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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Carlos Clarìa: L'amore e la pace

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Carlos Clarià (1940-2009) Quando si parla di amore si può essere fraintesi. Bisogna capire che non si tratta di una parola che esprime soltanto un dolce sentimento. Si parla di una realtà molto forte, esigente. Si parla di un impegno serio, perché costruire  una realtà di dialogo tra persone di convinzioni diverse senza lo sforzo, la fatica, il coraggio, la decisione di essere pronti s pagare di persona...questo sì che è un sogno. Poco tempo fa Chiara Lubich, ricevendo il premio per la pace dell'Unesco a Parigi, tra le altre cose diceva: "Bisogna accettare la sofferenza, come misura dell'amore. Non si fa nulla di buono, di utile, di fecondo al mondo, senza conoscere, senza saper accettare la fatica, la sofferemza...Non è uno scherzo impegnarsi a portare la pace! Occorre coraggio, occorre saper patire." Carlos Clarìa dal Convegno In dialogo per un mondo più unito 1997

Luigi Nappa: Ninetta nel giardino di Velia

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"Ninetta nel giardon di Velia" di Luigi Nappa

LA CENTRALITA' DELL'UOMO

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Carlos Clarìa Se il crollo delle ideologie avvenuto in questi ultimi anni può far temere che rimanga spazio solo per il nichilismo, o per lo meno per un relativismo totale, che non lascia in piedi valori in cui credere, nello stesso tempo questo vuoto mette in evidenza il bisogno di ritrovare la centralità dell'uomo, della sua dignità, rimessa come punto essenziale per ogni possibile vita sociale. Sono sempre più quelli che capiscono che tutti, bianchi gialli o neri, uomini o donne,  siamo membri di una sola famiglia e che occorre, quindi, una mentalità e nuove forme che aiutino a creare convergenze  e coscienze universali. Carlos Clarìa

Pllav: L'azzurro ci invade

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PLLAV  L'azzurro ci invade 2018

Oleg Batrakov, Venice Grand Canal

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Oleg Batrakov, Venice Grand Canal

Chiara Lubich: L'UNICA FORZA CHE PUO' CAMBIARE IL MONDO

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Chiara Lubich e Madre Teresa L'unica forza che può davvero cambiare il mondo è l'amore; ma l'amore non è un sentimentalismo, è una realtà più grande, più profonda, che ci fa attenti alle necessità di chi ci sta accanto. Chi ama dà. Se tutti amassimo, una nuova cultura si affaccerebbe sulla terra, la "cultura del dare", la sola che rende l'uomo veramente libero e felice, e può riportare un equilibrio nel nostro pianeta.... Proviamo a dare, liberamente, ciò che abbiamo: il nostro tempo, la nostra amicizia, i talenti, le idee, le nostre cose... Formiamo, lì dove siamo, dei piccoli o grandi gruppi e diamo il via a tutte quelle azioni concrete che la nostra fantasia ci suggerisce per venire incontro ai bisogni gli uni degli altri, anche al di là dei confini delle nostre nazioni. Chiara Lubich da Gen 3, n.7-8, 1992

Antonietta Righi, ragazzo in barca

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Antonietta  Righi; Ragazzo in barca