"Eravamo dei bravi ragazzi" di Jacques Fesch

Jacques Fesch (1930-1957)
Nonostante la mia esistenza fosse “completa” (nel senso sociale del termine), in me “dominavano” ancora delle ombre. Queste m’impedivano d’essere felice e per tenermi nell’oscurità si nutrivano di “impegni inutili” e “materialismo”. Una volta consumati questi “alimenti” ; il vuoto, dentro, era ancor più sconcertante. Condividevo quel modello di vita con altri coetanei. Eravamo, nel complesso dei bravi ragazzi, sicuramente non davamo pensieri ai nostri genitori, studenti impegnati, lavoratori onesti, preoccupati però solo di “divertirsi”, spesso in modo insulso. Quanti atteggiamenti, parole, azioni inutili! Una vita vuota. Qualcuno invece direbbe, “una vita in piena libertà”, ma è un controsenso, anche se anch ‘io ho provato un senso di libertà vivendo in modo insignificante. La vita si misura solo con un parametro, la “pienezza”. La pienezza si misura secondo quanto amore abbiamo elargito nella vita.

Jacques Fesch


Dal Diario di Jacques Fesch, un giovane condannato a morte in Francia nel 1957, pubblicato in Italia nel 1982 col titolo "Il giornale intimo" da LDC Torino. Lo scrittore Sergio di Benedetto ha tratto dalla vita di Fesch  un dramma teatrale che è stato presentato in Svizzera, a Milano e Varese per la regia di Antonio Zanoletti e con gli attori Umberto Terruso, Luisa Onetto, Fabio Sarti, Angelo Zilio.

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