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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

"In quell'aula di Montecitorio funestata di odio"

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Igino Giordani (1894-1980) Nel 1954 in un Parlamento rissoso, con le parti politiche fortemente contrapposte e in un clima di guerra fredda, Igino Giordani, parlamentare della DC e Padre della Costituzione, parlà di pace nazionale ed internazionale. La lettera che pubblichiamo è di Gino Lubich, all'epoca giornalista dell'Unità. « Caro, carissimo Giordani, ho appena letto il riassunto del tuo magnifico discorso nelle pagine de L'Unità. Scusami se prendo questo foglio di carta dozzinale - è il primo che mi capita sottomano - per scriverti subito tutta la mia gioia, la mia commozione, la mia gratitudine.  Sicuro, la mia gratitudine di uomo, di italiano, di amico, per te che - non della mia parte - ti sei alzato coraggio­samente in piedi, in quell'aula di Montecitorio da troppi anni funestata di odio, per dire solo parole di saggezza, di comprensione, di fratellanza, parole d'amore per tutti, per la salvezza del nostro Paese, per la salvezza di tutti i P

Dal Belgio una forte esperienza di dialogo con i giovani

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In Belgio, il progetto Together4Peace ,  un percorso di formazione alla reciprocità, inserito nella società multiculturale, ha messo in rilievo valori come il rispetto, la solidarietà... Nasce l’idea di coinvolgere 120 giovani nel preparare, con il Gen Rosso, lo spettacolo “Streetlight”, percorrendo un cammino pedagogico di formazione al rapporto con l’altro, con il diverso da te.  L’esperienza di Streetlight è stata “ toccare “ che l’unità, pur fra le varie diversità, è possibile. Dopo lo spettacolo, con la forza della loro età, i giovani hanno continuato ad incrementare la fraternità fra loro, attraverso i mezzi di comunicazione con slogan giornalieri o incontrandosi per le varie attività. . Con gioia costatiamo che il “lifestyle4peace” ha preso radici nella normalità della vita di gran parte dei giovani protagonisti e lo stanno mettendo in pratica assieme agli adulti, nelle più varie forme. A Bruxelle

30 mila morti al giorno di fame

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Che oggi ci sia la fame, 30 mila morti al giorno è verissimo…Negli ultimi 20 anni i paesi emergenti o cosiddetti poveri sono cresciuti del 4% all’anno, mentre i paesi del mondo occidentale sono cresciuti dell’1,7% l’anno, in media. Il che vuol dire che per la prima volta nella storia dell’umanità i paesi poveri in media hanno superato i paesi ricchi, come tasso di crescita. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che oggi il problema della povertà come miseria, non è legato alla mancanza di risorse, come era una volta, ma è legato al meccanismo di distribuzione dei frutti della produzione e soprattutto a quei meccanismi perversi legati alle istituzioni. Di questo noi dobbiamo prendere atto. Voi sapete che fino alla prima guerra mondiale l’umanità, nel suo complesso, era sotto la minaccia della fame. E’ solo dalla prima guerra mondiale che il mondo, nel suo complesso, è in grado di produrre più del necessario. Quindi da un secolo, dopo che per millenni l’umanità è vissuta sot

"Eravamo dei bravi ragazzi" di Jacques Fesch

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Jacques Fesch (1930-1957) Nonostante la mia esistenza fosse “completa” (nel senso sociale del termine), in me “dominavano” ancora delle ombre. Queste m’impedivano d’essere felice e per tenermi nell’oscurità si nutrivano di “impegni inutili” e “materialismo”. Una volta consumati questi “alimenti” ; il vuoto, dentro, era ancor più sconcertante. Condividevo quel modello di vita con altri coetanei. Eravamo, nel complesso dei bravi ragazzi, sicuramente non davamo pensieri ai nostri genitori, studenti impegnati, lavoratori onesti, preoccupati però solo di “divertirsi”, spesso in modo insulso. Quanti atteggiamenti, parole, azioni inutili! Una vita vuota. Qualcuno invece direbbe, “una vita in piena libertà”, ma è un controsenso, anche se anch ‘io ho provato un senso di libertà vivendo in modo insignificante. La vita si misura solo con un parametro, la “pienezza”. La pienezza si misura secondo quanto amore abbiamo elargito nella vita. Jacques Fesch Dal Diario di Jacques Fesch, un

Don Puglisi osò sfidare il potere mafioso

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una scena del film "Brancaccio" su Don Puglisi  Nel 2001 l'attore Ugo Dighero interpretò don Puglisi nel film per Rai 1, "Brancaccio", di Gianfranco Albano, che ebbe 8 milioni di spettatori. Interessanti alcune sue  parole in un'intervista di Maurizio Turrioni. Pur essendo agnostico ero rimasto colpito dalla storia di don Puglisi, questo sacedote schivo e determinato, che aveva osato sfidare il potere mafioso in uno dei quartieri più derelitti di Palermo. Come non credente, provo ammirazione per chi sa vivere con valori tanto forti.. Ho sentito profondamente la responsabilità di interpretare una persona così. L'eccezionalità di questo sacerdote credo stia nell'eredità che la sua testimonianza ci consegna: la consapevolezza che si può contribuire in maniera  straordinaria alla crescita dell'uomo partendo dalle piccole cose, puntanto all'educazione dei bambini, togliendo i ragazzi dalle strade. E' l'eroismo del quoti

Allearci per affrontare le terribili sfide dell'Umanità

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Zagabria In ogni mio amico credente trovo un uomo infinitamente profondo, aperto e accogliente, anche se io non capisco, non capisco la sua fede. Posso leggere la letteratura, entrare nella storia, fare le analisi scientifiche, conoscere le metodologie, ma non capisco il credente. Ho bisogno di aiuto per capire chi crede, chi mette la sua vita nelle mani di Dio e dice: "Dio, io mi abbandono a te"... Vivere secondo la propria convinzione significa che, quando io capisco il mio amico credente, lui è per me il valore più grande. Lui è questo valore, quell'uomo che pensa in quel modo, agisce in quel modo che io non capisco. Lui è il valore più grande e quando vive secondo la sua convinzione, mi diventa vicino... Per salvare l'umanità, dobbiamo affrontare sfide terribili alle quali posso contrappormi se mi tengo cara la mia fede, cosciente che la devo vivere. Io ho bisogno dei cattolici in senso pieno, dei cristiani in senso pieno, dei musulmani in senso pieno, coscie

Comprendere il punto di vista dell'altro

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Chiara Lubich (1920-2008) La fraternità offre possibilità sorprendenti. Essa consente, ad esempio, di comprendere e far proprio anche il punto di vista dell'altro, così che nessun interesse, nessuna esigenza rimangano estranei. Chiara Lubich  (al Parlamento di Bratislava, 10-05-2001) .

"Mi rifaccio vivo" il nuovo film di Sergio Rubini

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Margherita Buy, Sergio Rubini ed Emilio Solfrizzi sul set di Mi rifaccio vivo A Sergio Rubini piace uscire dagli schemi. Spiazzare pubblico e critica. Lo fa anche col film Mi rifaccio vivo , la sua prima vera commedia…”Io non ho mai fatto film simpatici. Ma sempre un po’ complicati, sofferti, a volte ostici. L’ultimo, L’uomo nero , affrontava il tema del rancore. Un sentimento covato per anni e che lascia ferite nella vita delle persone. Anche nella mia vita. Avevo voglia di sanare quelle ferite che mi portavo dietro da tempo. E quindi ho fatto un film di pacificazione”. E come si sana il rancore? “Con un principio molto semplice: l’erba del vicino sembra più verde perché non abitiamo a casa del vicino. Se vivessimo con lui magari scopriremmo che non è vincente come lo avevamo immaginato. Anzi è proprio un disgraziato. Così sfortunato che ci fa venire la voglia di dargli una mano…Una volta amavo i conflitti. Ora non più…Credo ancora nei sogni. E ho scoperto il valore del lieto

"La tana dell'odio" di Giovanni D'Alessandro

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Il Monte Maglic in Bosnia vicino a Zaklopaca dove è ambientato il romanzo "La tana dell'odio" di Giovanni D'Alessandro, un romanzo bello, vero, audace e necessario in tempi come i nostri in cui la prepotenza e la prevaricazione tentano ancora di giustificare la violenza. “Le tane dell’odio sono sempre tra noi, anche quando non si vedono. Noi abbiamo imparato che ciò è vero, come che il sole sorge ogni giorno. Non lo dimentichiamo. E vigiliamo. Date ai vostri figli i nomi di ogni tana dell’odio. Fatelo, se li amate veramente. Per proteggerli. Per ammaestrarli. Chiamateli Auschwitz Avaricum Bergen-Belsen Cefalonia Chatile Dachau Dresda Goli Otok Katyn Lidovice Milay Mazabotto Pietransieri SantAnna Sabra Srebreniuca Visegrad Zaklopaca e raccontate cosa è successo lì. Saranno nomi strani e dolorosi, ma ne varrà la pena affinché, nel pronunciarli, voi per primi ne conserviate il ricordo e, quando non ci sarete più, lo conservino quelli nati da voi, e siano pr

"Pecoranera": Corso autocostruzione forno in terra cruda

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Un forno in terra cruda Il 24, 25 e 26 maggio 2013 organizziamo un corso per la costruzione di un forno in terra cruda a Pecoranera. Il venerdì inizieremo verso le 18.00 con un introduzione teorica e con l’organizzazione del materiale, sabato 25 tutta la giornata sarà impegnata nella costruzione del forno che terminerà domenica 26 nel primo pomeriggio (indicativamente verso le 15).   Il corso prevede la costruzione di un forno "mobile", ma per chi non conosce l'argomento ecco un utile link per avere qualche informazione: http://www.passileggerisullaterra.it/Forni_in_terra_cruda.html .. Il nostro docente è Kelios Bonetti, redattore e produttore del calendario del cambiamento. Cerchiamo 8 partecipanti interessati ai quali chiediamo un contributo di 50 euro a testa. Se il tempo sarà bello è prevista una sistemazione in tende e tepee che troverete già installate in prossimità del bosco e dei nostri campi, se pioverà sarete ospitati al coperto. In ogni caso si chiede

Per ripartire economicamente

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Artigianato artistico Marche (Italia) Non c’è futuro per uno Stato quando la tassazione continua ad avvilire e scoraggiare le arti, cioè gli artigiani e le imprese, e a favorire le rendite. I privilegi accordati alle rendite sono sempre il primo indicatore dei sistemi economici e sociali feudali, o neo-feudali come il nostro. Lo abbiamo denunciato molte volte, e continueremo a farlo… Per ripartire economicamente, dobbiamo esser capaci di mettere a reddito arte, cultura, clima, natura, storia, cibo, vini, turismo, bellezza. Dimensioni presenti in tutta l’Italia e l’Europa, ma nel Sud ancora troppo poco valorizzati e quindi capaci di futuro. Dobbiamo inventarci un’antica-nuova identità economica e lavorativa…creando nuova ricchezza dai nostri antichi capitali, di cui la natura e il genio dei nostri padri e madri ci hanno dotato in quantità e qualità straordinari… Le nostre comunità sono ancora piene di risorse, di capitali, di beni, che aspettano solo di essere trasformati in l