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Visualizzazione dei post da ottobre, 2015

Maurizio Patriciello: la sua parola diretta e semplice

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Maurizio Patriciello La parola diretta e semplice di Maurizio Patriciello, - prete di frontiera che ha fatto conoscere all’Italia il dramma che si consuma  nella Terra dei Fuochi -, lascia nei nostri cuori il desiderio di lavorare di più e meglio, per combattere illegalità e corruzione in ogni sua forma.  Si aprono al nostro sguardo scenari devastanti spesso dimenticati, Primo fra tutti, quello che miete vittime soprattutto tra i giovani, ossia il traffico di stupefacenti, poi la proliferazione delle slot machine che galvanizza e impoverisce giovani e adulti, l'uso improprio dell'alcol proprio tra i giovanissimi, l’abusivismo edilizio e lo scempio ambientale, un traffico spesso veloce e micidiale nelle nostre piccole e grandi città, la corruzione politica e il sordido intreccio tra politica e criminalità e… infine quel sentimento molto diffuso di pensare che posso sempre soddisfare ogni mio desiderio, nonostante i regolamenti e le norme. Se vogliamo avanzare sulla

Viaggi di istruzione: se ne parla troppo poco.

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Dopo la tragica morte dell’alunno diciassettenne Elia Barbetti, in viaggio di istruzione a Milano in visita all’EXPO, molti interrogativi si pongono sulle modalità e sull'attuazione di tali viaggi. Possiamo senz’altro dire che, oggi, non esistono le condizioni strutturali e psicologiche per affrontare un "viaggio di istruzione" con ragazzi che, il più delle volte, non amano il viaggio in quanto "viaggio di istruzione", ma essenzialmente come un momento di evasione nel migliore dei casi, oppure come un momento di trasgressione in molti altri.  Occorrerebbe pertanto per ogni viaggio, in ogni scuola, interpellare una equipe psicopedagogica che prepari preventivamente tale viaggio e si renda conto se quel gruppo di ragazzi è in grado di affrontare in maniera adeguata un tale viaggio. Inoltre è assurdo pretendere responsabilità dai docenti, i quali con le migliori intenzioni non sono umanamente nelle condizioni di controllare da soli un gruppo classe animoso

Gandhi: violenza passiva e violenza fisica

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Giocabi per il dialogo e la fraternità in Belgio Gandhi era solito  proporre ai giovani di disegnare la genealogia della violenza, nello stesso modo in cui si disegna un albero genealogico, perché era convinto che ciascuno di essi avrebbe apprezzato la non violenza se avesse capito e riconosciuto la violenza che esiste nel mondo. Per questo invitava a ripercorrere alla fine di una giornata gli eventi vissuti e conosciuti, e riportarli sull'albero, come  violenza fisica   se si si trattava di atti in cui veniva usata la forza fisica, o come  violenza passiva  se si trattava di eventi che provocavano ferite emotive. Fu una sorpresa per tanti il rendersi conto che  le violenze passive erano molto più numerose di quelle fisiche, e che  la violenza passiva era  molto più insidiosa di quella fisica, in quanto generava rabbia nella vittima; rabbia che prima o poi sarebbe sfociata nella violenza fisica. I Si capiva con chiarezza che era  la violenza passiva a generare la violenz