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Visualizzazione dei post da novembre, 2013

"Mia madre mi ha fatto nascere"

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Mia madre mi ha fatto nascere, mi ha nutrito e lavato, mi ha fatto crescere, mi ha educato ed amato; poi è arrivato il momento della vita in cui "la madre" ho dovuto essere io, nel senso del prendersi cura e dell'accudimento...Anche nel dialogo, ciascuno di noi è madre dell'altro in certe cose ed è, nello stesso tempo figlio dell'altro quando sta nella posizione di ascoltare. In questo senso c'è una maternità universale che anche noi  di convinzioni non religiose, ormai in certa misura condividiamo con chi ha convinzioni religiose. Piero Taiti da Atti del Corso di approfondimento per "amici del dialogo" tra persone di convinzioni diverse, Castelgandolfo 6-9 aprile 2006

Quale alternativa al mito del sospetto?

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Se intendiamo dialogare, dobbiamo concentrare tutta la nostra attenzione sull'uomo, e in particolare sul rapporto degli uomini fra loro, cioè di noi fra di noi e di noi con gli altri. Dobbiamo vivere il dialogo come alternativa al mito del sospetto, al mito della sfiducia e rivalità e della strumentalizzazione dell'altro...Nell'uomo c'è il bene e il male. Noi puntiamo sul bene, sul positivo in ognuno per rafforzarlo e sostenerlo, per ingrandirlo. Arnaldo Diana da Costruiamo insieme un mondo unito, Atti del Convegno 2-3 maggio 1992

"Abbiamo parole" di Gianni Rodari

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Abbiamo parole per vendere, parole per comprare. Andiamo a cercare insieme  le parole per pensare. Abbiamo parole per fingere, parole per ferire, parole per fare il solletico. Andiamo a cercare insieme le parole per amare. Gianni Rodari

Aver dentro di noi tutta l'umanità

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"In dialogo" al centro la Pace di Benevento L'umanità è fatta di credenti e anche di persone di convinzioni non religiose; se vogliamo veramente aver dentro di noi tutta l'umanità, il più possibile, allora il rapporto fra noi,  di convinzioni religiose e non, deve essere il più stretto possibile...Vogliamo assolutamente camminare insieme. Arnaldo Diana da Costruire insieme un mondo unito, Atti del Convegno 2-3 maggio 1992 Castelgandolfo (Roma)

Il cinema che vorremmo! di Maurizio Nichetti

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Maurizio Nichetti Io penso che la flessione continua del pubblico nelle sale cinematografiche sia dovuto al fatto che il cinema è diventato foriero di sofferenze per lo spettatore. Fino a quando il cinema lo divertiva, il pubblico andava. Nel momento in cui devi andare al cinema per soffrire non ci vai più. Einstein diceva che l’iimmaginazione è più importante della conoscenza. Ecco, riscopriamo la voglia e la passione di mettere nel lavoro valori positivi, e nel cinema non film di evasione ma di fantasia. E’ la lezione che ci offrono grandi maestri come  Chaplin, Keaton, Fellini con Tonino Guerra. E’ la grande lezione di Georges Méliès che, dopo aver fatto il cinema ai massimi livelli, quando gli va in fumo il suo mondo costruisce giocattoli. Nel nostro tempo di pessimismi e tristezze, ne veniamo fuori solo se ognuno si impegna, con passione, a fare bene il proprio lavoro, magari dotandosi di quel minimo di ottimismo che fa attenuare questa diffusa ansia sociale Maurizio Nic

Morire per la propria gente

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la tragedia delle Filippine Popoli affamati La  guerra in Siria “Lo scopo, il fine, il motivo per cui Gesù è venuto al mondo è tutto racchiuso in una frase: Morire per la propria gente . E, notate, Gesù non è morto per la sua gente che era innanzitutto il popolo ebreo e poi l'umanità intera, soltanto in croce. No: Gesù è stato sempre pronto a morire per la sua gente . La sua vita ne è lo specchio più luminoso... avvicinando e sanando storpi, ciechi, paralitici, rifiuto di quella società che vedeva nel dolore una conseguenza del peccato, avvicinando peccatori e peccatrici pubblici, donne di strada e ladri, sfamando gli affamati... Oggi i poveri, i ciechi, i morti, i peccatori... sono altri, hanno magari altri nomi: drogati, emarginati, handicappati, gente con visione parziale della vira, solo terrena, ad esempio, gente che odia, che propugna il delitto contro la vita di ogni età e l'immoralità più assurda; abbiamo i figli soli del divorzio, alienati spess

Aprire la nostra mente e il nostro cuore

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Massimiliano Varrese e Omar Sharif in "Fuoco su di me" Per avere un’opinione imparziale sulle cose, è  importante essere onesti verso se stessi. Rispettare il pensiero libero anche  quando contrasta con il tuo interesse. Poi, serve non soltanto una mente  aperta, ma anche un cuore aperto. Forse l’esempio di una madre che  assomigliava alla figura,   al femminile,   di "Padre Sergio" di Tolstoi, mi ha  insegnato a ricordare che si deve "entrare nella pelle dell’altro" per sentire ciò  che sente lui. Avremmo evitato chissà quante discordie, quante disgrazie  sociali, familiari ecc. se avessimo avuto come guida questo atteggiamento morale. Donika Omari da Elsa Demo, intervista a Donika Omari, Una classe politica senza veri ideali.

Ogni cittadino ha un grande valore

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Donika Omari C’è una poesia di Victor Hugo dove si esprime l’idea che un re intelligente sa  come mettere al servizio del paese le possibilità e le capacità di ogni cittadino,  da quello più capace a quello più insignificante. Dunque, ogni persona ha  qualcosa di particolare che si può usare per il bene di tutti.  Donika Omari