Il "Cyrano de Bergerac " di Alessandro Preziosi

Alessandro Preziosi in una scena del Cyrano de Bergerac

Dopo aver portato al teatro l’Amleto di Scekespeare, ho messo in scena un altro classico: il Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand. Molti mi domandano il perché di questa scelta. Ebbene, perché credo non siano stati più scritti testi che abbiano la stessa forza prorompente e drammaturgica, la stessa freschezza che ha il Cyrano. E questo penso valga un po’ per tutti i classici. Trovo che la caratteristica del meccanismo drammaturgico del Cyrano sia la grande umanità del personaggio e della storia che viene raccontatata. Forse negli anni è stata troppo concettualizzata, a volte resa troppo semplicemente. Ho cercato come regista di fare emergere soprattutto la grande forza umana dei personaggi e del protagonista.

Cyrano è anche colui che dona il suo amore gratuitamente e non prevede neanche la possibilità di essere contraccambiato. Un amore che colora ogni sua situazione esistenziale: la messa in atto di un sotterfugio, il meccanismo della sostituzione affidando ad altri la parola… Un amore assoluto tanto che qualcuno ha anche supposto che non sia vero; un amore che fino all’ultimo viene taciuto all’amata…Cyrano, attraverso la poesia, prende le distanze dalla realtà, la distanza da quella possibilità di vivere un amore secondo modalità normali.

Penso che oggi più che mai c’è un grande bisogno d’amore, amore dato e ricevuto. Purtroppo i tempi in cui questo amore viene vissuto, consumato e liquidato sono molto rapidi. L’amore come sentimento e passione credo non manchi oggi come ieri. Manca invece la progettualità dell’amore, di un amore assoluto, manca l’amore fatto di sentimenti eterni e non solo di parole.

Alessandro Preziosi

da Pasquale Lubrano Lavadera, Preziosi: Cyrano un amore assoluto, Il Nostro Tempo, Torino, 13 maggio 2012

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