Sostegno alle famiglie di vittime di mafia


Il 21 marzo di ogni anno i familiari di vittime di mafia si ritrovano nella giornata della memoria e dell’impegno a ricordare uno ad uno i nomi e i cognomi delle vittime della criminalità organizzata in una città italiana. Portano una valigia di dolore e di coraggio per continuare a lottare per i diritti propri e delle tremila persone che in tutto il Paese vivono la loro stessa condizione.

“Il grido che abbiamo sempre colto è il bisogno di giustizia e di verità che ciascuno esprime – dice don Luigi Ciotti, presidente di Libera - . Ma io aggiungo che c’è una terza istanza da portare avanti, il bisogno di dignità…Provo una grande commozione conoscendo le loro storie, le ferite profonde e la grande capacità di mettere in gioco la vita…Per noi quelle persone non sono morte, sono vive attraverso quanti ne hanno preso il testimone e vanno in giro per le scuole per invitare le persone a mettersi in gioco, a vivere una resistenza nuova.”

Molti passi sono stati fatti dalla legislazione, ma ci sono ancora tante persone a cui è stato riconosciuto lo status di familiare di vittima di mafia, ma non è stato mai celebrato un processo, oppure è stato archiviato, eppure ci sarebbero i presupposti per una riapertura, per fare giustizia. E poi ci sono le varie legislazioni regionali che creano dei trattamenti diversi. Chiediamo che possa esserci una condizione unica per tutti e che anche i familiari delle vittime della criminalità comune vengano tutelati.


Da: Alessandra Turriti, Famiglie vittime di mafia: lo Stato faccia di più, Avvenire 28/11/2010

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