Anna Magnani e la crisi del cinema

Anna Magnani (1908-1973)


Ho sempre respinto  i personaggi che ritengo non adatti a me. So quello che voglio o non voglio fare e perciò il più delle volte mi trovo a dover rifiutare le offerte, anche quelle allettanti, perché non m’interessano…Oggi esiste la crisi del cinema. E del resto era fatale che arrivasse. Non si può imbrogliare il pubblico per troppo tempo. A parte l’eccezione di qualche buon film, la produzione è molto scadente. E la gente, a un certo punto, reagisce con le armi che possiede…Si parla di crisi di soggetti, di idee. Ma, secondo me, non per mancanza di scrittori; è proprio il mercato che impone questa situazione. Sono stati commessi dei gravi errori. Quando si imbrocca un filone, si vuole sfruttarlo fino in fondo, in tutti i modi, con il risultato, alla fine, di produrre film insulsi e noiosi…Ho fatto cinema perché provavo un entusiasmo straordinario. Mi sentivo ispirata. Ero un po’ illusa forse. In realtà è un mestiere da matti: bisogna avere una grande passione per farlo. Ma oggi, mi sembra che il mestiere di attore si sia ridotto a una cosa piuttosto squallidina…Il teatro m’appassiona enormemente più del cinema. A furia di fare l’attrice cinematografica, a un certo punto si sente il bisogno  d’essere una cosa viva e vera a contatato immediato con un pubblico vivo e vero.
Anna Magnani

da Giancarlo Governi, Nannarella, il romanzo di Anna Magnani, Bompiani 1981

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