Claudio Magris: la legge, da sola, non basta



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Claudio Magris
La ribellione alla legge, esercita, spesso, maggiore fascino della sua osservanza. Quest’ammirazione è giusta e doverosa nei confronti di chi insorge contro una legge iniqua: si venerano come eroi e martiri i fratelli Scholl o il teologo Bonhoeffer che, come Antigone, si sono ribellati ad una legge di uno Stato – quello nazista – che calpestava l’umanità e in questa ribellione hanno sacrificato la loro vita. Qualunque cosa pensiono i cinici e i realisti da strapazzo, i quali credono che basti avere pochi scrupoli per essere dei Machiavelli e conoscere la verità effettuale delle cose, se il mondo non perisce lo si deve, in buona parte, a chi sa sentire la voce delle “non scritte legge degli dei” e obbedirle, qualsiasi ne siano le conseguenze e qualsiasi cosa proclamino i legislatori del momento.
La legge, da sola, non basta, neppure se formalmente ineccepibile; a una società giusta occorrono – come si dice e si ripete spesso da più parti – valori etici e individui capaci di formarsi una personalità autonoma, di cercare e fondare dei valori in cui credere, di darsi dei criteri per riconoscere il bene e il male, e comportarsi di conseguenza. Se l’individuo non ha questa volontà e questa forza, nessun meccanismo giuridico potrà dargli la capacità di orientarsi nella vita e di vivere in modo libero e creativo il rapporto con gli altri e col suo stesso destino; nessuna norma giuridica – direbbe Kipling – può fare di lui un uomo.1
Claudio Magris

1 - Autori vari, Raccontare la legalità – Pironti Editore Napoli 2004

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