Nel marzo 1991 sono fuggito in Italia

Spiaggia albanese
In Albania ero professore in una scuola superiore ed insegnavo "Storia del Partito del Lavoro". Dentro di me però sognavo la democrazia e la libertà. Ma ero convinto di non poter far nulla, finché, pur sapendo il rischio che correvo, dal primo settembre 1990 ho cambiato di mia iniziativa il contenuto delle mie lezioni; invece di insegnare la storia del partito del lavoro sono passato ad insegnare la storia della democrazia.
Per questo motivo il 7 marzo 1991 sono fuggito in Italia; con grande dolore ho lasciato la mia famiglia, la mia patria, i parenti...forse potevo perdere anche la mia vita perché in quei momenti c'era molta tensione; la polizia sparava e qualcuno è morto nel tentativo di fuggire.
Ecco cosa può fare un uomo per raggiungere la libertà!
Mi sono trovato a Trento dove ho conosciuto tanti amici che mi hanno aiutato. Un nostro principio è: "I fatti sono il criterio della verità"; in questi miei amici e in tanti altri l'ho visto attuato.
Sono stato contento di essere sistemato con un lavoro e una casa proprio come un italiano. All'inizio avevo tanti dubbi nel mio cuore, perché ero straniero; invece ora anche se lavoro come commesso in un negozio di alimentari, mi sento come quando facevo il professore, non più di fronte agli alunni che ho lasciato in Albania, ma dietro al banco dei salumi, formaggi, verdure, a servire casalinghe, professori, medici, operai che vengono ogni giorno a fare la spesa.
Molti sanno che sono albanese e mi trattano come se fossi italiano.
Anch'io adesso posso cominciare a costruire quel mondo unito che sognavo, collaborando con tutti quelli che mi stanno intorno, dando il mio contributo di uomo libero

Vullnet

da "Costruire insieme un mondo unito" Atti del Convegno - Cstelgandolfo 1992 

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