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Visualizzazione dei post da 2025

GUARDARSI SENZA GIUDIZIO

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Sembra evidente che siamo fatti per la relazione. Infatti tutta la nostra vita è intrecciata di rapporti. Ma a volte rischiamo di rovinarli con giudizi duri o superficiali. Lungo la storia troviamo molteplici immagini che fanno anche parte del linguaggio co mune. Così, nella tradizione antica troviamo un’espressione molto conosciuta che dice: “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo oc chio?”1; altrettanto proverbiale è l’immagine delle due bisacce: una davanti agli occhi, con i difetti degli altri, che vediamo facilmente e l’altra sulla schiena, con i nostri difetti, che quindi facciamo fatica a riconoscere2 o, come dice un proverbio cinese, “l'uomo è cieco ai propri difetti, ma ha occhi d'aquila per quelli degli altri”. Questo non significa accettare quanto accade, indiscriminatamente. Di fronte all’ingiustizia, alla violenza o alla sopraffazione non possiamo chiudere gli occhi. Bisogna impegnarsi...

Lamartine: La guerra è un assassinio di massa

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Alphonse de Lamartine (1790-1869) “La guerra non è altro che un assassinio di massa, e l'assassinio non  è progresso.” Alphonse de Lamartine Alphonse de Lamartine  Discorsi scelti 1836-1850  UTET  1948

Aprire la porta di casa a chi ha perso tutto

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Donika e Luan Omari Luan: Nelle relazioni tra popoli diversi, la storia ha certamente il suo peso che incide nel presente. Però la storia, o meglio, la storiografia può diventare un fattore regressivo quando viene strumentalizzata per giustificare i soprusi e le ingiustizie. Non è qui il luogo per esprimere le tesi degli albanesi che danno spiegazioni diverse da quelle dei serbi sulla storia del Kosovo, benché sarebbe utile farlo, perché spesso sono poco o mal conosciute. Abbiamo vissuto forti esperienze di solidarietà, noi personalmente e tanti altri, come conseguenza della tragica situazione che si è creata nella nostra terra e che ha provocato dolore e vittime da tutte le parti, ma soprattutto tra la popolazione albanese del Kosovo Donika: Neanche l'immaginazione più acuta poteva prevedere quello che è successo nei Balcani, alla vigilia del terzo millennio! Un grande dolore e un grande stupore. Un popolo intero che ha abbandonato in massa la propria terra, con tutte l...

LUAN E DONIKA OMARI: Una speranza per l'Albania

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Donika e Luan Omari Luan Omari e sua moglie Donika, albanesi di Tirana, impegnati da anni a costruire la fraternità e la pace nella loro terra, segnata da conflitti, da divisioni ideologiche, da problemi economici. Luan, di professione giurista, fa parte del mondo accademico ed è stato membro della commissione scientifica che ha redatto la nuova Costituzione  per l'Albania. Donika, pubblicista e traduttrice, ha diretto una casa editrice che ha fatto conoscere agli albanesi i più importanti scrittori italiani, tra i quali Natalia Ginzburg, Elsa Morante, Umberto Eco. Pur provenienti entrambi da tradizioni familiari religiose, musulmana per Luan e cristiano-ortodossa per Donika, fortemente influenzati durante il periodo scolastico dall'influsso marxista essi si sono ritrovati da adulti privi di  riferimenti  religiosi. Nel 1992, dopo un viaggio di Donika in Italia presso il Collegio dei Traduttori Letterari di Procida, essi vengono in contatto con la nascen...

Marisa Madieri:"Il ruolo di madre"

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Marisa Madieri (1938-1996) Oggi sono in disarmonia con me stessa e vorrei potermi stare lontana. Ho mancato nei confronti dei miei ragazzi, facendoli restar male con uno scatto di impaziente e aggressiva stupidità. A volte il vento della grazia soffia così lontano da noi da renderci cattivi e ottusi anche con le persone che ci sono più care. Non ho nascosto la mia mortificazione e sono stata già perdonata. I figli sanno essere e spesso tanto più comprensivi e maturi dei loro genitori. Talvolta mi sento a disagio nel ruolo di madre, mi sembra di essere inadeguata, di educare sbadatamente, di parlare poco, di lasciarmi sfuggire invano questi anni e giorni preziosi di convivenza con i miei ragazzi, già tanto grandi. Li guardo e li trovo amabili e belli e penso al vuoto che lasceranno nella mia casa quando se ne andranno. Li guardo e li trovo ancora indifesi e vorrei poter assumere su di me il carico di dolore che la vita riserba loro, come a tutti. Mi sento in qualche modo...

Arturo Paoli: L ‘ EUCARESTIA INTESA COME ALLEANZA

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Arturo Paoli In questa omelia fratel Arturo è molto realista e ci fa capire, quando facciamo la comunione , che il vero messaggio che Gesù ci ha lasciato è quello di rinnovare l ‘ALLEANZA , IL PATTO FATTO CON LUI DI VOLERSI BENE , DI AMARSI L’UN L ‘ALTRO , DI AMORIZARE IL MONDO ! Si è insistito molto sul fatto della presenza reale di Cristo nella comunione e questo realmente capisco che fa difficoltà … perché come è possibile che in un pezzetto di pane ci possa essere il corpo di Cristo ? Ci hanno insegnato che con l’Eucarestia cancelliamo i ns peccati , che Gesù scende nel ns cuore , che ci vuole bene, … tutte belle espressioni di amore che vanno bene quando prepariamo i bambini alla prima comunione , ed è giusto che sia cosi . Ma nella realtà cosa è veramente l’Eucarestia ? E’ un’energia invisibile ,dell’origine che nasce da dentro , dal nostro cuore , un navigatore interno -ci suggerisce Arturo , che ci indirizza al bene , alla buona volontà ! Cosa voleva fare G...

PACEM IN TERRIS: Spetta a tutti lavorare per la Pace

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  La   Pacem in terris,   indirizzata non soltanto ai cattolici  ma “a tutte le persone di buona volontà” fu firmata e resa pubblica l’11 aprile 1963, nel giorno del giovedì santo. In essa papa Giovanni parlava  in modo molto eloquente della “necessità urgente di porre fine  alla corda agli armamenti” e sosteneva  che la pace fra Est e Ovest era possibile nonché indispensabile; le armi nucleari andavano messe al bando e fra i singoli stati si dovevano stipulare accordi capaci di condurre gradualmente alla eliminazione di tutte le altre armi. La chiesa aveva tollerato secoli di guerra, pur adoprandosi per mitigarne le conseguenze  più gravi, ma ora papa Giovanni XXIII dichiarava che gli strumenti bellici avevano raggiunto un tale grado  di perfezione tecnica che “ è irrazionale sostenere che la guerra può essere considerata un mezzo idoneo per riparare alla violazione di un diritto”. Egli non era d’accordo con quanti affermavano che la costruz...

ANNA MARIA ORTESE: Abbi cura...

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Anna Maria Ortese (1914-1988) Stai sempre vicino a qualcosa che cresce. Che sia un bambino, un progetto, un'idea, o un nuovo giorno. Senza mai dimenticare la terra, la cura di una pianta. L'incanto di un fiore che sboccia. Anna Maria Ortese

Alessandro D'Avenia: Ascolare gli alunni

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Alessandro D'Avenia Spesso vengo criticato per il mio ottimismo. lascio il pessimismo e il cinismo agli altri... Non sono ottimista nel senso becero di chi non vede i problemi, sono ottimista perché spero. E non di quella malintesa speranza miracolistica "che tutto andrà bene", anche senza il mio impegno. Spero perché so cosa è alla mia portata. Spero perché mi sforzo di accettare ciò che non lo è. Di ciò che è alla mia portata dovrò rendere conto, perché i talenti ricevuti vanno trafficati. E' alla mia portata: preparare una lezione; dedicare qualche minuto ad un alunno in difficoltà fuori dell'orario scolastico; sorridere in classe evitando di far scontare i miei problemi ai ragazzi; correggere i compiti in tempo utile perché le correzioni servano a migliorare il loro lavoro; ... chiudere un occhio e distinguere tra persona e cosa fatta male; scambiare qualche parola con un collega stanco; proporre un percorso interdisciplinare a un altro collega la cui m...

È L AMICIZIA TRA GLI SCRITTORI CHE RENDE UN'EDITRICE "CASA"

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    Michele Prisco, Luigi incoronato, Domenico rea, Luigi Compagnone e Mario Pomilio legati da grande amicizia e diedero vita al gruppo "Le ragioni narrative" Tante le editrici in ogni nostra Regione; sorgono come funghi ma poche resistono: una stagione o due poi muoiono o languono nell affanno. Tante le ragioni ma una, forse la più significativa, spesso non è presa in considerazione. Perché un editrice diventi "casa" è necessario che essa non sia una tipografia che stampi libri e li pubblichi. È necessario che essa abbia un progetto intorno al quale si coaguli un gruppo di scrittori capaci di essere alleati leali e amici, capaci di sostenersi a vicenda nelle cadute e di gioire insieme nei successi. Sara questa alleanza', sentita e vera, tra l'editore e gli scrittori e tra gli scrittori, a dare fondamenta solide alla piccola editrice e a renderla un domani grande. L esperienza della Mondadori e dell'Einaudi vissuta negli anni d'oro della loro...

ANNICK COJEAN: AGLI INSEGNANTI DI TUTTE LE SCUOLE

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Annick Cojean  Un preside di un liceo americano aveva l’abitudine  di inviare questa lettera ai suoi insegnanti all’inizio di ogni anno scolastico:  “Caro Professore, sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruita da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università. Diffido – quindi - dell’istruzione.  La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri eruditi, degli psicopatici qualificati, degli Eichman istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.” Annick Cojean  scrittrice

Arrendersi alla forza dell'amore

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  Il Complesso internazionale Gen Rosso Spesso la vita ci porta in situazioni in cui, a poco a poco e senza volerlo, ci chiudiamo in noi  stessi: una discussione, le nostre certezze, il nostro ego o le nostre paure. Ma a volte basta fermarsi davanti a una domanda semplice fatta di parole semplici, per os servare impreviste possibilità di cambiamento: “Chi sei tu per me?” o, in altre parole, “Chi  sono io per te?” Domande che, come dice Margaret Karram, aprono la strada a gesti concret i: “fare il primo passo, ascoltare, non risparmiare tempo, lasciarsi toccare dal dolore”1 È ovvio: se pensiamo agli altri, non pensiamo a noi stessi, né alle nostre debolezze, ai falli menti o alle ferite. Pensare all’altro ci porta a metterci nei suoi panni, in un atteggiamento di  reciprocità: “come mi sentirei se l’altro mi dicesse quello che io sto dicendo a lui?” oppure  “cosa posso fare per lui?” Se le nostre azioni nascono dal desiderio di mettere al primo posto il benessere...

In dialogo con Alessio Boni

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--> Dopo anni di serio e tenace impegno, Alessio Boni raccoglie oggi in tutto il mondo un meritato successo e importanti riconoscimenti. Tra questi il “Premio Fraternità – Città di Benevento 2008” promosso dai Gruppi del Dialogo della Campania, Puglia e Basilicata. Significativa la frase che egli cita per presentare il suo lavoro: “Un attore ha il dovere di afferrare il pieno significato della vita”. Di conseguenza ogni sua interpretazione è una ricerca senza risparmio, perché è in gioco sempre la possibilità di donare all’umanità questi frammenti di significato. Riportiamo l’intervista che ha voluto concederci ultimamente. Una delle tue performance più significative è stata certamente l’interpretazione di Andrej Bolkonskij in Guerra e Pace di Robert Dornhelm, dal capolavoro di Toltoj, con un cast internazionale di rilievo. Ma anche un’esperienza fondamentale nel tuo percorso. Beh, devo dire grande esperienza, perché recitare accanto ai russi, polacchi, au...

ANNA MARIA ORTESE: DOVE RISIEDE LA CIVILTA' DI UN PAESE?

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Anna Maria Ortese (1914- 1998) Vorrei chiedere a chiunque mi ascolti – aspettando risposta, naturalmente, solo nel cuore: credete davvero che la vita umana sia sempre e solo trionfo sull’altro? Che per essere contenti della propria vita bisogna aver posato il piede sul capo dell’altro? Credete che i deboli – paesi o individui – debbano essere eliminati anche se in modo indolore? Credete che zingari, poveri, pastori di gregge; che poeti, scrittori, preti e maestri non di parte o isolati, che attraversano questa vita lieti come fanciulli e vigili come madri, non servano proprio a nulla, e la vita, la società, lo Stato possano fare a meno di essi? Credete che tutte le diversità interiori – assolutamente prima delle accidentali diversità fisiche o di comportamento – non siano, insieme alle macchine e a una ordinata produzione, gran parte della ricchezza reale del paese? E che un paese non sia tale, non sia un paese, se non a causa della sua lingua e dei suoi pensieri, altrimenti lo vedrem...

LE DONNE FORTI

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  Le donne forti sono come uragani. Diventano indomabili, quasi irraggiungibili. Non si fermano davanti a nulla. Sono discrete e amano quasi in segreto. Hanno sguardi sicuri e il cuore pieno di lividi. Sorridono ma ingoiano lacrime. Loro sono le donne che fanno la differenza. L. del Grande

Marisa Madieri: "Solo gratitudine"

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Marisa Madiera (1938-1996) e suo marito Claudio Magris L’ora è tarda. Le stoviglie della cena sono riposte, le stanze, ordinate e avvolte nell’ombra, sono pronte per l’intervallo notturno. I ragazzi non dormono ancora. Uno guarda assonnato la televisione, l’altro ripassa una lezione per la prossima interrogazione programmata. Claudio mio marito corregge il dattiloscritto dell’ultimo articolo. I loro respiri tranquilli animano la casa. Fuori, la notte chiara, frusciante di stelle, custodisce volti e parole che non saprò mai dire. Molta parte della mia storia affonda in questa dolce oscurità, simile forse a quella, grande e buona, che mi accoglierà un giorno nella pace… Ma non provo tristezza, solo gratitudine…Sento di dover ringraziare mio marito, i mie figli e quelle persone che, amandomi, o semplicemente standomi accanto con la loro fraterna presenza, non solo mi hanno aiutato a vivere ma, forse, sono la mia stessa vita. Marisa Madieri da Marisa Madieri, Verde acq...

Nostalgia dell'infinito

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Il ritorno di Ulisse su Rai 1 con Alessio Boni La nostalgia è un sentimento decisivo per gli interrogativi morali, filosofici e spirituali dell’essere  umano. Etimologicamente significa "dolore del ritorno", in senso a volte indeterminato, perché non è tanto rivolto a un passato fatto di luoghi, persone o eventi concreti, quanto a un'emozione profonda  che ci fa anelare a un qualcosa di bello, giusto e universale, come se, in fondo, sapessimo di farne  parte o di esserne chiamati. Il tema dell’esilio attraversa la storia del pensiero umano: il viaggio di Ulisse(cantato nell'Odissea di  Omero) è un viaggio che richiama all’infinito perché sempre incompiuto ma che comporta una esperienza di saggezza. (...) “Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni (...) E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso gi...

E' tempo di abbandonare la retorica della guerra

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Lamartine (1790-1869)   I nostri libri scolastici nel  dividere la Storia dalla Preistoria, ossia dell’epoca degli uomini primitivi e selvaggi,  ci inducono a pensare che dopo  quel periodo selvaggio duro e violento, sia  cominciata l’epoca delle civiltà, l’epoca del progresso e che di conseguenza l’uomo primitivo sia del tutto scomparso e con esso la Preistoria, e che nessun paragone debba farsi, oggi, tra le guerre degli uomini preistorici e quelle venute dopo. Ho molti dubbi a riguardo!  Seppure ammantati di modernità, di progresso e di civiltà,  le guerre sia del passato che quelle in atto in questo terzo millennio, sono  la diretta  continuazione delle violenze preistoriche, che si avvalgono, si, dei ritrovati delle scienze tecnologiche,  ma che nella sostanza,  nel nucleo fondamentale, restano  identiche a quelle che gli uomini selvaggi della preistoria esercitavano. Lo scritto...