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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

Pier Paolo Calzolari e "L' Arte povera"

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Pier Paolo Calzolari e una sua opera Pier Paolo Calzolari ha un volto antico: a immaginarselo in abiti quattrocenteschi, potrebbe essere un artista alla corte del Duca di Montefeltro. E intorno a lui c’è una bolla di silenzio desueto: parla a voce bassissima, mangiandosi le parole, e nel suo enorme studio – dove tutto sembra sospeso, immobile, anche i collaboratori di lavoro – si sente solo il ronzio sordo dei motori che producono brina, quel velo di ghiaccio che riveste tante sue opere d’un bianco algido che abbaglia. Come abbaglia perfino il nero assoluto dei suoi legni combusti, bruciati. Per Calzolari la luce è un tema ricorrente, che sia naturale, o al neon o di candela. Anzi la sua vita sembra scandita da un rincorrere la luce…I due capannoni industriali dove lavora, ai margini di Fossombrone, tra Pesaro e Urbino, sembrano fatti di luce: una luce tersa dove la brina risalta ancora più bianca e le combustioni ancora più nere. “Si parla dell’Arte povera – dice Calzolari – come di

Liliana Cavani: Una buona solitudine

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Liliana Cavani Finora non ho mai avuto paura della solitudine. Ma non sono mai stata obbligata a stare sola in un posto e magari avere paura. Non mi piacerebbe neanche esserci in un luogo simile, sicuramente non me lo vado a cercare. Mi piace la solitudine quando la scelgo, quando ne ho necessità, cosa che mi accade e allora diventa una solitudine necessaria e anche bella. E’ come l’aria che entra dalle finestre aperte di casa dopo che sono state chiuse. Una solitudine temporanea e scelta fa sempre molto bene, bisognerebbe prescriverla. È equilibrante soprattutto se si amano persone, perché si ha modo di pensarle meglio, più liberamente, di desiderare il loro bene davvero, cosa che non è sempre facile. Liliana Cavani da  http://www.stateofmind.it/2015/06/liliana-cavani-intervista-infanzia-attualita/    Cristiana di San Marzano, Liliana Cavani: un viaggio dall’infanzia all’attualità della regista. State of Mind, il giornale delle scienze psicologiche" 2015.

Alice:Le canzoni cantano la vita

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Alice Penso sia opportuno per un cantante parlare nelle sue canzoni (anche) di economia, politica… E' salutare , spontaneamente giusto, ed è bene che continui ad accadere. Alice Da Intervista Retrò ad Alice - prima, dopo (e per) Elisa di Luca fiorini

Rosenberg: Come smorzare la rabbia

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Marchall Roenberg (1934-2015) Mi  è stato chiesto: “Ma non vi sono forse circostanze in cui la rabbia è giustificata? Non è forse necessaria una giusta indignazione davanti all’incurante, sconsiderato inquinamento dell’ambiente, ad esempio?” La mia risposta è questa: sono fermamente convinto che nella misura in cui sosteniamo l’idea che esistano azioni sconsiderate o azioni scrupolose, persone avide o persone virtuose, contribuiamo alla violenza che c’è su questo pianeta. Invece di essere d’accordo o meno su quello che le persone sono quando uccidono, violentano, inquinano l’ambiente… credo che serviremmo meglio la vita se ci concentrassimo sui nostri bisogni. Ritengo che ogni tipo di rabbia sia un risultato di un modo di pensare che aliena dalla vita e che provoca violenza. L’essenza della rabbia è un bisogno che non viene soddisfatto. La rabbia quindi è preziosa se la utilizziamo come un campanello d’allarme per svegliarci, per accorgerci che abbiamo un bisogno che non vien

TITO LABATE: Non c'è pace senza giustizia retributiva...

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Tito Labate Nella Carta Costituzionale italiana vi è scritto all'articolo 36 quanto segue: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità el suo lavoro e, in ogni caso, sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa...".  Credo che questo articolo della Costituzione, al pari di molti altri, non venga sicuramente applicato ed è stato dimenticato anche dalle organizzazioni sindacali, che in certe occasioni sembrano più preoccupate di non disturbare il "manovratore" che di curare gli interessi dei lavoratori.  Se tutto ciò accade in paesi come l'Italia, proviamo ad immaginare le condizioni di vita delle persone che vivono nei cosiddetti paesi in via di sviluppo, Paesi da sempre sfruttati dalle multinazionali globalizzate.  Se facciamo questo sforzo allora possiamo comprendere perché si diffonde il terrorismo e perché non è possibile costruire la pace nel mondo senza ave

SAM CLAFLIN: C'E' SEMPRE UN MOTIVO PER ANDARE AVANTI

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  Sam Claflin con  Shailene Woodley in una scena del film    Uno dei film più interessanti dell'ultima stagione cinematografica è stato "Resta con me" di Baltasar Kormàkur, tratto dal libro omonimo che racconta la storia vera di UN RAGAZZO E UNA RAGAZZA amanti della navigazione in  skipper. Sam Claflin, l'attore protagonista con Shailene Woodley, in una intervista così si è espresso:  L'idea di non arrendersi è molto presente nel film. Spero che gli  spettatori si rendano conto di essere in grado di fare molto di più di  quanto normalmente immaginino. So per esperienza che nella vita  si prova spesso il desiderio di volersi arrendere, ma penso che ci sia sempre un motivo per andare avanti. Credo che questo film faccia luce proprio su questo. Sam Claflin da youtube.com  Caricato da leone Film EM GRoup

MICHELE SERRA: LE TRAPPOLE DELLA MERITOCRAZIA

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Si crede e si fa credere che le società funzionino solo per l’abbrivio del talento, per la forza dei migliori, dimenticando che il benessere della società è frutto di un processo corale, collettivo, e la serenità degli individui (anche degli “eccellenti”) non è connessa al di fuori di un miglioramento della vita, se non di tutti, di molti. E’ vero che la selezione dei meritevoli è, nel nostro paese, inceppata, spesso umiliata dal clientelismo, dalle baronie, dalla mafiosità. Ma non è umiliando o dimenticando i secondi, e i terzi, e i quarti, che i primi avranno soddisfazione. Il successo professionale, tra l’altro, non è la sola misura del valore umano. Ce ne sono infiniti altri. Ho conosciuto qualche “eccellente” odioso, e umanamente minimo, e molte persone umili di grande spessore, capaci di dare agli altri qualcosa che non è quantificabile in uno stipendio o in un titolo di studio. Credo, o spero, che i ragazzi che scendono in piazza sappiano che la posta in palio non è

RAFFAELLA BELLUCCI SESSA: iL GRIDO DALLA VALLE DEL NILO

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  Il Mediterraneo è come se tagliasse il mondo in due. Su di esso galleggiano sia la speranza di uomini che vogliono vedere spuntare il sole dopo le lunghe notti nel mare e sia la paura della gente civile che non li vuole. Il vero male non sono le migrazioni, esse sono la conseguenza di una grave patologia, quella dell’ingiustizia sociale che riguarda il mondo e sono anche la denuncia di un Occidente che nonostante si consideri il fulcro della civiltà in realtà dimostra che sta sfaldandosi. Forse occorrono sognatori, non solo tecnici. “Se un uomo sogna da solo, il sogno resta un sogno, ma quando tanti uomini sognano la stessa cosa il sogno diventa realtà” (Camara). Ci vuole gente nuova che sappia sognare, guardare lontano convinta che il futuro comincia già da adesso. Le multinazionali creano schiavi affamati, denutriti e sempre più agguerriti. Il grido dalla valle del Nilo non si è spento ma continua nelle molte tragedie di genocidi, guerre, disastri ecologici, provocati dalle m

Giovanni Parolin: Quando c'è la nebbia

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Giovanni Parolin (1935-2009) e la nipotina Gloria "Ho scoperto che non è il tanto che caratterizza la mia vita e che incide nel sociale, bensì come vivo il mio impegno in ogni istante della giornata. E ciò contribuisce a determinare quel nuovo a cui l'umanità tende. Ma questo è un cammino che va pagato, come ogni cosa bella e preziosa, da momenti di incertezza e di oscurità, così come accade quando c'è la nebbia. Tu cammini, ma la nebbia toglie agli occhi la possibilità di guardare il fondo dei campi, i contorni delle case, la lunghezza della strada, e tutto t'appare nascosto da quest'acqua che galleggia nell'aria che ti impedisce di avanzare sicuro verso una meta.  Ciò nonostante tu vai avanti, certo che la realtà andrà disvelandosi un poco alla volta, passo dopo passo, e mano a mano che avanzi, puoi toccare alberi e cose e vederti venire incontro uomini e folle, fino a quando il sole, alzandosi alto nel cielo, avrà sciolto ogni grumo nebbioso e la vista c

GIANCARLO SIANI: LE PAROLE DI UNA VITA

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  Giancarlo Siani,  giornalista ucciso dalla Camorra per la forza dei suoi articoli che sempre puntavano il dito sulle realtà dolorose che piagavano non solo la grande metropoli ma l'intero territorio campano, ha più volte stigmatizzato il problema dei senzatetto che  si trascina da secoli nei nostri territori, segnati da miseria, da catastrofi naturali e da politiche spesso incapaci di affrontare uno dei mali più grandi dell'umanità.  Mettere a servizio dei senzatetto il suo lavoro di giornalista è stato per Siani un chiodo fisso, fin da quando ha cominciato a scrivere, ritornando spesso ad ogni occasione su quel problema delicato che in molte nostre regioni non  è stato mai definitivamente risolto. Ricordo che un suo articolo. all'indomani del terremoto del 1980, esplose come un turbine ad alta velocita, aprendo discussioni molto  significative in campo politico e fuori. Titolo di  quell'articolo, pubblicato nel febbraio 1981, "Il ventre spaccato", con un ch

RIMANERE NELL'AMORE PORTA MOLTO FRUTTO

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  Tutti gli anni, molte persone di convinzion i diverse nei confronti di una data realtà si mettono d’accordo per lavorare in favore dell’unità della famiglia umana. È con l’unità che si cambia il mondo, si creano comunione, fraternità e solidarietà. È l’esperienza di un gruppo che, in Spagna, vive l’idea del mese .  Da  alcuni anni, si sentono spinti a impegnarsi in favore dell’unitá e a costruire ponti in numerosi ambienti della vita quotidiana. È un pressante invito a vivere ed operare per l’unità in questi giorni così speciali, continuando per tutto l’anno, per tutta la vita. Le nostre divisioni sono una grave ferita che ha bisogno di essere sanata, prima di tutto dalla compassione e poi dall’impegno a conoscerci, stimarci e testimoniare insieme che il dialogo è possibile. I passi sicuri da fare: prima di tutto “rimanere” nell’amore. Allo stesso tempo, venire incontro con delicatezza alle necessità di ogni persona con cui condividiamo una parte piccola o g

SPARTACO LUCARINI: Le schiavitù di oggi

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Spartaco Lucarini (1924-1975) ©  Archivio CSC Audiovisivi Ci sono piaghe che colpiscono personalmente l'uomo e gli impediscono di esprimere le sue capacità, le sue aspirazioni, che lo limitano come  un oggetto, come un soprammobile, come una pedina: il pregiudizio razziale; l'intolleranza contro la libertà di coscienza e di religione, lo sfruttamento dell'uomo da parte del suo simile che resta il peccato planetario più grande in tutte le epoche storiche. Questo sfruttamento dell'uomo oggi assume gli aspetti di una forma moderna di schiavitù e getta fango e disonore sulla nostra generazione, dimostrando la sua incapacità di cancellare questa stortura aberrante nelle relazioni tra gli uomini... E' schiavo l'uomo costretto a lavorare per fame, è ugualmente schiavo l'uomo costretto a prendere nella vita strade obbligate e non liberamente scelte. Sono schiavi quei  bambini di livello sociale inferiore  che finiscono inesorabilmente emarginati nelle scuole.  Nelle

DOMENICO PISANO: Mi dispiace per il 2020

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  Domenico Pisano   E’ pur sempre un anno andato via. Un tempo passato, non più recuperabile. Un’occasione sprecata di vita. Il 2020 e le definizioni terribili, quali orribile, funesto, maledetto. Io mi chiedo “ Gli anni precedenti cosa hanno portato di diverso e migliore? Non ci sono state guerre, malattie, solitudini, disoccupazione, egoismi, tradimenti? E gli anni futuri saranno più umani? E allora qual è la differenza tra il 2020 e gli anni precedenti (e successivi )? “. Il 2020 ha subito una eredità pesantissima e irta, ch e, trasmessa con silenziosa infamia, gli ha consegnato l’inquinamento, lo sfruttamento, l’alienazione, il consumismo. Il virus non nasce nel 2020: in quest’anno egli è un giovinastro prepotente e immorale, negli anni precedenti concepito e programmato per la distruzione della terra e dell’uomo. Immaginiamolo, questo giovinastro, che si è alimentato con cibi alterati e potenziato attraverso una tecnologia dissacrante, ha profanato identità e considerato la cultu

Raffaele Arigliani: La fatica di un bambino

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Ricordo la fatica di un bambino ad allacciarsi le scarpe, che puntualmente si scioglievano: mi colpì che il genitore non intervenisse ma, sorridendo, aspettasse con pazienza. Infine il sorriso radiosp quando finalmente ce l’aveva fatta “da solo”: con gli occhi che gli brillavano corse a dare la mano al papà e continuarono la passeggiata. Quel bimbo aveva ricevuto due messaggi: ce l’ho fatta da solo, posso avere fiducia in me. Ma vi è un altro messaggio meno esplicito, che gli rimarrà nel cuore: mio padre aveva fiducia che ce l’avrei fatta! E se lui, che ai miei occhi è un gigante, ha fiducia in me, io posso averla in me stesso. Questa certezza, insieme al “calore della mano” che l’aspettava per continuare la passeggiata, lo accompagneranno. Raffaele Arigliani traduzione francese Je me souviens de la difficulté d'un enfant pour lacer ses chaussures, qui régulièrement se délaçaient: je fus frappé du fait que son père n'intervenait pas mais, souriant, attendait a

Bruno Munari: Conservare lo spirito dell'infanzia

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Bruno Munari (1907-1998) «Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare» Bruno Munari

Raffaele Arigliani: Quando infuria una tempesta di vento

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  Raffaele Arigliani Quando infuria una bufera di vento e sei in mare, non puoi navigare verso l’approdo che ti eri prefisso. Per non affondare devi decidere di assecondare il vento, cambiare orientamento delle vele, ridurne l’ampiezza perché non siano strappate, preparati a disagi. Se ce la farai a seguire il vento, superando paura, dolore, scoraggiamento, fame, sete,  imprevisti, sarà possibile che tu raggiunga un porto sicuro. Sarà un luogo che non conoscevi, dove non saresti voluto essere. E tuttavia potrai  scoprire bellezze e ricchezze inaspettate e da lì inizierà una nuova vita, più bella, piena, consapevole.  Colui che adatta le vele al vento sarà RESILIENTE. La resilienza è la capacità di cogliere le possibilità e le opportunità che la vita ci offre senza essere “rigidi” sulla rotta e la destinazione che avremo voluto percorrere. RESISTENZA è l’opposto di RESILIENZA. Resistere è opporsi al vento, ostinarsi a voler essere ciò che è evidente non è più possibile essere. RESILIE

Massimiliano Varrese: Un libro ti può guarire

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  Massimiliano Varrese Ogni volta che mi sono trovato in difficoltà ho sentito il desiderio di aprire un libro e ho sempre trovato   un indicazione uno spunto adatto a quel momento. Qualche volta prendo un libro che era lì da tempo e che attendeva di essere aperto e proprio in quel libro trovo una frase un pensiero che entra nella mia vita l'accarezza e mi offre spunti per continuare a vivere in pienezza.  Anche la poesia ha questa forza di incidere positivamente nella nostra vita. La poesia è visualizzazione e ti offre sdempre un quadro mentale che tocca la tua interiorità. L'effetto è sempre mentale e dipende dall'animo con cui la leggi. Leggevo in questi giorni il Cantico delle creature di San Francesco ed ho provato una grande emozione a pensare ai sentimenti del poeta nel momento in cui scriveva quei versi. Ed ho sentito la mia anima rigenerarsi.  Penso proprio che un racconto, una poesia, possa donare empatia all'uomo, soprattutto quando di empatia ce n'è p

"Prigione" di Ndjock Ngana

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Le sbarre tagliate alla finestra del carcere borbonico di Procida (Napoli) Italia Vivere una sola vita, in una sola città, in un solo paese, in un solo universo, vivere in un solo mondo è prigione. Amare un solo amico, un solo padre, una sola madre, una sola famiglia, amare una sola persona è prigione. Conoscere una sola lingua, un solo lavoro, un solo costume, una sola civiltà, conoscere una sola logica è prigione. Avere un solo corpo, un solo pensiero, una sola coscienza, una sola essenza, avere un solo essere è prigione.   Ndjock Ngana   da “ Foglie vive calpestate”

Ludovic Bernard: Nelle tue mani

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Jules Benchetrit in una scena del film "Nelle tue mani" un film francese del regista Ludovic Bernard  sul potere della musica, capace di scalfire i cuori più duri e aprire l'animo umano alla comprensione della bellezza e dell'amore. Dall'impianto narrativo forte e incisivo e splendidamente interpretato da Lambert Wilson, Kristin Scott Thomas e Jules Benchetrit   è uno dei film più interessanti di questi ultimi anni, che ci aiuta ad essere tenaci nel perseguire i propri sogni. traduzione in  francese "Au bout des doigts" un film français du metteur en scène Ludovic Bernard sur le pouvoir de la musique, capable d'égratigner le cœurs les plus durs e d'ouvrir l'âme humaine à la compréhension de la beauté et de l'amour. Par son discours narratif fort et incisif merveilleusement interprété par Lambert Wilson, Kristin Scott Thomas et Jules Benchetrit, c'est un des films les plus intéressants de ces dernières années qui nous aide à ê

"Cos'è la speranza?" di Vaclav Havel

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Vaclav Havel (1936-2011) "La speranza non è la convinzione che una cosa finisce bene, ma la certezza, che una cosa ha senso al di là da come va a finire." Vaclav Havel