Stanley Weber e il mestiere di attore

Stanley Weber

Mi piace pensare al mio mestiere di attore come a quello di un artigiano. Uno che fabbrica una sedia ha bisogno di conoscere le tecniche, gli strumenti, i dettagli. Così io penso che l'attore debba studiare, studiare, studiare. Avere una solida base su cui lavorare. E solo successivamente arrivare alla pienezza di un ruolo mettendoci un po' di talento. Io non credo alla retorica per cui gli attori giocano a fare la star. La star per me è chi sa mettersi professionalmente in gioco. Per questo io mi vedo quasi come un “utensile” di lavoro, a disposizione di un regista e di una storia da raccontare...Nella mia vita gli amici sono fondamentali...Dobbiamo smetterla di pensarla in solitaria. Il team, lo spirito di gruppo, ci può salvare. Nella vita privata, all'Eliseo, a Bruxelles... E' molto gratificante essere al centro della scena, ma è molto pericoloso. Io resto vigile, invece. So che non devo perdere la voglia di conoscere gli altri. Altrimenti finisce che ti fermi, ti spegni e il mondo che ti circonda diventa solo un accessorio di cui potresti fare a meno.

Stanley Weber

da: Giovanni N. Ciullo, Stanley Weber Vorrei essere un marinaio, Velvet n. 69, 2011

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