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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Il sogno di Aaron Eckhart

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l'attore Aaron Eckhart Aaron Eckhart , 42 anni, è il protagonista del film The Rabbit Hole. Una grande interpretazione nel dramma di una famiglia che cerca di sopravvivere alla perdita del figlio. “Una storia di speranza” dice l’attore nell’interessante intervista concessa alla giornalista Arianna Finos 1 . “La speranza che l’amore, perché è di questo che parla il film, sia più forte del lutto.” La sua carriera di attore comincia quasi per gioco a 14 anni, quando si presenta ad un provino per uno spettacolo scolastico, ed oggi è un attore affermato che non risparma critiche allo star system della città del cinema. Cresciuto in una famiglia mormone - “la mia educazione è una parte importante della mia cultura anche se non sono praticante”-, ha fatto non poca fatica a spuntarla in un contesto come Hollywood. “Per lavorare - dice sempre nell’intervista -, devi sentirti una star, avere le feste come stile di vita. Io, semplicemente non sono in grado di farlo. Hollywood è un grande clu

La fraternità antidoto al fondamentalismo e al terrorismo

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Chiara Lubich a Tagaytay Il problema del fondamentalismo religioso esploso in questi ultimi decenni ha creato grossi problemi e vere tragedie nella vita dell’umanità: attentatti, uccisioni di massa, violenze di ogni genere, guerre. Lo stesso attentato alle torri gemelle può considerarsi l’atto estremo di un violento terrorismo fondamentalista. Molti associano, ingiustamente, a tali tragici atti anche le convinzioni religiose di gruppi o popoli, ma come afferma Sante Bagnoli, ogni vera convinzione religiosa è sempre rispettosa dell’altro e delle scelte personali e mai violenta; il fondamentalismo e i conseguenti atti terroristici rappresentano “l’uscita dal religioso”: “Il fondamentalismo, sia quello degli evangelisti di Bush che di Al Qaeda, è la sovversione dell'uomo religioso. Non è una semplice deriva di una religione, come può essere il clericalismo, ma è una uscita dal religioso. Le sue ragioni sono nella politica, non nella dottrina. Lo scandalo dei paesi arricchitisi c

“A un giovane italiano”di Carlo Azeglio Ciampi

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Carlo Azeglio Ciampi e Danilo Audiello E da poco in libreria l’ultimo libro di Carlo Azeglio Ciampi A un giovane italiano , per i tipi della Rizzoli, un libro di grande interesse che si ispira ai valori etici che l'autore ha ricevuto dalla famiglia e nel quale, con coraggio, egli prende le distanze dall’estremismo liberista che ha caratterizzato gli ultimi decenni della vita economica, affermando che oggi la finanza è diventata “la foresta dove appagare appetiti ferini, dove impera la legge del cinismo, del disprezzo di ogni valore che non sia quello del guadagno, del successo, del potere.”. Pur riconoscendo alcuni importanti meriti al liberismo nello sviluppo dell’economia e nel progresso della società, egli non esita a puntare il dito sulla degenerazione di tale dottrina oggi: “Libertà e giustizia sociale sono principi che…non riducono l’uomo a strumento dello Stato…o del Mercato…In questo mi riconosco nella riflessione , allarmata e allarmante, di Nicola Abbagnano, secondo i

L’importanza dei maestri nella vita di Umberto Eco

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Per gli 80 anni, Umberto Eco ha concesso al giornalista Antonio Gnoli un’interessante intervista nella quale ripercorre la sua vita, a cominciare dall’infanzia, evidenziando la grande importanza avuta dai maestri nella sua vocazione di narratore e filosofo. Infatti alla domanda : “Quali sono i maestri che hanno contato nella sua vita” egli ha così risposto: “Sono stato formato a 11 anni dalla meravigliosa signorina Bellini, una professoressa di italiano che mi ha insegnato le virtù dell’invenzione. Al liceo ho avuto la fortuna di incontrare il professore Marino. Da lui ho appreso la libera critica. E poi all’università il rapporto con Luigi Pareyson: fondamentale anche se tormentato. Se ci si fa caso, tutti i miei romanzi sono come un Bildungsroman : c’è un giovane che apprende da un legame formativo con un anziano. E’ la ragione per cui ho fatto il professore e resto in contatto affettuosissimo con tutti i miei studenti.” da Antonio Gnoli, Umberto Eco, La Repubblica, 3 gennaio 2012

"Miracolo a Le Havre" di Aki Kaurismäki

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una scena del film Tra i film più belli e significativi in programmazione va segnalato Miracolo a Le Havre del regista finlandese Aki Kaurismäki. Riportiamo un passo dell’intervista del giornalista Marco Cicala al regista. All’inizio Miracolo a Le Havre lascia spiazzati. Ha il sapore della tavoletta edificante sull’immigrazione, le leggi infami, i truci poliziotti, il popolino dal buon cuore. Invece è un trucco. Alla fine scopri che è una favola assurda. Esagerata. Benché laconicissima. E ti rimane in testa. “Potrei averla girata in Italia. O in Grecia – dice il regista - .Ovunque sbarca questa gente, il problema è identico. Non possiamo spazzarli sotto il tappeto. Limitarci a vendere le nostre porcherie e buonanotte. Quanti di noi un tempo sono stati come loro?” Da Marco Cicala, Il Miracolo di Kaurismäki, il Venerdì di Repubblica, 18 novembre 2011

"Capodanno 2012" di Erri De Luca

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lo sguardo di Erri De luca (Foto di Sassier/Gallimard) Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale, cucina, albergo, radio, fonderia, in mare, su un aereo, in autostrada, a chi scavalca questa notte senza un saluto, bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta, a chi fa una promessa, a chi l'ha mantenuta, a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando, a chi non è invitato in nessun posto, allo straniero che impara l'italiano a chi studia musica, a chi sa ballare il tango, a chi si è alzato per cedere il posto, a chi non si può alzare, a chi arrossisce, a chi legge Dickens, a chi piange al cinema, a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio, a chi ha perduto tutto e ricomincia, all'astemio che fa uno sforzo di condivisione, a chi è nessuno per la persona amata, a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe, a chi scorda l'offesa, a chi sorride in fotografia, a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo, a chi restituisce da quello che ha avuto, a chi non

Alessio Boni e la lotta all'AIDS

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L’attore Alessio Boni alterna la sua attività artistica con un continuo impegno umanitario: l’Unicef e ultimamente la Ong Cesvi per la campagna “Fermiamo l’Aids sul nascere”. Riportiamo parte di un’intervista rilasciata da Boni alla giornalista Giulia Calligaro sul tema della lotta all’Aids. Oggi che percezione ha della malattia? Diciamo che l’Aids è stato per un po’ una nuova spinta alla fedeltà dopo le libertà degli anni 70…Oggi se ne parla meno, perché nel mondo ricco esistono farmaci che la controllano. Ma è in terribile espansione tra i giovani tra i 15 e i 22 anni. Io non vado più molto nei locali notturni, ma di recente in una discoteca milanese ho visto a che livello arriva lo sballo tra i giovanissimi, un mix di alcol e droghe sintetiche…?! E a quel punto chi fa più attenzione a cosa succede e a come e con chi si fa sesso…?! Per non parlare del turismo sessuale nei Paesi a rischio… Come mai lei dedica tanto di sé all’impegno umanitario? Guardi, non è nato prima l’impegno e p