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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

“L’illusione della globalizzazione” di A.G. Iñárritu

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Il regista Alejandro Gonzàlez Iñárritu Sono molti anni che osservo il fenomeno delle grandi migrazioni sociali. A Città del Messico, mia città d’origine, non esiste questo problema dell’immigrazione multirazziale come nelle grandi città europee, Parigi, Roma,Londra o Barcellona. In queste città le comunità di cinesi, africani e sudamericani vivono le une accanto alle altre, hanno gli stessi problemi di sopravvivenza, sono invisibili a quella parte della città che vive nella legalità, tuttavia non si incontrano e non si integrano. Sono cellule sociali autonome, che vivono realtà parallele, delle quali noi veniamo a conoscenza soprattutto attraverso i media. Tutto ciò è una testimonianza chiara del fatto che il fenomeno della globalizzazione è una pura illusione. Possiamo globalizzare tutto, non l’essere umano. Da: Francesca Lombardo , Iñárritu: gioco con morter perché la vita è sempre “biutiful”, Il Venerdì di Repubblica, 4 febbraio 2011

"Attorno a casa tua" di Maria Voce

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Maria Voce con i giovani in USA L’altro giorno ho incontrato un ragazzino di 14 anni che mi chiedeva: - Io vorrei fare qualcosa per queste guerre. Ti ricordi a piazza Tienammen quei giovani che si mettevano davanti al carrarmato? Io vorrei fare qualcosa. Sembrava quasi che si volesse mettere davanti al carrarmato per fermare qualcosa di negativo. Io l’ascoltavo perché sentivo di dover rispettare questa sua esigenza, questa necessità di contribuire in qualche modo a costruire qualche cosa. Poi aggiunse: - Possiamo cominciare a raccogliere dei soldi per i poveri, fare qualcosa! - Sì, certo – gli ho detto. – Ma sai cosa puoi fare subito? Puoi cercare di vedere, attorno a casa tua, se c’è qualche ragazzino della tua età i cui genitori non si parlano e lui si sente solo, puoi cercare di vedere se c’è qualcuno che ha bisogno di essere aiutato a scuola, ma vallo a cercare attorno a casa tua, non in internet, perché lì tu puoi fare qualcosa. Ho visto i suoi occhi i

"Queste cose visibili" di Lamberto Lambertini

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dal docufilm "Queste cose visibili" di Lamberto Lambertini Durante una passeggiata gli occhi sono aperti, i sensi svegli, il corpo e la mente trasportati in uno spazio che è insieme la meta e la via. Chi passeggia non fa domande, ascolta; non cerca, trova. Le persone che il Caso mette sulla nostra strada rinunciano alle consuete difese, disarmate da tanto sorridente silenzio, ritrovando il piacere del parlare di sé e degli amati luoghi. La cinepresa chiude il suo occhio impietoso e il racconto diventa memoria paradossale di passato, presente e futuro. A noi la libertà di associare fantasia e realtà, il visibile con l’occulto, in un cortocircuito di segni come il bene e il male, il bello e il brutto, opposti e complementari, l’uno specchio dell’altro. Ed ecco Napoli, nobile metafora di tutte le antiche capitali del mondo, sospese tra rovina e grandezza, risorgere e mostrarsi, senza violenza e volgarità, immagini care alla cronaca, splendente invece di saggezza, u

"La quantità di amore" di André Comte-Sponville

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Sarebbe folle attribuire importanza innanzitutto a ciò che ignoriamo, a ciò che ci separa, più che a ciò che conosciamo bene, per esperienza e per cuore e che ci avvicina: ciò che dà valore ad una vita umana non è la fede, non è la speranza, è la quantità d'amore, di compasione e di giustizia di cui si è capace. André Comte-Sponville “Atti del corso di approfondimento per amici del dialogo di convinzioni non religiose 2009"