Albert Camus: "Oggi la tragedia è collettiva"

Albert Camus (1913-1960)


Oggi sappiamo che non esistono più isole e che le frontiere sono inutili. Sappiamo che in un mondo in continua accelerazione, nel quale l’Atlantico si attraversa in meno di un giorno e Mosca parla con Washington in poche ore, noi siamo costretti a seconda dei casi alla solidarietà o alla complicità. Negli anni Quaranta una cosa l’abbiamo imparata: l’ingiuria fatta a uno studente di Praga colpiva allo stesso modo l’operaio di Clichy e il sangue sparso sulle rive di un fiume dell’Europa centrale  doveva portare un contadino del Texas a versare il proprio sul suolo di quelle Ardenne che avrebbe visto per la prima volta. Non c’era come non c’è una sola sofferenza isolata, una sola tortura in questo mondo che non si ripercuota nella nostra vita di ogni giorno…Oggi la tragedia è collettiva. Sappiamo allora tutti senz’ombra di dubbio, che il nuovo ordine che cerchiamo non può essere solo nazionale e neppure continentale, e soprattutto non può essere occidentale o orientale. Deve essere universale.

Albert Camus


da Albert Camus, Mi rivolto dunque siamo,  Elèuthera 2013


Albert Camus



da Albert Camus, Mi rivolto dunque siamo,  Elèuthera 2013

Commenti

Post popolari in questo blog

"...E miglia da percorrere" di Robert Frost

Francesco D'Assisi: Chi lavora con le mani, la testa e il cuore

Ennio Flaiano: C'è un limite al dolore