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Visualizzazione dei post con l'etichetta coscienza

TITO LABATE: COSA MUOVE IL MIO AGIRE

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  Tito Labate al Convegno "In dialogo per un mondo più unito" Sono un calabrese, trapiantato a Cuneo da 25 anni, lavoro in azienda e come volontario faccio il sindacalista. Diciamo che il mio agire è sempre stato guidato dalla mia coscienza. Quest'ultima frequentemente mi suggerisce se ho operato bene o male. Con la mia coscienza ho un rapporto costante che non si interrompe mai. Con gli amici dei Focolari condivido molti valori e soprattutto quello spirito bellissimo di unità per un mondo migliore che ci spinge ad un dialogo continuo, pur con convinzioni diverse in altri settori della vita, come la religione. Io infatti sono un non credente. Ciò che apprezzo in questi amici è la coerenza. Molti di loro hanno fatto una scelta di vita in perfetta sintonia con i principi ai quali credono. Io invece devo compiere sforzi notevoli per rimanere coerente a quei principi. Dopo che li ho incontrati, molto spesso, oltre a confrontarmi con la mia coscienza per verificare il mi...

Julien Green: La tranquillità

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Julien Gree (1900-1998) “Finché si è inquieti, si può stare tranquilli”. Julien Green dal Diario di Julien Green

LUIGI CIOTTI: SIATE ERETICI

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Don Luigi Ciotti alla marcia della pace a Cuneo SIATE ERETICI Vi auguro di essere eretici. Eresia viene dal greco e vuol dire scelta.  Eretico è la persona che sceglie e, in questo senso è colui che più della verità ama la ricerca della verità. E allora io ve lo auguro di cuore questo coraggio dell’eresia.  Vi auguro l’eresia dei fatti prima che delle parole, l’eresia che sta nell’etica prima che nei discorsi. Vi auguro l’eresia della coerenza, del coraggio,   della gratuità, della responsabilità e dell’impegno. Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri.  Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è. Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa. Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie.  Chi non pensa che la povertà sia una fatalità. Eretico è chi non cede alla ...

Piero Taiti: Tutti abbiamo una coscienza

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Tutti abbiamo una coscienza e i valori umani fondamentali se non passano attraverso una elaborazione della nostra individuale, personale coscienza, ma anche di una coscienza comunitaria, condividendo insieme idee ed esperienze,  rimangpono delle enunciazioni teoriche e rischiano di non diventare l'ispirazione per la nostra attività di tutti i giorni e per la realizzazione della fraternità umana.  Piero Taiti da Atti del Corso di approfondimento per "amici del dialogo" Castelgandolfo 6-9 aprile 2006

Don Lorenzo Milani: IL PERICOLO DELL'OBBEDIENZA CIECA

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Don Lorenzo Milani (1923-1967) A Norimberga e a Gerusalemme sono stati condannati uomini che avevano obbedito. L'umanità intera consente che essi non dovevano obbedire, perché c'è una legge che gli uomini non hanno ancora ben scritta nei loro codici, ma che è scritta nel loro cuore. Una gran parte dell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama legge della coscienza. Quelli che non credono né all'una né all'altra non sono che un'infima minoranza malata. Sono i cultori dell'obbedienza cieca. Don Lorenzo Milani

LA CENTRALITA' DELL'UOMO

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Carlos Clarìa Se il crollo delle ideologie avvenuto in questi ultimi anni può far temere che rimanga spazio solo per il nichilismo, o per lo meno per un relativismo totale, che non lascia in piedi valori in cui credere, nello stesso tempo questo vuoto mette in evidenza il bisogno di ritrovare la centralità dell'uomo, della sua dignità, rimessa come punto essenziale per ogni possibile vita sociale. Sono sempre più quelli che capiscono che tutti, bianchi gialli o neri, uomini o donne,  siamo membri di una sola famiglia e che occorre, quindi, una mentalità e nuove forme che aiutino a creare convergenze  e coscienze universali. Carlos Clarìa

“E’ arrivato il terremoto…” di Murakami Haruki

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Murakami Haruki Si trovava a Honolulu quando la scorsa primavera il Giappone è stato colpito dal terremoto e dal tsunami. Un evento che a suo dire ha cambiato il paese: “…Avevamo lavorato così duramente, dopo la fine della guerra. Per sessant’anni. Più fossimo diventati ricchi, più saremmo diventati felici. Ma alla fine felici non lo siamo diventati, malgrado il tanto lavoro. E’ arrivato il terremoto e tutte quelle persone sono state evacuate, hanno dovuto abbandonare le loro case e la loro terra. E’ una tragedia. Eravamo così felici della nostra tecnologia, eppure il nostro impianto nucleare si è trasformato in un incubo. E così la gente ha cominciato a pensare: dobbiamo cambiare drasticamente stile di vita. Credo che per il Giappone sia stato un grande punto di svolta”….Il cambiamento che stanno vivendo i giapponesi, sostiene Murakami, ha in parte a che vedere con il fatto di aver perso così tanto, e di doversi interrogare su cosa conti davvero. Da Emma Brockes, Come sono diventato...