Lunghe file di extracomunitari...


Al Mercatodi Porta Palazzo a Torino

Mario Nejrotti, direttore di “Torino Medica” organo Ufficiale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino, ha pubblicato sul portale web della rivista questa lettera di tre religiose che operano a Porta Palazzo, che è la kasbah di Torino, un quartiere centrale abitato quasi esclusivamente da immigrati. La riportiamo integralmente.


In un SMS si concentra tutta l’assurdità di un “pacchetto sicurezza”… che racchiude anche noi!
Ovvero, sr Julieta da tre anni ormai in Italia, mozambicana di Porta Palazzo, nella più totale gratuità di servizio alla “Torino Plurale”, è convocata nuovamente in Corso Verona, all'alba del 4 novembre 2009, per non chiarita integrazione pratica… che sarà?!...
… Dopo una vigilia che ci ha viste, previdenti, presso l’ingessata Cancelleria della Curia arcivescovile, a raccogliere firme e timbri, garanti di autenticità, da parte di un “pianeta ecclesiastico” piuttosto griffato, che poco ci appartiene, ma che – tuttavia – nelle ridondanze burocratiche ci è necessario… ci portiamo, allo spuntar del giorno ai cancelli della Questura, di Corso Verona, sezione immigrazione.
Veramente se ne vedono "di tutti i colori", fino al colore della vergogna, che è quello della pelle di chi è italiano e quasi non vorrebbe più esserlo, di fronte a certe espressioni di volgare disumanità, di stupidità abissale, di negazione ostinata di evidenze, di orgoglio di razza che richiama altri tempi...
Nel silenzio oscillante tra rabbia e sgomento, nell’umido di un’alba resa più fredda dallo scenario circostante, dai toni espressionisti, abbiamo visto e fotografato con gli occhi, con il cuore e con l’adrenalina a mille!
Una fiumana muta, in tensione tra rassegnazione e rivolta… inquietante, forse pericolosa?!
Giovani mamme nigeriane e marocchine con piccoli intirizziti in carrozzina, fermi ai cancelli dalle 4 del mattino, marocchini e albanesi che vivono di espedienti, fino alla "vendita del posto in coda" a 50 euro, cinesi assorti dentro il loro PC portatile, che ingannano l’attesa ignari del mondo circostante seguendo film sottotitolati dai colori taglienti, anziani di ogni lingua, pazienti e rassegnati, come vecchi cani da caccia, fieri nei ricordi… giovani coppie dell'est che si scaldano reciprocamente fra baci e massaggi ai polpacci...
Poliziotti che sembrano usciti dalle tele di Grosz, con manganello in mano e forti dei segni di un potere, contro la fiumana inerme e congelata, che ha il potere del segno… sbrodolano minacce ironiche sulle espressioni sgomente di una giovane moglie filippina, appellandola "signorina" di fronte al marito italiano, che si vergogna d’esser tale…
… Tra una coppia albanese e il cinese videodipendente, due suore, di cui una "straniera", che da tre anni lavora giorno e notte, gratuitamente, per costruire integrazione con e per la Chiesa, con e per il Comune “sta”, sospesa nel mistero di una “integrazione burocratica”: ancora le viene richiesto di “lasciare le impronte”… come se non bastassero tutti i segni seminati in tre anni di strada, in mezzo alla gente… ma le “impronte” danno più garanzia dell’impronta!... della caparbia, costante, quotidiana volontà di costruire un meglio per tutti…
E si tratta di “impronte per la Scientifica”... perché presunta potenziale delinquente... tutto fa pensare...Che dire?!... oltre la rabbia, l’indignazione, l’impotenza di fronte alla stupidità?...
Contro i cattivi, ammesso che ce ne siano, si può combattere, ma contro gli stupidi, di cui l’esistenza è certa… che fare?!...
Non vogliamo cercare soluzioni preferenziali per le religiose o per la chiesa, che ben più potrebbe fare e dire al riguardo del pacchetto sicurezza, ma si vorrebbe semplicemente dar voce a chi non ha voce, denunciare la disumanità delle procedure burocratiche e la disorganizzazione, mista a frustrazione inacidita, dei nostri "sportelli amici"... dove si viene accolti da operatrici che maneggiano il tuo passaporto munite di guanti usa e getta, come tu fossi appestato e non si curano che tu, in coda magari da tre ore al freddo, se ti scappa la pipì sei costretto a farla in "cessi" assolutamente allucinanti... eppure ci siamo chieste: "qual è il luogo più infetto?"... le turche della Questura o il cuore umano!?...
... Dobbiamo poter raccontare questi flash, perché è ora che se ne parli... anche noi...
le polemiche sui crocifissi tolti dai muri non servono... le radici cristiane dovrebbero spingerci a togliere i crocifissi dalle strade!... perché Gesù Cristo... dicono, "passasse risanando"...
Con affetto e tutta la forza di un magnificat che vorrebbe realmente “abbattere i potenti dai troni e risollevare gli umili”


Le Sorelle di Porta Palazzo

Commenti

Nelly ha detto…
Sono d’accordo con questa lettera, ho sperimentato nella mia pelle cosa vuol dire essere considerata straniera e affrontare le lunghe file per aggiornare il permesso di soggiorno durante 10 anni. Ho costatato anche io cosa succede in queste code. Mi domando se la manodopera degli immigrati dovesse fermasi, cosa succederebbe in Italia. Da non sottovalutare anche il prezioso contributo dato degli immigrati come badanti, colf, babysitter, etc.
Nella
Anonimo ha detto…
PENSO CHE SIA MOLTO IMPORTANTE AFFINARE LA SENSIBILITA' DEI LETTORI SU QUESTO ARGOMENTO MOLTO SCOTTANTE AI NOSTRI GIORNI.Non è facile trasferirsi nei panni di chi soffre o subisce umiliazioni, a volte solo l'esperienza personale insegna, ma vale la pena spendere un po' di inchiostro
Anonimo ha detto…
PENSO CHE SIA MOLTO IMPORTANTE AFFINARE LA SENSIBILITA' DEI LETTORI SU QUESTO ARGOMENTO MOLTO SCOTTANTE AI NOSTRI GIORNI.Non è facile trasferirsi nei panni di chi soffre o subisce umiliazioni, a volte solo l'esperienza personale insegna, ma vale la pena spendere un po' di inchiostro
Nelly ha detto…
Concordo pienamente con questa lettera, anche io ho sofferto sulla mia pele durante 10 anni alcuni di questi disaggi. Da non dimenticare che l'Italia si fermerebbe senza le badante, le baby sitter, le colf, etc. Da non dimenticare anche gli italiani hanno vissuto da immigrati in data non lontana. Nella
Nelly ha detto…
Sono d'accordo con questa lettera, anche io ho sperimentato sulla mia pele per per 10 anni cosa vuol dire essere considerata una straniera.Da ricordate che in un tempi recenti anche gli italiani sono stati immigrati in terre lontane. Mi chiedo cosa sarebbe della nostra Italia se non ci fossero le badante, le colf, le babby sitter straniere ! Nella

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