ERALDO AFFINATI: IL MERITO? NON NELLE CLASSI DELLE NOSTRE SCUOLE!

 

Eraldo Affinati

IL MERITO? NON NELLE CLASSI, PERCHE' SAREBBE UNA GARA CHE ESCLUDE GLI ULTIMI. Tutti i docenti vorrebbero ottenere il massimo dai propri alunni, ma sappiamo che per farlo bisogna calcolare la stazione di partenza di ognuno...L'articolo 34 della Costituzione italiana è molto chiaro: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita..." Non possiamo riproporre l'idea di una scuola che deve scegliere i migliori attraverso prove selettiva. Fosse così, cosa faremmo con quelli che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati? Li spazzeremo via come foglie cadute dall'albero di un paese che ha i più alti numeri di dispersione scolastica? Se così fosse, la scuola diventerebbe l'ospedale che vuole curare i sani e non i malati, per riprendere la famosa espressione del priore di Barbiana.

La scuola deve formare alla vita. Consegnare il testimone. Scoprire il futuro agli adolescenti che abbiamo di fronte, spesso a loro stessi ignoto. Se accostiamo la parola merito a quella dell'istruzione rischiamo di trasformare le nostre aule in campi di gara dove, dopo apposite performance chiamate interrogazioni, si stabiliscono gerarchie di valore tra chi vince e chi perde. Non solo i deboli hanno bisogno dei forti, vale anche il contrario.
ERALDO AFFINATI

[Dall'intervista di Corrado Zunino a Eraldo Affinati- La Repubblica 24 ottobre 2022]

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