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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

Julien Green: La tranquillità

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Julien Gree (1900-1998) “Finché si è inquieti, si può stare tranquilli”. Julien Green dal Diario di Julien Green

Adrien Candiard: L'umanità esiste soltanto plurale

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una scena del Monologo teatrale  "Pierre e Mohamed" interpretato da Lorenzo Bassotto Non sono un politico. Sono nato in Algeria, ho seguito l’evoluzione di questo paese condividendo l’esistenza di milioni di algerini che oggi si trovano sprofondati nella crisi che tutti conosciamo. E ho l’impressione di rivivere dolorosamente ciò che ho vissuto in altri tempi.   Ho trascorso infatti la mia infanzia nella «bolla coloniale» . Non che tra i due mondi le relazioni mancassero, anzi. Ma nel mio ambiente sociale io sono vissuto in una bolla, ignorando l’altro, incontrandolo unicamente come elemento del paesaggio, dello scenario che avevamo creato nella nostra esistenza collettiva.   Forse è proprio perché ignoravo l’altro o ne negavo l’esistenza che, un giorno, me lo sono trovato addosso.  Ha fatto esplodere il mio universo chiuso, che si è disintegrato nella violenza – e come avrebbe potuto essere altrimenti? Ha affermato la sua esistenza.   L’emergere dell’altro, il riconoscimento

SHEL SILVERSTEIN: L'albero generoso

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Shel Silverstein, L'albero, Salani Editore C'era una volta un albero che amava un bambino. Il bambino veniva a visitarlo tutti i giorni. Raccoglieva le sue foglie con le quali intrecciava delle corone per giocare al re della foresta.  Si arrampicava sul suo tronco e dondolava attaccato al suoi rami. Mangiava i suoi frutti e poi, insieme, giocavano a nascondino. Quando era stanco, il bambino si addormentava all'ombra dell'albero, mentre le fronde gli cantavano la ninna nanna. Il bambino amava l'albero con tutto il suo piccolo cuore.  E l'albero era felice. Ma il tempo passò e il bambino crebbe. Ora che il bambino era grande, l'albero rimaneva spesso solo. Un giorno il bambino venne a vedere l'albero e l'albero gli disse: "Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami, mangia i miei frutti,  gioca alla mia ombra e sii felice". "Sono troppo grande ormai per arrampicarmi sugli a

CLAUDIO MAGRIS: Utopia e Disincanto

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Claudio Magris Mutuando una espressione cara allo scrittore Claudio Magris, noi pensiamo che il nostro è un  cammino fra "l'Utopia ed il Disincanto", in quanto crediamo sia alla concreta possibilità di un'emancipazione della persona, sia alla realizzazione di un progetto comune. Allo stesso tempo, siamo consapevoli delle difficoltà che incontriamo in questo cammino, un percorso non sempre facile a cui spesso sembra di tornare al punto di partenza, difficoltà che affrontiamo, comunque, con spirito critico e costruttivo. Così facendo, pensiamo di poter contribuire, donando il  nostro piccolo tassello, al mosaico della grande esperienza del Dialogo. Arduino Damieto  da Atti del Convegno "In dialogo per la solidarietà" Castelgandolfo 1999- Città Nuova

ANNICK COJEAN: AGLI INSEGNANTI DI TUTTE LE SCUOLE

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Annick Cojean  Un preside di un liceo americano aveva l’abitudine  di inviare questa lettera ai suoi insegnanti all’inizio di ogni anno scolastico:  “Caro Professore, sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruita da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università. Diffido – quindi - dell’istruzione.  La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri eruditi, degli psicopatici qualificati, degli Eichman istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.” Annick Cojean  scrittrice

ADA LUZ MARQUEZ: NON SO SE AVRO' ALTRE VITE

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Ada Luz Màrquez   Non so se vivrò altre vite non so se sono morta di altre morti. So che in questa vita sono morta più volte e sono rinata altrettante. Non mi aggrappo a niente non ho nessuna certezza non possiedo nessuna verità, tranne che l’amore e l’unica cosa reale è che un giorno morirò. E quel vivere in questo mondo meraviglioso nuda di tutto tranne che di amore, quel camminare scalza senza perdere l’anima in strada, senza sapere se questo sarà il mio ultimo passo o forse il primo da un’altra parte. Questa benedetta incertezza di sapermi viva qui e ora è il più grande dei tesori, la più grande delle libertà. Ada Luz Márquez  

Albert Camus: Cristo sulla croce è disperato

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Albert Camus (1913-1960) Il Nuovo testamento può essere considerato come un tentativo di rispondere in anticipo a tutti i Caini del mondo, mitigando la figura di Dio, e suscitando un intercessore tra lui e l’uomo.  Cristo è venuto a risolvere due problemi principali, il male e la morte, che sono appunto i problemi degli uomini in rivolta. La sua soluzione è consistita innanzi tutto nell’assumerli in sé.  Anche il dio uomo soffre, con pazienza. Né male né morte gli sono più assolutamente imputabili, poiché è straziato e muore.  La notte del Golgotha ha tanta importanza nella storia degli uomini soltanto perché in quelle tenebre la divinità, abbandonando ostensibilmente i suoi privilegi tradizionali, ha vissuto fino in fondo, disperazione compresa, l’angoscia della morte. Si spiega così il Lama  sabactani e il dubbio tremendo di Cristo in agonia. L’agonia sarebbe lieve se fosse sostenuta dall’eterna speranza. Per essere uomo, il dio deve disperare. Albert Camus da Domenico

Claudiano Silva: La vera prigione è spesso dentro di noi

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Claudiano Silva Sono nato a Sorocaba, dello Stato di San Paolo in Brasile, ho 41 anni. Dal 1994 sono un impiegato  nel campo dell'amministrazione penitenziaria de lavoro nel settore della sicurezza del carcere. Nei vari posti del mio impiego  mi sono trovato  in molte situazioni di violenza, come aggressioni, rivolte, fughe,  tentativi di ribellione,  morti corruzione e sono stato preso anche in ostaggio. Alla fine del 1997, dopo una grande rivolta, rimasi con 17 operatori in ostaggio, con 400 visitatori costretti a non uscire dal carcere , con 2 morti, tentativi di fuga e danni ai locali. Nel 1998, per meriti sul lavoro, sono stato inviato ad essere Direttore del Nucleo di Educazione del carcere. Restai in quella funzione per 7 anni, poi trasferito nel Reparto Educazione dove sono ancora oggi. Qui l’insegnamento è regolare: alfabetizzazione, corsi professionali, esami di diploma e attività culturali. Oltre l’insegnamento, attraverso il dialogo , cerchiamo di trasmettere il val

Wislawa Szymborska: Nulla due volte

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Wislawz Szymborska (1923-2012) La poetessa polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel 1996 per la letteratura, nel suo bellissimo discorso tenuto a Stoccolma dichiarò tra l’altro: “Il mondo, qualunque cosa noi ne pensiamo, spaventati dalla sua immensità e dalla nostra impotenza di fronte ad esso, amareggiati dalla sua indifferenza…questo mondo è stupefacente”.  Come stupefacente è la vita in ogni attimo. E’ questo continuo stupore per la vita che ci porta a guardarci con occhi innocenti e incantati, a dare un senso al nostro ritrovarci, uomini tra gli uomini, ognuno con la sua diversità e la sua bellezza. Riportiamo una delle sue straordinarie poesie. Nulla due volte Nulla due volte accade né accadrà. Per tal ragione si nasce senza esperienza, si muore senza assuefazione. Anche agli alunni più ottusi della scuola del pianeta di ripeter non è dato le stagioni del passato. Non c’è giorno che ritorni, non due notti uguali uguali, né due baci somiglianti, né due

Elizabeth Goudge: Uno sguardo attorno a noi

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Elizabeth Goudge Se guardate attentamente quello che accade attorno a noi, vi accorgerete che la maggior parte delle cose che contano per noi, tutto ciò che rappresenta il nostro impegno più profondo sul modo in cui la vita umana deve essere vissuta e curata,  nascono e dipendono sempre da qualche forma di volontariato. Elizabeth Goudge

Dialogo e confronto nella coppia

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Massimiliano Varrese e Valentina Melis nel film "Affitasi vita" di Stefano Usardi   Ci sono molte coppie in cui un partner ha la fede e l'altro no; alla base di questo rapporto prima del dialogo ci deve essere  un atteggiamento di grande rispetto per le idee dell'altro con le sue scelte e reciproca libertà. Con queste premesse è possibile far nascere il confronto e il dialogo senza che nessuno rinunci ai propri principi. George Lecoq (Hamoir Belgio) da Verso una cultura del dialogo, Atti del Convegno a castelgandolfo  1-3 aprile 2011

Alessio Boni: Migliorare i rapporti sociali

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  Alessio Boni  Bisogna sempre impegnarsi per migliorare i rapporti sociali. Quando incontro i giovanissimi dico loro una cosa sola: “Cercate di diventare persone di valore. In qualsiasi campo andrete a lavorare non cercate ad ogni costo il successo o il potere! Cambierete in tal modo la società in cui vivete…la renderete più umana e vivibile. E’ un clic mentale piccolissimo ma enorme nei suoi effetti ." Alessio Boni attore dal Blog Incammino, In dialogo con Alessio Boni 5-1-2010

Frank Capra: I miei film tra ideali e divertimento

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Una scena del film "l'eterna illusione" di Frank Capra  con James Stewart e Jean Arthur I miei film dovevano dire qualcosa, E qualunque cosa dicessero, dovevano venir fuori delle idee che avevo dentro e che "si sforzavano dolorosamente di uscire", Non avrei più accettato copioni scritti frettolosamente contando sua mia abilità di giocoliere di fare film divertenti…D'ora in poi le mie sceneggiature avrebbero impiegato da sei mesi a un anno per essere scritte e riscritte; mi sarei sforzato con intelligenza di unificare ideali e divertimento in una storia significativa. E senza tener conto dell'origine del soggetto, io lo avrei fatto mio…il pensiero , il cuore e la sostanza  di un film sarebbero stati miei. Frank Capra da Frank Capra Il nome sopra il titolo Lucarini editore

Giordano Petri: Fare sempre di più e meglio

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Giordano Petri Il vero vincitore non è colui che vince sempre ma colui che nonostante  una sconfitta continua ad avere il coraggio di mettersi in gioco. A  volte sognare è una necessità, a volte lottare strenuamente per  realizzare il proprio sogno aiuta a crescere e a diventare un attore  fuori dal coro, un attore che non si stanca mai di vivere infinite  vite, passioni, sogni seguendo percorsi e ruoli non convenzionali: la  concorrenza è tanta e ben rappresentata. Quindi è necessario fare  sempre di più e meglio e mai adagiarsi su un premio o un trofeo. Giordano Petri Attore da Il talendo di Giordano Petri, intervista di Alessandra Paparelli, da Dentro la voce del Nord Est Romano

Albert Camus: La nobiltà dello scrittore

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  Albert Camus La nobiltà del mestiere dello scrittore è nel resistere all'oppressione, e quindi nell'accettare la solitudine. Albert Camus  

Catherine Belzung: Quando il dialogo è difficile

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  Catherine Belzung Lavoro all'Università di Tours in Francia, nel campo della ricerca scientifica.  Il dialogo è difficile nel mio ambiente di lavoro perché la concezione della laicità che c'è in Francia mi obbliga a non palare mai della mia fede quando sono in un ambiente pubblico. Inoltre i miei colleghi sono molto spesso contrari alla pratica religiosa che pensano rifletta il senso di una vita profondamente insulsa.  Come fare allora a dialogare in un contesto simile?  Grazie all'esperienza che ho vissuto con il gruppo del dialogo ho capito che la cosa più importante non è portare le mie ragioni o controbattere, ma piuttosto interessarmi a quanto di positivo vive l'altro. Sono così nati rapporti veri e profondi. Catherine Belzung in lingua francese: Je travaille à l'Université de Tours en France dans le domaine de la recherche scientifique. Le dialogue est difficile dans mon milieu de travail parce que la conception de la laïcité en France me conduit à ne jamais

ERICH FROMM: Il vero conflitto non è mai distruttivo

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Erich Fromm (1900-1980) V a menzionato un altro errore frequente. L'illusione che l'amore implichi necessariamente l'assenza del conflitto. Così come è opinione comune che il dolore e la tristezza dovrebbero essere evitati in tutte le circostanze, la gente  spesso crede che l'amore significhi l'assenza di ogni conflitto; e trova ottime ragioni per sostenere questa teoria nel fatto che la lotta che li circonda sembra loro solo uno scambio distruttivo che non porta niente di buono alle persone coinvolte. Ma le ragioni di ciò stanno nel fatto che i  conflitti  della maggior parte della gente sono in realtà tentativi per evitare  veri  conflitti. Sono disaccordi riguardo questioni secondarie e superficiali, che per loro stessa natura non si prestano a chiarificazioni e a soluzioni. I veri conflitti tra due persone non sono mai distruttivi. Portano alla chiarificazione, producono una catarsi dalla quale entrambi i soggetti emergono con maggiore esperienza e maggior

AJAHN TONG: QUANDO SI ACCENDE UNA LUCE

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  Ajahn Tong  Quando si accende una luce nell'oscurità non ci si domanda se sia stato un uomo o una donna ad accenderla. Ajahn Tong

VALERIA DI FILIPPO: RENDERE VISIBILE IL DIALOGO

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Valeria Di Filippo Operatrice cinofila Viviamo in un momento particolare della Storia dell'umanità in cui questioni cruciali si incrociano e si contaminano: la questione ecologica, l'opzione militare come metodo per risolvere i conflitti, le grandi migrazioni,  tanto per citare quelle più eclatanti. Finita l'esperienza delle ideologie che, nel bene e nel male, hanno condizionato lo sviluppo dei popoli nel '900, sembra venuta meno la spinta propulsiva per affrontare le grandi criticità del presente: la giustizia, l'uguaglianza, la libertà. Riteniamo che  l'esperienza del dialogo, per la sua intrinseca natura di apertura, di laicità. di confronto, nel rispetto delle diversità, diventi il luogo privilegiato in cui i credenti di tutte le religioni, le persone di convinzioni diverse, gli uomini e le donne dell'arte e della cultura possano tutti insieme  far nascere in modo organico una realtà operante e visibile in tutto il mondo. Valeria Di Filippo  e gli amici

José Saramago: Cos'è la solitudine?

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José Saramago (1922-2010) «La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice». José Saramago

Vito Mancuso: La vecchiaia è una trincea

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VITO MANCUSO Io penso che per ogni essere umano la vecchiaia sia paragonabile a una trincea della prima guerra mondiale. Sono finite le cerimonie, le marce, le sfilate, gli inni, le retoriche che fanno da preambolo non solo alla vita militare delle retrovie, ma anche alla vita quotidiana nella gran parte dei suoi momenti. Giunge il momento del redde rationem, il leopardiano «apparir del vero». Chi arriva alla vecchiaia non ha più nessuno davanti, è in prima linea sul fronte dell' essere o del nulla. E penso sia naturale in questa stagione dell' esistenza guardare al senso complessivo della vita, della propria e di tutti gli amici che si sono visti cadere, con un' intensità esistenziale paragonabile a quella di un soldato in trincea. Vito Mancuso daVito Mancuso, LA SINTESI DI UNA VITA Repubblica — 31 ottobre 2009  

La ricchezza più grande

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Poter parlare con persone nuove e dialogare: è la ricchezza più grande che possiamo avere tutti. Per me dialogo significa amore, tutti noi siamo amore, l'esistenza stessa è amore. Studio lingue e mi piace sempre di più poter parlare, ascoltare, sapere cosa pensa l'altro. Però vedo che la società si chiude, non ascoltiamo chi ci parla, vogliamo soltanto questo individualismo, siamo proiettati verso i nostri interessi e non ascoltiamo nessuno .Dobbiamo coltivare questo desiderio, questo fiore e salvarlo dall'aridità. Gli occhiali con cui puoi vedere il mondo sono molto vari; è un piacere provare a vedere il mondo con occhiali diversi. Judith Jordà da Verso una cultura del dialogo,  atti del convegno  Castelgandolfo 1-3 aprile 2011

Vang Gogh: La camera di Van Gogh ad Arles

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  La camera di Van Gogh a Arles 1888 "Mi ha enormemente divertito fare questo interno senza nulla...a tinte piatte, ma stese grossolanamente a pieno impasto...Avrei voluto esprimere un assoluto riposo con tutti questi toni così diversi."  Van Gogh

Chiara Lubich: Costruire insieme la fraternità

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Chiara Lubich Eli Folonari e Roger Schutz    Approfondire il dialogo tra noi ha per scopo quello di contribuire all'unità di tutti partendo dall'amore ad ogni singola persona...Cercheremo quindi  di vedere quanto grande sia nell'umanità, a tutti i livelli, l'aspirazione alla fraternità universale e all'unità e come possiamo formarci ad essa. Vivremo occasioni di impegno comune, scambi di esperienze concrete nei rapporti di unità fra tutti.  Questo ci aiuterà a comprenderci più profondamante, ad ascoltarci, a cogliere quanto di nuono e di bello c'è in ciascuno. Chiara Lubich dal Messaggio al Convegno "Costruire un mondo unito" Rocca di papa 28 maggio 1994

Chiara Lubich: La vocazione alla politica

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Chiara Lubich (1920-2008) in un incontro del Movimento Europeo   " Esiste una vera vocazione alla politica. Chi crede, vi avverte la voce di Dio che gli assegna un compito. Ma anche chi non crede si sente chiamato ad essa, ad esempio, dall'esistenza di un bisogno sociale, da una categoria debole che chiede aiuto. E la risposta alla vocazione politica è anzitutto un atto di fraternità: si scende in campo, infatti, per qualcosa di pubblico, che riguarda gli altri, volendo il loro bene come se fosse il proprio. Anzi il compito dell'amore politico è quello di creare e custodire le condizioni che permettono a tutti gli altri amori di fiorire: L'amore dei giovani che vogliono sposarsi e hanno bisogno di una casa e di un lavoro, l'amore di chi vuole studiare e ha bisogno di scuole e libri, , l'amore di chi si dedica alla propria azienda ed ha bisogno di strade e ferrovie, di regole certe. La politica perciò è l'amore degli amori che fa in modo che le persone

MARIO LUZI: Diana, risveglio

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Mario Luzi   DIANA, RISVEGLIO Il vento sparso luccica tra i fumi della pianura, il monte ride raro illuminandosi, escono barlumi dall’acqua, quale messaggio più caro? È tempo di levarsi su, di vivere puramente. Ecco vola negli specchi un sorriso, sui vetri aperti un brivido, torna un suono a confondere gli orecchi. E tu ilare accorri a contraddirci in un tratto la morte. Così quando s’apre una porta irrompono felici i colori, esce il buio di rimando a dissolversi. Nascono liete immagini, filtra nel sangue, cieco nel ritorno, lo spirito del sole, aure ci traggono con sé a esistere, a estinguerci in un giorno. Mario Luzi da Un brindisi (1946)

Vedere con occhi nuovi la Politica

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Martina Palomba E' necessario vedere con occhi nuovi la politica e sperimentare che una nuova politica si può fare alla luce della fraternità, principio di vita per una città, perché ci permette di costruire rapporti nuovi tra noi tutti.  R apporti interpersonali che sono la grande ricchezza di un percorso nuovo che abbiamo iniziato e che continua ancora oggi, pur se con alti e bassi e con più o meno entusiasmo. Non è sempre facile relazionarsi in un gruppo così vario, fatto di adulti e giovani di varie età, ma il segreto è sostenerci a vicenda, il confrontarsi senza  pensare ai diversi ruoli che uno rappresenta. L'importante è capire che ognuno è importante... tutti costruiamo la nostra città e si possono ottenere risultati positivi concreti  se alla base dell'impegno civile e politico c'è sempre questa reciproca collaborazione tra amministratori e cittadini. Martina Palomba  Stralci dell'intervento dal titolo "Il Convegno di Massa Martana: un'esperienza d

OLEG BATRAKOV , Riflessi della spiaggia

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Oleg Batrakov, Riflessi della spiaggia 2020, Le Havre  olio su tela  

Il ragazzo e lo steccato di bambù

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  C’era una volta un ragazzino che aveva un pessimo carattere: a casa urlava e sbraitava, il suo umore era pessimo e ragionare con lui era impossibile. Il padre, deciso a rimediare a questa situazione, una mattina lo portò nel giardino di casa, che era recintata da uno steccato di bambù. “Figlio mio, d’ora in avanti, ogni volta che ti comporterai male con qualcuno di noi, verrai qui e pianterai un chiodo nello steccato. Tra qualche tempo, vedremo quanti chiodi avrai piantato”. Il ragazzo acconsentì: non gli sembrava una punizione tanto terribile. Così, ogni volta che i suoi schiamazzi disturbavano la madre, o che le sue male parole ferivano qualcuno, eccolo lì a piantare un chiodo. Ma dopo un solo giorno, lo steccato era già pieno di chiodi e il ragazzo se ne vergognò. “Capisci perché devi imparare a controllarti?” chiese il padre. “Facciamo così: se eviterai di comportarti male per un giorno intero, potrai togliere uno dei chiodi che hai piantato nello steccato”. Al ragazzo se