MORENO ORAZI: "Ho letto RITROVARCI NELLA BRASSERIE LIPP"


Ho letto recentemente  Ritrovarci nella Brasserie Lipp (IOD edizioni) di Pasquale Lubrano Lavadera. Biografia-romanzo del rapporto tra Marino Moretti e Juliette Bertrand.

È il secondo libro che leggo di questo particolare genere letterario . Il penultimo è stato M il figlio del secolo di Scurati. In passato ho letto delle autobiografie che sono tutt'altra cosa. Fra tutte quella monumentale di Elias Canetti, genere in cui mi sono personalmente cimentato scrivendo  una sorta di autobiografia collettiva a otto mani che si intitola Per ricordarci- Storie di vita parallele, edito da Era Nuova, che racconta i dieci anni in cui Insieme agli altri autori che sono i miei amici con i quali  ho gestito un circolo culturale dell'ARCI.


Cercare di entrare dentro la dinamica delle relazione e dei sentimenti che legavano Juliette a Marino e entrambi a Aldo Palazzeschi  è stato da parte di Lubrano un gran lavoro....il libro ha il merito di farli quasi ritornare in vita tanto è intensa ed empatica la ricostruzione della loro interiorità.

La struttura della narrazione  è molto complessa perché si svolge su un doppio registro:  quello del ricordo degli accadimenti e dei vari momenti e circostanze  esterne che hanno  protagonisti e quello dell'eco interiore e dell'impatto emotivo e sentimentale che queste  avevano  suscitato in Marino Moretti che è la voce narrante e con il quale l'autore si identifica.

Il libro mi ha preso molto e inoltre mi ha richiamato alla mente squarci di storia della letteratura italiana tra le due guerre e subito dopo il secondo dopoguerra caduti un po' nell'oblio per effetto della irruzione di una modernità straripante e debordante.

Se la citazione dello scrittore Mario Pomilio ( autore del Il Quinto Evangelio  che appartiene a quegli scrittori che hanno avuto una risonanza in vita come Marino Moretti e ora sono finiti nel dimenticatoio)  era una sorta di intento programmatico, di obiettivo che l'autore si è posto nello scrivere il romanzo, vale a dire di fare amare chi ha amato sia la cultura che Procida, la sua isola, penso che l'obiettivo sia stato raggiunto.

Mi è venuto il desiderio di visitare l'isola e ritrovare alcuni luoghi di cui si parla nel libro, anche se so che troverò un ambiente che il turismo ha cambiato il volto dell'isola e le atmosfere ricreate nel romanzo si conservano solo in alcuni piccoli angoli.



Moreno Orazi

(architetto-scrittore)


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