Lavoro e democrazia



"L'italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Si sarebbero potuto scrivere altre parole come libertà , giustizia, uguaglianza o persino fraternità ; invece in quell'incipit del patto fondativo   della nuova società  italiana fu inserita la parola lavoro...Una scelta doppiamente coraggiosa, se si pensa alla retorica del lavoro che aveva caratterizzato il Ventennio.
Nella semantica di quel lavoro c'era la vicenda storica dell'Italia contemporanea, dove la democrazia stava avanzando proprio grazie al grande movimento di lavoratori, uomini e (poche) donne, che divennero veramente cittadini quando...divennero lavoratori nelle fabbriche, nelle officine, nelle scuole, negli uffici e nelle cooperative...I padri costituenti, in quella felice e originale formulazione del primo articolo della Costituzione...hanno creato la più bella equazione della nostra storia repubblicana, quella che pone l'eguaglianza tra democrazia e lavoro: la Repubblica è democratica perché fondata sul lavoro, altrimenti la Repubblica si fonda su rendite e privilegi, e quindi non è democratica.
Non è facile oggi leggere seriamente quell'articolo e al contempo restare passivi in un’Italia e in una Europa che, da una parte, lasciano troppi milioni di persone fuori dalla "città  del lavoro", e dall'altra fanno troppo poco di fronte a nuove forme di schiavitù e servitù.
Quell'articolo ci dovrebbe far capire che la lotta alla disoccupazione deve avere lo stesso posto che occupa il lavoro nella nostra Costituzione: il primo. Non si può barattare il lavoro con i profitti né tanto meno con le rendite, perché quando il lavoro della persona umana è negato, è in profonda crisi prima di tutto la democrazia.
C’è poi un secondo messaggio molto attuale che ci arriva dall'articolo 1 e dalle sue semantiche: lavorare non è l'esperienza del servo e dello schiavo. Una tesi che ci chiama a una profonda riflessione quando constatiamo che il capitalismo senza regole e senza misura sta creando nuove forme di schiavitù e di servitù nei livelli più alti e più bassi del mondo del lavoro.
                                                                                                                                           Luigino Bruni

da Luigino Bruni, Lavoro pietra angolare, Avvenire 4 novembre 2012

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