfatta perché aveva avuto una qualità di connessione c