Saper accogliere l'altro


   

  Nell’IDEA DEL MESE scorso, dicevamo dell’importanza di coloro che hanno imparato dagli insegnamenti dei loro maestri e desiderano continuare il cammino iniziato da loro.  Succede che hanno conosciuto il loro stile, la loro vicinanza concreta nei confronti degli altri, persino di quelle persone giudicate in modo negativo e dai quali occorre mantenere una certa distanza.
      Pertanto,  essi sono inviati come loro ´ambasciatori´, in modo da continuare l’opera inconclusa. E una loro caratteristica è, per esempio, l’ospitalitá, con l’apertura del cuore di fronte ad un ospite inatteso.  Anche oggi, soprattutto nelle culture che conservano un forte senso comunitario, l’ospite è sacro anche quando è uno sconosciuto, e gli viene offerto comunque il posto migliore.
      Dunque, il discepolo che comincia e si avvia sulla strada del maestro, deve lasciarsi accogliere come ospite, pronto ad accettare i riguardi da parte  degli altri, con umiltá. Deve offrire gratuitamente cura e vicinanza nei confronti dei poveri e costruire la pace con tutti; ma dovrá essere paziente di fronte alle incomprensioni e alle persecuzioni, sicuro dell’insegnamento ricevuto.
      Tutti noi, gli  amici del dialogo, abbiamo pure un compito: testimoniare con mitezza, prima con la vita e dopo con le parole, l’amore che abbiamo sperimentato una volta, affinché sia una gaudiosa realtá per molti, per tutti. E visto che abbiamo conosciuto la chiave del dialogo, nonostante le nostre fragilitá,  accogliere per primi amorevolemente il fratello.
       In una societá spesso segnata dalla ricerca del successo e dall’autonomia egoistica, siamo chiamati a mostrare la belleza della fraternitá, che riconosce la necessitá mutua degli uni e degli altri, e innesca la reciprocitá.
      A proposito dell’accoglienza Chiara Lubich, che ci ha dato una forte spinta al dialogo, ci dice che dobbiamo cercare di vivere con questo spirito nelle nostre famiglie, associazioni, comunitá e gruppi di lavoro, eliminando i nostri giudizi, discriminazioni, prevenzioni, risentimenti e intolleranze verso gli altri prossimi, il che è tanto facile e tanto frequente ma che danneggia i rapporti umani ed impedisce l’amore reciproco. Accogliere l’altro, colui che è diverso, fa parte della base dell’amore concreto. Esso è il punto di partenza, il primo scalino nella costruzione della civiltá dell’amore, della cultura della fraternitá a cui siamo invitati oggi piú che mai.   

Claude Errique 


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