Raffaella Bellucci Sessa: Tempo di Avvento

Raffaella Bellucci Sessa

 Mi manca moltissimo il gruppo del dialogo, interrotto a marzo per le note ragioni. Non siamo stati così bravi da collegarci a distanza...non amo questa esperienza, mi serve la presenza fisica, quello che in psicomotricità si chiama "il dialogo tonico". E' questo che soffro tanto in questo lungo periodo. E' difficile accarezzarsi con gli occhi, non ci siamo abituati. Il telefono...la voce...no, parlare non basta. Però si imparano tante cose. Si è più attenti, si impara a sorridere e a cogliere il sorriso dietro la mascherina, a riconoscere gli occhi che ridono, quelli smarriti, quelli tristi, quelli disperati senza lacrime, quelli stanchi di una stanchezza antica...A parte questo aspetto non soffro le giuste limitazioni. Mi aiutano a sentirmi casa, e famiglia, anche se sola e isolata; mi aiutano a vivere l'attesa in modo nuovo, intimo. Lentamente, senza affanno, preparo la casa vestendola a festa, di calore e di colore. L'ho sempre fatto, prima con la mia famiglia di origine, poi con i figli, ora con i nipoti. Ma da sola mai. E' una scoperta, un rito. Il presepe ne è il centro. C'è una casina da restaurare... una pecora ha perso una zampa, bisogna rincollarla...devo trovare il modo per andare a prendere il muschio fresco...la paglia la recupero qui sotto, al mercato, quando i banchi smontano e buttano ciò che non gli serve. La neve? No, non c'era neve laggiù, ma un cielo stellato e profumo di terra buona...ecco, la mia casa deve avere profumo di buono, allora preparo i dolcetti con le mandorle, i mostaccioli...incensi? no, è più buono il profumo di cucina, che dopo i libri è la mia grande passione. Cucinare per amore, per gli amici... per fortuna qui nel palazzo ce ne son due fraterni, e ci ritroviamo spesso, a una grande tavola (per via delle distanze...). Ma in questo tempo sospeso non posso non pensare a chi lo vive in ben altra solitudine, e il mio abbraccio è per ciascuno di loro.

Raffella Bellucci Sessa

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