L'invidia per i sogni degli altri

Luigino Bruni
L’invidia collettiva verso un singolo è una grave e diffusa malattia sociale, organizzativa e comunitaria. La incontriamo tutte le volte che in un gruppo si crea una certa perversa solidarietà attraverso il processo di invidia-gelosia per una persona, che diventa ostracismo e persecuzione di quella persona da parte di tutti gli altri.
E accade (quasi) sempre che i persecutori per giustificarsi trovino delle ragioni di colpevolezza del perseguitato, mascherando a loro stessi e agli altri la sola vera ragione: la gelosia-invidia.
Non è poi raro che la prima ragione della persecuzione nasca dai “sogni” del perseguitato. Un membro di un gruppo, che si stava già distinguendo per qualche ragione, comunica – ai colleghi, ai membri della comunità – un progetto di vita, un piano di riforma, una visione più grande.
 Gli ascoltatori interpretano il “sogno”, e conoscendo le qualità del sognatore, credono che quei progetti più grandi dei loro potranno avverarsi realmente. Scatta l’invidia-gelosia (sono sorelle gemelle), e non di rado il piano per eliminare il “padrone dei sogni”.
Questo particolare tipo di invidia – l’invidia per i sogni degli altri – particolarmente subdola e dannosa si attiva per la presenza di un talento in un membro dello stesso gruppo (tutte le invidie si sviluppano tra pari) che è la sua capacità di sognare  cose grandi e di poterle realizzare….In simili processi relazionali l’invidioso è portato a interpretare  il privilegio reale  del sognatore  come una minaccia anziché come un bene comune.
Per questa ragione, questa invidia (soprattutto quando si sviluppa  dentro le nostre comunità) si cura soltanto riconciliandosi con il talento dell’altro, fino a sentirlo come nostro, di tutti.
In simili dinamiche comunitarie, la grande tentazione del sognatore è rinunciare a sognare, e smettere di raccontare i sogni agli amici. Ma se non raccontiamo più a nessuno i nostri sogni...arriva presto il giorno in cui non riusciamo più a sognare: chiudiamo gli occhi per vedere di più, e non accade nulla. Finché abbiamo qualcuno a cui raccontare i nostri sogni abbiamo ancora degli amici (l'amicizia è anche il "luogo" dove possiamo raccontarci, reciprocamente, i sogni più grandi)...Tradire o pervertire un sogno narrato da un amico-fratello è il primo delitto dell'amicizia e della fraternità...Quando l'invidia degli altri fa morire dentro di noi il desiderio di sognare, le comunità iniziano un inesorabile declino morale e spirituale.
Luigino Bruni



Da Luigino Bruni, Il dono del fratello sognatore, Avvenire 15 giugno 201

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