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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

Joahn Galtung: Dal conflitto al dialogo

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Joahn Galtung Il conflitto è il motore del cambiamento e io lo  intendo in due significati opposti. Come pericolo ma anche come opportunità. Dal conflitto può scaturire un invito a cambiare attraverso il dialogo: cosa possibile se si ha un’immagine positiva del futuro. Dialogare significa crescere insieme, come quando pongo domande al mio interlocutore che stimolino al cambiamento e alla costruzione: non affronto, per esempio, chi ha in mano il potere in Myanmar accusando: Voi siete contro i diritti umani. La domanda che pongo è invece: come vede lei, signore, il Myanmar del futuro? Quale è il Myanmar dei suoi sogni? Come desidererà vivere  in futuro?... L’unione europea è sicuramente un buon modello, ma bisogna lavorare sui diritti  intrastatali. Sono quelli che mancano. Tutti devono poter vivere in un contesto dove poter soddisfare i bisogni fondamentali, dove ognuno possa votare e partecipare, e dove tutti possano vivere liberamente la propria cultura, che rapp

Riccardo Muti: Insegnare musica fa bene

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L’ignoranza della musica è ignoranza delle proprie radici e senza radici la pianta muore. Non posso che dispiacermi per il disinteresse verso la musica che mostra questo nostro paese. Ai bambini si insegna a cantare  “L’elmo di Scipio” e loro si chiedono: ma chi era ‘sto Scipio…" La musica è medicina dell’anima ed è fondamentale  per la società, perché mostra che specificità diverse possono convergere nello stesso punto…Quanti teatri ci sono in Lucania? Chi vuole fare musica nel Sud  deve affidarsi ai dischi, perché anche la televisione non ha attenzione per la musica sinfonica e le orchestre. Non è giusto…Nei Conservatori italiani si diplomano centinaia di ragazzi che poi non ce la fanno e vanno a afre altri mestieri…In Corea ci sono 30 orchestre. E’ ora di cambiare e ritrovare la fierezza di essere italiani e non per stupido nazionalismo, ma per la nostra storia. Riccardo Muti da Anna Bandettini: Muti: Insegnare musica fa bene al Paese, La Repubblica 10 giugno 20

Rosenberg: Nei rapporti, come stabilire una reale connessione?

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Marshall B. Rosenberg (1934-2015) Poco tempo fa ad un seminario, una madre molto preoccupata per il figlio che fumava, pensava che dovesse farlo smettere. Il figlio percepiva questa pressione e affermava che più sentiva l’intenzione della madre di farlo smettere, più aveva voglia di resistere. Ho mostrato alla madre la differenza tra l’avere come unico obiettivo quello di cambiare il comportamento del figlio e quello di cercare, invece, una connessione con lui, con i bisogni che lo spingevano a quel comportamento. L’obiettivo della madre aveva bisogno di trasformarsi, di passare dal tentativo di togliere qualcosa al figlio, al trovare un modo diverso dal fumo, più sicuro e salutare, che gli permettesse di soddisfare alcuni bisogni. Questo cambiamento richiedeva che la madre comprendesse quali erano i bisogni che il figlio cercava di soddisfare quando fumava… Il giorno successivo è tornata al seminario estremamente soddisfatta perché aveva avuto una qualità di connessione c

Spesso abbiamo difficoltà a capirci

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Andrew Camilleri Ognuno di noi si è chiesto qualche volta come intavolare un autentico rapporto con il vicino di  casa, lo straniero, i figli ... Spesso abbiamo difficoltà a capirci, persino con chi condividiamo gli  stessi ideali e constatiamo con dolore: “Non c’è dialogo, non è possibile. Parliamo, parliamo, ma non  arriviamo mai ad essere d’accordo...”. Nei vocabolari, si definisce ‘dialogo’ il discorso che passa fra due o più individui e permette uno  scambio di sentimenti e di idee. Per me è molto di più! Recentemente, mi è capitato di incrociare  una mendicante lungo una strada dove passo di frequente. Al vederla, affrettavo il passo per evitare  l’imbarazzo di non voler rispondere alle sue richieste, ma un giorno ho deciso di fermarmi. Appena mi sono avvicinato, mi ha chiesto l’ombrello perché stava per piovere. Preso di sorpresa, gliel’ho dato,  anche se non ero sicuro che me lo avrebbe ridato. Alcune ore dopo sono ripassato di lì e già da lontano  mi sventolava l’ombr

SETTANTA VOLTE REPUBBLICA: FEMMINILE E PLURALE

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Albertina Soliani 2 giugno 1946 – 2 giugno 2016: settant’anni di Repubblica. Democratica. Fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Nulla di quello che è nato allora può oggi essere dimenticato, sminuito. Soprattutto il fatto che la Costituzione della Repubblica incarna e sostanzia l’unità del Paese. I primi 12 articoli sono sacri, intangibili. La dignità della persona, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la pace. La seconda parte la si può modificare, lo dice la Costituzione stessa, ma con coerenza formale e sostanziale. I ritardi e l’immobilismo della politica non possono essere un alibi per accelerazioni fuori controllo. Settanta anni fa lo spirito dell’Assemblea Costituente trovò l’unità tra forze politiche assai diverse. Rinasceva il Paese, dopo la catastrofe bellica, e l’unità antifascista manteneva ben salda la bussola anche nelle prime, nuove tempeste della guerra fredda. Così è stato anche n

Anna Magnani e la crisi del cinema

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Anna Magnani (1908-1973) Ho sempre respinto  i personaggi che ritengo non adatti a me. So quello che voglio o non voglio fare e perciò il più delle volte mi trovo a dover rifiutare le offerte, anche quelle allettanti, perché non m’interessano…Oggi esiste la crisi del cinema. E del resto era fatale che arrivasse. Non si può imbrogliare il pubblico per troppo tempo. A parte l’eccezione di qualche buon film, la produzione è molto scadente. E la gente, a un certo punto, reagisce con le armi che possiede…Si parla di crisi di soggetti, di idee. Ma, secondo me, non per mancanza di scrittori; è proprio il mercato che impone questa situazione. Sono stati commessi dei gravi errori. Quando si imbrocca un filone, si vuole sfruttarlo fino in fondo, in tutti i modi, con il risultato, alla fine, di produrre film insulsi e noiosi…Ho fatto cinema perché provavo un entusiasmo straordinario. Mi sentivo ispirata. Ero un po’ illusa forse. In realtà è un mestiere da matti: bisogna avere una grande p

Rosetta Loy: Fendere l'oscurità del mondo

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Rosetta Loy Gira ormai in famiglia la storia di questo ragazzo che pare mi interessi molto. Uno di quelli che quando viene a giocare a ping pong arriva in bicicletta senza curarsi troppo di quello che indossa, e per di più vende a rate dei libri…Tra l’altro non nasconde il giovane squattrinato, le sue simpatie di sinistra maturate durante l’esperienza come marcatempo nel cantiere dello zio costruttore; e parla senza reticenze dei peccati del capitalismo e di un futuro di equità e giustizia secondo i canoni di Marx. A me i canoni di Marx non sembrano divergere molto dai principi enunciati nel Vangelo, ma al contrario collimare con quanto ho sempre intuito di un mondo che sfrutta i deboli e protegge i potenti. E adesso, grazie anche alla dialettica del giovane squattrinato, questi principi arrivano a fendere come spade l’oscurità del mondo. Amo di Peppe non solo lo sguardo e il corpo alto e slanciato, ma anche l’intelligenza e la sua faciltà di rapporto con chiunque, dal ra