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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Rutger Bregman: I leader non mi interessano

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Rutger Bregman I leader non mi interessano. I paesi non sono aziende in cui basta un Ceo carismatico a far funzionare tutto. E non penso a una rivoluzione: il XX secolo è stato pieno di sogni sfociati in dittature ideologiche. Una visione utopica dovrebbe essere realizzata lentamente…L’ndividuo cosa dovrebbe fare? Da solo nulla. Ma bisogna ricordare che insieme si può. C’è tanto ottimismo individuale e poco collettivo. Siamo stati educati così. Cambiare questa prospettiva sarebbe un inizio. E dovremmo smettere di fare i moralisti. Di mettere all’indice chi è bloccato dal sistema, dall’ignoranza, dalla povertà. Un mondo migliore non inizia con “te” ma con “noi”. Guardare gli altri con compassione –nel significato latino del termine – è il primo passo. Leaders do not interest me. Countries are not companies in which it is enough to have charismatic CEO to make everything work. And I am not thinking of a revolution: the twentieth century was full of dreams which ended in ideologi

Luigi Santucci: uno scrittore originale

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Luigi Santucci (1918-1999) Abbiamo riletto il romanzo "Il velocifero" (Mondadori 1963), dello scrittore milanese Luigi Santucci, nel quale sono presenti personaggi di convinzioni religiose e personaggi di convinzioni non religiose, descritti con simpatia e sempre in dialogo tra loro. Riportiamo qui di seguito tre brani di questo romanzo ritenuto dalla critica  il suo capolavoro: Il perdono Perdonare non vuol dire soltanto condonare, rinunciare alla vendetta. C’è un perdono profondo e amoroso ch’è assai più dell’oblio: esso rifà nuova dentro di noi la persona che ci ha offesi, la va a pescare alle origini della su infanzia e ricomincia allegramente a giocare con lei. La guerra Penso che la guerra... quando tutto l’odio si raggruma nella sua forma più visibile e trionfante, e gli uomini si scannano a milioni. .. sia la passione di Gesù che si rivela ai popoli facendo a meno di manuali di devozione e dei nostri quaresimali.  La santità Che vuol di

TITO AMODEI: L'arte non è né religiosa né laica

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Tito Amodei L’arte è qualcosa che nasce dentro e va dove vuole. Se non fosse così non sarebbe arte. A ciascuno di noi spetta poi il modo in cui realizzarla. Mi trovo a vivere due vite in una. Sono un artista e sono consacrato in una congregazione missionaria. E non faccio arte religiosa. Provo un certo imbarazzo quando qualcuno mi dice: da te mi sarei aspettato che dipingessi i Santi, Gesù sulla croce o qualche scena edificante sulla Bibbia. Lodevole, dico io, ma l’arte è un'altra cosa. L’arte non è né religiosa né laica. E’ solo arte. Vivaddio….Posso dirle che per me l’arte è il bisogno di possedere la materia attraverso le forme. Sono tormentato a volte dalla presenza delle cose  e so che devo tradurrre il tormento in una forma che lo  plachi. Mi dolgo per il modo in cui il clero è stato assente in tutti questi anni sui problemi dell’arte. Il Concilio Vaticano II aveva tentato un apertura… Provo una desolante depressione alla vista di certi santuari  che pullulano

William Wall: DONO

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William Wall DONO Cosa posso darti se non una poesia? Ho paura dei pericoli – riluttanza, profanità – in attesa di momenti propizi, una notte limpida, un periodo tranquillo.  Le cose che alla lunga si semplificano, reductio ad absurdum . Ma l’amore mette la presa nella spina, & incolla le parti & le forme, tenendoci insieme. Ma, amore, ci sono violette, rondini, pietre, & queste sono costanti di riferimento & provano, a dispetto della logica, che esistono doni al di fuori del nostro controllo, cose date mai più da restituire, cose immediate la cui essenza sta in loro stesse. GIFT What should I give you if not a poem? I am fearful of dangers - reluctance, profanity - awaiting propitious moments, a clear night, a quiet time. Things you will simplify in the long run, reductio ad absurdum. But love puts the tenon in the mortise, & glues the parts & the frame, holding us together. But, love, there are

Federico Fellini: SCONFIGGERE LA SOLITUDINE

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Federico Fellini Il filosofo Emmanuel Mounier ha detto, molto giustamente, che l’esperienza più importante e originaria per aprire a qualsiasi prospettiva sociale è l’esperienza comunitaria tra un uomo e un altro. Intendo dire: per imparare la ricchezza e la possibilità della vita sociale…è innanzitutto importante imparare a stare, semplicemente, anche con un solo altro uomo: credo che questo  sia il tirocinio d’ogni altra società e credo che se non si risolve questa umile ma necessaria partenza, ci troveremo forse domani di fronte a una società esteriormente bene organizzata, e pubblicamente perfetta e senza peccato, nella quale però i rapporti privati, quelli tra uomo e uomo, quelli tra le “persone” rimarrebbero rapporti di vuoto, di indifferenza, di isolamento e di impenetrabilità. Il nostro male, di noi uomini moderni, è la solitudine, e questa incomincia assai in profondo, alle radici dell’essere, e nessuna ubriacatura pubblica, nessuna sinfonia politica può presumere di

Umberto Saba: L'aggressione allo stato puro

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Unberto Saba (1883-1957) e Trieste Gli individui, le nazioni, i continenti si odiano e si minacciano. Perché una cosa sia (momentaneamente) in piedi, bisogna che parta da aggressione. L'aggressione allo stato puro è la cosa più apprezzata. Fra tanti infelici si aggira, un dito in bocca, il piccolo Eros. Come farò - pensa - ad assolvere il mio compito, che è quello di fare un'unità di tutti questi pazzi? Non dubitate: ne sa le vie e i modi. Umberto Saba daUmberto Saba. Scorciatoie e raccontini , Mondadori 1946

Andrei Tarkovskij: Come nascono i capolavori

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Andrei Tarkovskij (1932-1986) I capolavori nascono nello sforzo di esprimere degli ideali morali ed è alla luce di essi che sorgono le immaginazioni e le sensazioni dell’artista. Se egli ama la vita,  se prova l’irresistibile esigenza di conoscerla, di cambiarla, d contribuire a far sì che essa divenga migliore, insomma, se l’artista si sforza di collaborare all’elevazione  del valore della vita, allora non v’è alcun pericolo nel fatto che la rappresentazione della realtà passi attraverso il filtro della visione soggettiva e degli stati d’animo  dell’autore, perché il risultato sarà sempre uno sforzo spirituale in nome del perfezionamento dell’uomo. Un’immagine del mondo che ci affascinerà per l’armonia dei  sentimenti e dei pensieri, per la sua nobiltà e lucidità. Andrej Tarkovskij