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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

"Il Concerto" di Radu Mihaileanu

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La Storia con le sue aberrazioni ideologiche nel dramma dell’umanità di oggi nel film del regista rumeno Radu Mihaileanu Il Concerto. Straordinario film e splendida interpretazione degli attori Alexei Guskov, Dmitry Nazarov, Francois Berleand, Miou-Miou, Mélanie Laurent. Andrei Filipov, geniale direttore d’orchestra al Bolshoi di Mosca, ai tempi di Breznev, viene dichiarato nemico del popolo per la sua aperta protezione a musicisti ebrei. Privato del suo lavoro è costretto a fare le pulizie nel teatro e i suoi artisti sono deportati nei campi di concentramento in Siberia. Andrei vive il suo destino di emarginazione coltivando segretamente il sogno di un concerto a Parigi con la più celebre violinista europea. E’ l’inizio di una storia drammatica che si sviluppa come un giallo metafisico, dove la suspense per l’azzardo, e il rischio in cui Andrei e i suoi amici vivono, prende e cattura emotivamente lo spettatore. Un’impresa folle e allo stesso tempo titanica

Confini

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Confini Si erige uno steccato per paura che altri invada una proprietà: - a volte il nostro stesso cuore - o per tenere a debita distanza il matto, il divergente, il non omologato; talvolta viene rinforzato, filo spinato in alto, si provino a saltarlo: ieri gli ebrei, oggi gli “stranieri” avranno mani e piedi insanguinati… Li costruiamo noi questi confini a linea retta, duri e innaturali e li moltiplica la nostra indifferenza: domani saremo tutti circoscritti mani dietro la schiena, vinti. Carla Serra Nella foto: "Confini" scultura in rame di P.Blundo

Lettera della Grande Quercia

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--> Ciao, io sono la Grande Quercia. Abito da 200 o 300 anni – boh, non ricordo bene… sai, la memoria fa cilecca – a Castelvetro piacentino, in zona Oppiazzi. Tu dirai: perché una quercia mi scrive? Semplice: ho bisogno di te. Ti racconto la mia storia. Sono nata per volontà di un uomo che amava molto gli alberi, soprattutto le querce. Diceva che noi querce siamo l’orgoglio dell’uomo perché diventiamo grandi e potenti come lui. Io non sapevo nulla del potere e della grandezza, ero piccola e fragile. Ogni volta che un temporale arrivava io cercavo di ancorarmi più saldamente al terreno, perché temevo che il vento forte mi portasse via. Crescendo, ho poi imparato che il vento non bisogna ostacolarlo, ma al contrario bisogna ascoltarlo, così sono diventata amica del vento e ho cominciato a giocare con lui. Diventavo sempre più alta e facevo sempre più fatica a guardare il mondo che si muoveva sotto di me, mi veniva più facile guardare