Virginia Galante Garrone: L'ora del tempo

Virginia Galante Garrone (1906-1998) con la nipotina Margot 
Riportiamo alcuni brani della scrittrice torinese Virginia Galante Garrone  dal libro "L’ora del tempo" (Garzanti)

L’alba

E lassù. Sulle cime, si vede alta una luce diffusa, rosa e d’oro. Il sole, dal fondo valle, non si vede ancora; ma pure c’è, presente, nella luce diffusa, che a poco a poco lambisce le piante emerse nere dalla notte, e pare  che cauto discenda, facendosi largo tra i rami e le rocce scabre

Natura e guerra

I prati fioriranno ancora, e ancora canteranno gli uccelli del cielo, perché la Natura non sa che c’è la guerra: la Natura vive.


Il fiume

Guardate il fiume che corre e non si arresta mai: è come il nostro destino, andare. Noi non la sentiamo da quassù la sua voce: ma anche il fiume, andando, canta.


Le stelle invisibili

Nel silenzio che sommerge la casa, batte la pendola i dodici colpi della mezzanotte, e fuori il capannone del Duomo pare risponderle, mentre la fiamma della stufa, di là si fa sentire a sibili e schiocchi, e si avventa per la cappa, tesa verso l’alto, al di là della nebbia, verso le stelle invisibili che vanno, come le nuvole e come il tempo, senza rumore.

Virginia Galante Garrone

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