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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

“L’importanza della meditazione” di Roberto Calasso

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Molti sostengono che la figura dell’editore perderà di importanza con l’avvento dell’e-book e del self publishing, ma Roberto Calasso della Adelphi la pensa diversamente: “Sono tutte balle. Esiste un’intera tribù che lo sostiene, ma si fonda su presupposti ideologici che coltivano l’odio per la meditazione: e questa è una delle cose più funeste che possono colpire un cervello che pensa. Significa non capire nulla di ciò che accade anche nella testa di ciascuno di noi, perché tutto è il risultato di complesse meditazioni.” Da Loredana Lipperini, Libri Doc, Calasso: “Il mercato premia l’editore che sa quello che fa”, La Repubblica 3 marzo 2012

"Il raccolto del mondo" di Erri De Luca

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Povertà è una trincea che non accetta tregua. L’assedio della scarsità la vuole costringere a miseria. I poveri sono funamboli del circo povertà, giocolieri di pani e di pesci difficili da masticare a lungo prima di inghiottire. Divisi in parti uguali tentano una giustizia e non fanno guardare nel piatto del vicino. Le mani dei poveri hanno cento mestieri, le ore di sonno hanno il dovere di offrire al domani la forza lavoro della buona volontà. “Tu non l’opprimerai” dice cinquanta volte la parola sacra. Dice, continua a dire, perché scritta non basta, tutti gli oppressori hanno una Bibbia in casa. Dev’essere esclamata nella piazza, sotto l’angolo retto della pioggia e del vento che lucida le stelle. Va ribadita in faccia ai cieli chiusi. Il povero è un atleta, la sua specialità è la maratona. Se al ricco d’improvviso succede la caduta nella povertà sprofonda, annaspa, incredulo alla sorte. Anche se professore, laureato, è analfabeta della povertà. Nella rovina

"L'effetto farfalla" per la pace

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Dolors Dinares La pace con se stessi è fondamentale per poter essere costruttori di pace. Non basta escludere la guerra, bisogna creare le condizioni necessarie per costruire la pace. Creiamo vincoli, stabiliamo relazioni, abbassiamo le tensioni, fermiamo lo stato di guerra fredda che si trova in tanti ambienti. Certamente dove ci sono uomini ci sono conflitti. Non è tanto il conflitto che è evitabile, ma la soluzione violenta del conflitto. Lavorare per la pace ci chiede di fare il primo passo, senza aspettare la risposta, la reciprocità. Il perdono e la riconciliazione sono un valore. Chi lavora per la pace sono quelli che l’amano tanto che non temono di intervenire nei conflitti, pur di prcurarla a quelli che trovano in discordia. Realizziamo quindi azioni per creare nella società uno stato di opinione pubblica favorevole ad una pace positiva (risolvere i conflitti in maniera civile) e istituire una cultura di pace. Ricordiamo l’effetto farfalla che consiste nel fatto

"Un uomo felice" di Tiziano Terzani

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"Oggi l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi, per produrre delle cose per lo più inutili che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che dà soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente. Io trovo che c'è una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola " felice ", ed è " contento ". Accontentarsi, uno che si accontenta è un uomo felice. " TIZIANO TERZANI

"Dice la speranza" di Antonio Machado

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Dice la speranza: un giorno la vedrai se sai aspettare. E lo scoramento: lei non è che la tua amarezza. Ma tu batti cuore… Tutto non l’ha inghiottito la terra. Antonio Machado

"Il Vescovo" di Carlo Maria Martini

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I Vangeli non parlano a lungo della non credenza, perché non era a quel tempo di moda. Oggi ci si definisce volentieri come atei o agnostici, o persone indifferenti al problema di Dio. Non bisogna illudersi che siano numericamente pochi coloro che appartengono a queste categorie, come pure quelli che vivono di fatto lontani da ogni attività pastorale Paolo VI si chiedeva costantemente la domanda: “Che cosa penserà o capirà di ciò che dico l’uomo moderno?” Badava molto all’impressione che il suo discorso e la sua azione potevano fare sui non credenti e i non praticanti. Il vescovo dovrà ricordarsi di essere mandato in una Chiesa locale, cioè in una Chiesa esistente in un luogo, nel quale oggi non tutti possono considerarsi cristiani…Questo determinerà innanzitutto il suo linguaggio, perché esso dovrà essere capito il più possibile anche da coloro che non credono o non praticano. Carlo Maria Martini Da Carlo Maria Martini, Il Vescovo , Rosenberg & Sellier, 2012