Morire per la propria gente



la tragedia delle Filippine
Popoli affamati


La  guerra in Siria
“Lo scopo, il fine, il motivo per cui Gesù è venuto al mondo è tutto racchiuso in una frase: Morire per la propria gente. E, notate, Gesù non è morto per la sua gente che era innanzitutto il popolo ebreo e poi l'umanità intera, soltanto in croce. No: Gesù è stato sempre pronto a morire per la sua gente. La sua vita ne è lo specchio più luminoso... avvicinando e sanando storpi, ciechi, paralitici, rifiuto di quella società che vedeva nel dolore una conseguenza del peccato, avvicinando peccatori e peccatrici pubblici, donne di strada e ladri, sfamando gli affamati... Oggi i poveri, i ciechi, i morti, i peccatori... sono altri, hanno magari altri nomi: drogati, emarginati, handicappati, gente con visione parziale della vira, solo terrena, ad esempio, gente che odia, che propugna il delitto contro la vita di ogni età e l'immoralità più assurda; abbiamo i figli soli del divorzio, alienati spesso perché senza famiglia, ammalati, moribondi perché senza soldi, vecchi abbandonati, giovani allucinati, deviati, carcerati. Gesù oggi verrebbe a morire per questa gente: per salvarla da tutti i mali. Ma Gesù è venuto venti secoli fa. Ora vuol tornare attraverso di noi.”
Chiara Lubich
 foto da www.repubblica.it

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