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Visualizzazione dei post con l'etichetta la sfida educativa

ALBERT CAMUS: NELLA MIA CLASSE NON SI INGOZZAVANO GLI ALUNNI

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Albert Camus   No, la scuola non offriva soltanto un'evasione dalla vita in famiglia. Almeno nella classe del signor Bernard, appagava una sete ancor più essenziale per il ragazzo che per l'adulto, la sete della scoperta.  Certo anche nelle altre classi s'insegnavano molte cose, ma un po' come si ingozzavano le oche. Si presentava un cibo preconfezionato e si invitavano i ragazzi ad inghiottirlo.   Nella classe del signor Bernard, per la prima volta in vita loro, sentivano invece di esistere e di essere oggetto della più alta considerazione: li si giudicava degni di scoprire il mondo.   E anche il maestro non si occupava soltanto di insegnare ciò per cui era pagato, ma li accoglieva con semplicità nella sua vita personale, la viveva con loro, raccontava la propria storia e quella di altri ragazzi che aveva conosciuto, esponeva i propri punti di vista ma non le proprie IDEE…su qualcosa che potesse essere oggetto di una scelta o di una convinzione, pur condannando con ...

GABRIELE CAMELO: STOP AI VOTI TRADIZIONALI A SCUOLA

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  Gabriele Camelo (Foto da la Repubblica Palermo) Stop ai voti tradizionali, ora i compiti a casa corretti dall’insegnante vengono valutati con suggerimenti e giudizi emotivi e coinvolgenti. Un metodo educativo utilizzato dal maestro di scuola elementare, Gabriele Camelo, docente di italiano e inglese all’istituto comprensivo “Rita Borsellino”, a Palermo. “Non faccio nulla di speciale. Ogni insegnante crea un rapporto di fiducia coi propri alunni, a modo suo. Io li motivo con delle frasi, perché senza una motivazione non si fa nulla nella vita”, dice Camelo. Su Repubblica Palermo l’articolo completo di Marta Occhipinti

OGNI FIGLIO VA AIUTATO A SVILUPPARE I PROPRI TALENTI

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  UN FIGLIO ETERO O GAY DEVE AVERE DAI GENITORI E DALLA SOCIETA' LO STESSO AMORE LA STESSA CURA, LA STESSA SOLLECITAZIONE A MANIFESTARE I PROPRI TALENTI. A tutti i genitori che accompagnano i loro figli , nel cammino della vita, con amore, in qualunque condizione si trovino, consiglio questo romanzo ispirato a una storia vera. E' il talento piccolo o grande che, riconosciuto e reso vitale, realizza e rende FELICE ogni NOSTRO FIGLIO O FIGLIA. E' quello che è avvenuto al protagonista di questo romanzo che è diventato uno dei più importanti scrittori del 900 italiano. Sono i genitori e le famiglie che, CON CORAGGIO, devono scendere in piazza per dire con forza che ogni FIGLIO O FIGLIA, IN QUANTO ESSERE UMANO, non va mai discriminato per il proprio orientamento sessuale. Molti amici mi hanno scritto per ringraziarmi dopo aver letto la straordinaria esperienza vissuta dal protagonista del romanzo. "Cara Juliette, se un giorno le tue lettere di questi ultimi dece...

ELENA GRANATA: COSA INSEGNARE AI NOSTRI FIGLI

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Elena Granata Fin da piccoli dovremmo insegnare ai nostri figli che correndo si cade e magari ci si fa male, che si può prendere un brutto voto a scuola e fare meglio la volta successiva, che non sempre le nostre virtù ci vengono riconosciute, che crescendo incontriamo la cattiveria, il sopruso e l'ingiustizia. Che una malattia può essere una compagna di vita, che non ci impedisce di vivere. Fin da piccoli dovremmo imparare a chiamare questi inciampi con una parola semplice e bellissima. E' la vita. Vivendo ci facciamo male, vivendo ci rialziamo, vivendo sbagliamo strada, vivendo diventiamo più umani. Elena Granata da Elena Granata, La ragazza che sognava ad alta voce, il romanzo vero di Elena Schsel, Città Nuova  2020

Roberto Roche: L'obiettivo educativo di ogni docente

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  Roberto Roche E ducare gli alunni delle scuole ad un comportamento prosociale dovrebbe essere l obiettivo educativo di ogni docente. Roberto Roche

DON LORENZO MILANI

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  Don Lorenzo Milani Il 27 maggio del 1923 nasceva don Lorenzo Milani, uno dei personaggi più importanti della cultura italiana, che con l'istituzione della Scuola di Barbiana e con la pubblicazione di "Lettera a una professoressa" ha aperto un dibattito grande sull'Istituzione Scuola che ancora è vivo e produce effetti positivi. I suoi pensieri, folgoranti e incisivi, hanno sconvolto un assetto scolastico che si rifaceva agli schemi di una scuola selettiva a servizio della Monarchia e dei nobili. Egli ha con insisstenza auspicato, nello spirito della Costituzione, "Una scuola per tutti e a misura di ciascuno", che ha contribuito alla riforma della Scuola Media Unica e ad alcune riforme delle superiori. La polemica sulla sua persona e sulla sua metodologia scolastica non si è ancora attenuata, segno evidente della forza intima delle sue parole e della sua visione della società e della Scuola. Ho letto i suoi scritti quando ero studente universitario ...

PAOLO BORSELLINO: COME SI EDUCA

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LA SCUOLA CORRE OGGI SERI PERICOLI...

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  Succede ormai spesso in questo mese e in molte scuole italiane. Ansia di prestazione da parte di docenti che vorrebbero dagli alunni risultati eccezionali soprattutto nelle prove invalsi. Pertanto IN MOLTE SCUOLE dalle elementari alle superiori c'è una spasmodica corsa a verifiche globali del programma svolto nel corso dell'anno. Come se l' obiettivo più importante fosse il ritenere a mente tutto quanto studiato, e non lo sviluppo di quelle capacita intellettive che lo studio delle singole materie avrebbe dovuto sviluppare PROGRESSIVAMENTE, nel rispetto delle diverse intelligenze degli alunni e dei diversi ritmi di apprendimento; la capacita di pensiero analitico e critico innanzitutto. Povera Scuola finita spesso nelle mani di burocrati e inesperti dirigenti e docenti alla mercé di indagini di mercato! Si ritorna in tal modo paurosamente a scuola di classe, come nell' ottocento, allorquando a studiare erano ancora solo i nobili e gli aristocratici, unici deputati ...

MARIAPIA VELADIANO: LA COMPETIZIONE A SCUOLA FA MOLTO MALE

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  Mariapia Veladiano La competizione fa malissimo alla salute della scuola, se è quella che comunemente pensiamo, e cioè l'arte coltivata di voler arrivare primi. Uno su mille ce la fa. Vinca il migliore. Sembra cosa giusta ma non lo è. Competere viene dal latino cum (con, insieme) e pètere (andare verso), ovvero andare insieme verso uno stesso punto. Il contrario della corsa solitaria immaginata dall'enfatizzazione del voto, del premio, dell'eccellenza intesa come una posizione che lascia il mondo ai lati o meglio ancora alle spalle. L'apprendimento è sempre cooperativo e solo una scuola che non rifletta su sé stessa può davvero enfatizzare la competizione e poi nello stesso tempo organizzare corsi di apprendimento cooperativo e peer to peer. Potrebbe essere "solo" una questione etica ma è anche una verità esistenziale, pedagogica e didattica. Andare insieme vuol dire non lasciare indietro, andare più lontano, fare meno fatica o comunque avere  più risorse...

DANIEL PENNAC: Gli insegnanti devono...

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  Daniel Pennac GLI INSEGNANTI DEVONO AMARE CON CURIOSITA' ANTROPOLOGICA QUELLA TRIBU' DI ALUNNI CHE OGNI MATTINA SI TROVANO DI FRONTE.                                                                           DANIEL PENNAC da Facebook. La tecnica della scuola

I COMPITI A CASA: SOLO QUANDO......

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  Non sono all'altezza dell'insegnamento quei docenti che assegnano per casa compiti sapendo bene che molti alunni non riusciranno a farli da soli. E il segno del fallimento della scuola che massifica l' insegnamento e non tiene in alcun conto che esistono le intelligenze multiple e che i ragazzi mentalmente sono diversi e non apprendono nello stesso modo. Don Milani quando un argomento era difficile e non comprensibile a tutti si fermava e, aiutato dagli alunni che avevano bene appreso, si metteva accanto agli altri fino a quando era necessario, affinché anche questi comprendessero... Poi si andava avanti. Non prima. Una scuola per tutti e a misura di ciascuno è una vera scuola democratica. Una scuola che non vanifica le normali differenze fra alunno e alunno è la SCUOLA. Una scuola che NON assegna compiti a casa ad alunni che non RIESCONO ancora a svolgerli è UNA SCUOLA ALL'ALTEZZA DEL SUO COMPITO. Pasquale Lubrano Lavadera

I BAMBINI ASSORBONO TUTTO

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  A. Alemagna

Umberto Galimberti: Non tutti possono essere docenti

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Silvia Avallone: La Scuola

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Silvia Avallone   Si fa un gran parlare di merito in relazione allo studio, ma il silenzio sulle condizioni di partenza è assordante. È più facile eccellere crescendo in una casa piena di libri, con genitori benestanti in grado di pagare corsi musicali, sportivi, artistici, e che ti portano al museo, al cinema, in vacanza d’estate. È più facile ottenere ottimi risultati quando si parte in vantaggio, ma è difficilissimo se si proviene da case in cui si piange per racimolare l’affitto, in cui magari volano i piatti e gli schiaffi. La scuola, dal nido all’università, dovrebbe svolgere tra tutte una missione, la più alta: ribaltare il destino e realizzare la giustizia sociale. (...) Ora, vorrei che tutti potessero avere le stesse opportunità. Servono borse di studio e studentati, serve mettere l’istruzione al primo posto perché è la prima via verso un futuro concretamente migliore. E occorre abbattere le mille barriere invisibili tra un quartiere e l’altro, per cui se sei nato in c...

GIANNI RODARI: I bambini sono capacissimi di fatica

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  Gianni Rodari  (1920-1980) ''In realtà i bambini sono capacissimi di fatica, di sforzi continuati, diretti a una meta: basta vederli giocare a pallone fino a quando cadono spossati, sudati e felici, o vivere e lavorare in un campeggio, o progettare una costruzione e realizzarla. Se il progetto è loro, è nato da loro, in loro, la fatica non li spaventa: e a scuola ci tornano anche volontari, dopo le ore di lezione" GIANNI RODARI

MARIO PANCERA: DON MILANI E LA SCUOLA

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Mario Pancera C'è la frase di un ragazzo di mon tagna riportata da don Milani, che dice tutto in tre parole: "La scuola sarà sempre meglio della merda". Don Milani sosteneva che tutti i poveri avrebbero dovuto imparare a leggere e a scrivere per non essere emarginati e a scavare nelle parole per evitare gli inganni del mondo istruito. E' quindi necessario "fare scuola" ogni giorno della vita. Mario Pancera [da Mario Pancera Lorenzo Milani quarant'anni di storia scomoda, Ed. Paoline]

Massimo Recalcati: Non bombardate di verifiche i nostri figli

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  Massimo Recalcati «È questo il tempo dove quello che più conta non può essere il raggiungimento dei cosiddetti obbiettivi didattici ma il ristabilimento della natura aperta della Scuola, del suo essere comunità. Si tratta innanzitutto di coltivare nuovamente la fiducia nella relazione tra insegnanti e allievi. Non ha alcun senso bombardare di verifiche i nostri figli quando questo anno scolastico, come quello precedente, è stato ed è ancora appeso ad un filo, quando chiusura e riapertura si sono alternate seguendo necessariamente il ritmo imprevedibile e destabilizzante dell’epidemia. [...] È un mio accorato appello che rivolgo a loro e ai dirigenti scolastici: subordinate, vi prego, il rispetto dei programmi alla cura della relazione perché la didattica senza relazione non può esistere» Massimo Recalcati http://www.massimorecalcati.it/.../Massimo_Recalcati_-_La Repubblica   20 aprile 2021 Al link, "Tra i banchi meno programmi più umanità": l'articolo di Massimo Recal...

ERALDO AFFINATI: IL MERITO? NON NELLE CLASSI DELLE NOSTRE SCUOLE!

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  Eraldo Affinati IL MERITO? NON NELLE CLASSI, PERCHE' SAREBBE UNA GARA CHE ESCLUDE GLI ULTIMI. Tutti i docenti vorrebbero ottenere il massimo dai propri alunni, ma sappiamo che per farlo bisogna calcolare la stazione di partenza di ognuno...L'articolo 34 della Costituzione italiana è molto chiaro: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita..." Non possiamo riproporre l'idea di una scuola che deve scegliere i migliori attraverso prove selettiva. Fosse così, cosa faremmo con quelli che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati? Li spazzeremo via come foglie cadute dall'albero di un paese che ha i più alti numeri di dispersione scolastica? Se così fosse, la scuola diventerebbe l'ospedale che vuole curare i sani e non i malati, per riprendere la famosa espressione del priore di Barbiana. La scuola deve formare alla vita. Consegnare il testimone. Scoprire il futuro agli adolescenti ch...

ENRICO GALIANO: UNA SCUOLA PER TUTTI

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Sindrome di Down:"Come spiegare ai bambini la diversità" di Martina Fuga

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In un colloquio con gli insegnanti di Emma ci siamo chiesti come spiegare ai compagni della sindrome di Down. Dal primo giorno gli insegnati hanno cercato di trasmettere  il concetto che Emma non è una bambina diversa dagli altri, ma abbiamo capito che non funziona . Come non funziona? Emma non è una bambina diversa dagli altri, perché non funziona? Non funziona perché i bambini sono più intelligenti di noi e vedono che è diversa: è diversa perché parla in modo strano, perché ha dei tratti somatici particolari, e perché fa più fatica di loro in moltissime cose, quasi tutte, infine è diversa perché viene gestita dagli insegnanti in modo diverso. I compagni lo dicono chiaramente: “ Ci dici che è come noi, poi tu la tratti in modo diverso : hai più pazienza, quando combina qualche pasticcio le dai tre avvertimenti invece di uno prima di metterle una nota o darle una punizione, quando ci fa un dispetto dobbiamo capire, ci può mettere più tempo a mangiare o a torn...