Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2016

"Così è la vita" di Concita DeGregorio

Immagine
Concita De Gregorio Per riuscire a censurare la morte – nasconderla a noi stessi, agli altri, a una società intera – è necessario prima censurare la vita. Levando dalla vita le tracce della fragilità, della malattia e della vecchiezza: le tracce del tempo. Ma questa sorte di sterilizzazione della vita – questo prosciugare umori, lacrime, cicatrici, rughe, malattie, dolore – la dissecca, la immiserisce. E finisce per toglierci, a conti fatti, molto di più di quanto la morte ci leva. Questo, in estrema sintesi, è il succo del nuovo libro di Concita De Gregorio, che si chiama Così è la vita (Einaudi Stile libero). E’ un libro breve e potente, ma soprattutto è un libro contagioso. Perché la sua forma aperta…è così coinvolgente da costringere il lettore a riaprire i suoi cassetti e a rifare i suoi bilanci, in tema di morte e di morti. A rivedere volti e case, a ricordare cerimonie e gruppi umani raccolti a salutare qualcuno, a levare i sigilli a quell’urna invisibile nella q

David Grossman: Crescere oggi è dura

Immagine
lo scrittore David Grossman Crescere oggi è dura. Quando ero bambino e giovane genitore, i limiti erano più chiari. C’era una gerarchia, con i genitori, gli insegnanti e più tardi l’esercito. Un centro del mondo chiaro. Forse era un’illusione che dava stabilità. Ora tutto è saltato. E i bambini avvertono la fragilità degli stessi genitori, che sono bambini anche loro. Mi chiedo come si comporteranno quando avranno trent’anni. Il mondo è così crudele, e tutta questa ferocia arriva sulla TV e sul computer. Difficile proteggere l’innocenza dei figli così esposti alla violenza. Devi combattere. Internet è uno strumento meraviglioso. Ma quando un bambino vi approda e come se entrasse nella giungla. E’ un dovere genitoriale proteggerlo, accompagnarlo….Un bambino è un ambino dovunque. Solo più tardi arriva l’ansia per il terrorismo e si deve insegnargli a evitare  i posti pericolosi, sostenerlo quando saprà che un giovane è stato ucciso in guerra. Mostrare la realtà a degli occhi innocen

Luigina Battistutta: Come alleviare la fatica del vivere

Immagine
Luigina Battistutta “Chi pensa che tutto resti immobile s’inganna, perché nulla rimane in realtà uguale a se stesso…Dopo il dolore e la delusione, nel cuore rimane ancora qualcosa di tenero e di gentile. Ogni incontro o esperienza fatti insieme non ci privano di qualcosa, anzi ci arricchiscono e così rimane per sempre il bene che si è fatto o ricevuto. E questa briciola di bene che resta dopo tutto…può ancora alleviare la fatica del vivere e l’esistenza di chi ci è adesso vicino” Luigina Battistutta da Il Mercante delle Alpi di Luigina Battistutta,2011, Edizioni Santi Quaranta

Claudio Morandini: Quale dialogo tra lo scrittore e il lettore?

Immagine
Claudio Morandini Viviamo in tempi in cui la comunicazione sembra essersi ridotta a slogan, a aforismi messi insieme senz’arte, strillati e ripetuti finché non suonano veri. Per questo sento che c’è ancora e anzi sempre più bisogno di letteratura, cioè di uno spazio aperto di contatto e confronto, in cui ci si confronta con l’altro e il diverso, e si può correggere la propria propensione al dogmatismo e alle scorciatoie troppo facili. Niente è davvero facile e diretto in letteratura, almeno in quella che intendo io, il percorso resta imprevedibile, i caratteri sfuggenti, i temi scivolosi, mancano le conclusioni definitive, tutto è flessibile, relativo. L’autore non vi si aggira come una divinità spietata o come un campionissimo degli scacchi che ha già previsto ogni possibile mossa. E noi, da lettori, siamo messi dinanzi a una serie di punti interrogativi (ma nessun punto esclamativo ci farà innervosire o ci toglierà il piacere sofferto di provare ad azzardare una risposta, un seg

"Il coraggio non può mancarvi" di Chiara Lubich

Immagine
Chiara Lubich al Genfest di Roma 2000 Nel 2000 varie guerre   minacciavano il pianeta. I "giovani per un mondo unito" posero a Chiara alcune domande, e lei rispose sottolineando cose che ci sembrano attuali per l’oggi del mondo: Come è nata l’idea di un mondo unito. Come è cominciata questa avventura dell’unità? Carissimi, vi trovate insieme per condividere gioie, ansie e ideali, per riconsiderare ciò che può interessare, oggi, i vostri animi tutti protesi verso il nuovo millennio, che appartiene in modo speciale a voi, per raccogliere le vostre giovani forze e contemplare un sogno che può divenire   realtà: un mondo unito… Come è cominciata quest’avventura? E’ cominciata quando non io, ma un Altro lo ha voluto…Un giorno, tanti anni fa, abbiamo capito che su di noi, giovani di allora, vi era un disegno meraviglioso, un compito, quasi una missione: lavorare nella vita, che ci era data, perché tutti siano una cosa sola, mettendo in moto nel nostro e nell’

Piero Taiti: La farsa di una democrazia che viaggia sui cannoni occidentali

Immagine
Favelas e grattacieli Il mondo più ricco non può tacitare la propria coscienza, predicando la pace o ristabilendo l'ordine con forze internazionali per gli affamati, gli assestati, gli ignudi: il venti per cento della popolazione del pianeta che consuma l'ottanta per cento delle risorse mondiali fa oggettivamente un azione "terroristica" continua contro la pace. Né d'altra parte si può pensare che la democrazia possa viaggiare dilagando per il mondo sui cannoni occidentali... La pace può essere costruita, come pensava Giovanni XXIII, e come pensa la comunità mondiale più attenta e sensibile, sulla giustizia, sull'amore, e quindi su una più equa distribuzione della ricchezza. Piero Taiti Da Piero Taiti, Perché convergiamo uniti sul tema della pace,   Atti del Convegno In dialogo sulla pace, Centro del Dialogo del Movimento dei Focolari, Castelgandolfo

Unione Europea: Ci vuole più coraggio!

Immagine
Faruk Redzepagic   Le questioni sociali, culturali e spirituali rimangono alla periferia dell'interesse dei costruttori del processo di globalizzazione in Europa... Senza una globalizzazione dello spirito, l'Unione Europea è "un corpo senz'anima"... Facciamo un appello ai politici europei perché con più coraggio basino gli accordi politici sul fondamento della comune spiritualità e dei valori comuni, che sono sempre stati  f a ttori relativamente autonomi della storia europea... A causa della scomparsa del "pericolo comunista" il grande capitale - portatore dell'attuale processo di unificazione dell' E uropa - dimostra sia sul piano europeo che mondiale, i segni di una rinnovata sicurezza di sé, di un'avidità spesso senza scrupoli e di uno sfruttamento della classe operaia e dei bassi strati sociali della popolazione in tanti Paesi di tutto il mondo. In queste condizioni queste popolazioni tornano alle proprie radici spirituali per ce

Salvatore Settis:UNA SCUOLA CHE MORTIFICA LA DIVERSITA' E' UNA SCUOLA PERVERSA

Immagine
Salvatore Settis Il  lavoro intellettuale non si può quantificare o conteggiare. Tra i famosi “otium” e “negotium” non c’è soluzione di continuità. Un insegnante non deve essere valutato in base alle ore che fa di lezioni frontali. Chi le prepara? E il tempo che uno ci mette a prepararle chi lo conteggia? …Nessuno lo può conteggiare,  Ma ci rendiamo conto che col sistema assurdo dei crediti formativi all’università si pretende di conteggiare il tempo che ci vuole a imparare un certo libro? Magari un libro di cento pagine io lo posso imparare in due ore e lei in mezz’ora. Abbiamo un sistema di valutazione che mortifica la diversità tra gli esseri umani. Valutare in base alle ore presunte è una solenne sciocchezza. Questa è la vera perversione che sta facendo danni enormi, e ne farà sempre di più. Salvatore Settis da Linkiesta, Bruno Giurato, Salvatore settis, la buona scuola non è buona. E le competenze non servono, 7 febbraio 2016

Staino: Anche dal male può nascere qualcosa di nuovo

Immagine
Sergio Staino Nel 1977, rottura della retina dell’unico occhio sano che avevo.. All’ospedale di Trieste mi dissero che sarei rimasto al “buio”…Ero distrutto, per me era la morte civile. Ma è stato proprio in quei giorni che l’occhio, incamerando informazioni frammentarie, lavorava lo stesso  e mi ha permesso di ridisegnare la parte asburgica che avevo davanti al letto…Lavorando con sofferenza tra carta, lapis e pennino mi è venuto fuori un altro segno. Un segno mio, alla Grosz, ma che conquistato millimetro dopo millimetro è diventato il segno di Staino. Allora ho capito che anche dal male può nascere qualcosa di nuovo e forse anche più bello. Staino da Massimiliano Castellano, Staino, il senso è nel segno, Avvenire  30 ottobre 2016