PACEM IN TERRIS: Spetta a tutti lavorare per la Pace

 


La Pacem in terris, indirizzata non soltanto ai cattolici  ma “a tutte le persone di buona volontà” fu firmata e resa pubblica l’11 aprile 1963, nel giorno del giovedì santo.

In essa papa Giovanni parlava  in modo molto eloquente della “necessità urgente di porre fine  alla corda agli armamenti” e sosteneva  che la pace fra Est e Ovest era possibile nonché indispensabile; le armi nucleari andavano messe al bando e fra i singoli stati si dovevano stipulare accordi capaci di condurre gradualmente alla eliminazione di tutte le altre armi.

La chiesa aveva tollerato secoli di guerra, pur adoprandosi per mitigarne le conseguenze  più gravi, ma ora papa Giovanni XXIII dichiarava che gli strumenti bellici avevano raggiunto un tale grado  di perfezione tecnica che “ è irrazionale sostenere che la guerra può essere considerata un mezzo idoneo per riparare alla violazione di un diritto”.

Egli non era d’accordo con quanti affermavano che la costruzione della pace era compito esclusivo dei più potenti, ma “ A tutti  gli uomini di buona volontà spetta un compito immenso: il compito di ricomporre i rapporti delle convivenza nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà”.

Egli riconosceva che coloro che “prestano la loro opera alla ricomposizione dei rapporti della vita sociale…non sono molti”, ma li invitava caldamente a perseverare e trovare conforto nella speranza “che il loro numero aumenti, soprattutto fra i credenti”.

Adoperarsi per la pace non è un compito riservato a una minoranza isolata, ma spetta a tutti; “è un imperativo del dovere; è un’esigenza dell’amore”.

Jim Forest

Da Jim Forest, L’Anarchica di Dio, Ed. Paoline 1989


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