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Visualizzazione dei post da dicembre, 2025

Natalia Ginzburg: Il Crocifisso

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Natalia Ginzburg (1916-1991) Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea di uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? Sono quasi duemila anni che diciamo “prima di Cristo” e “dopo Cristo”. O vogliamo smettere di dire così? Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo. Chi è ateo cancella l’idea di Dio, ma conserv...

Roberto Benigni, il pifferaio magico

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Roberto Begnigni (foto Ansa.it) Un momento di grande fascino quello che Roberto Benigni ci regalò ha regalato parlandoci,   per due ore di seguito, della Costituzione italiana e non solo. Con amorevole ironia egli ha voluto far precedere il suo intervento da alcune battute sulla politica italiana soffermandosi sul personaggio Berlusconi.  Qualcuno, in verità, non ha gradito questa “prefazione”, dimenticando però che Benigni, da giullare toscano quale egli è, non ha mai   smesso di “scherzare” con intelligenza mordace sulle contraddizioni dell’umanità più varia, a cominciare dai “potenti”. Dal nostro punto di vista, quello scherzare con ironia pungente, su fatti concreti   e discutibili, era una sorta di piano inclinato per predisporci con leggerezza a quanto subito dopo, con forza coinvolgente, e a tratti ancor più icastico ed incisivo ( vedi la metafora del medio evo), è andato dicendo sui principi fondamentali   della Costituzione italiana. Il suo ...

DONIKA OMARA: Aprire la nostra mente e il nostro cuore

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da destra Donika e Luan Omari con Cristina Tomellari Per avere un’opinione imparziale sulle cose, è  importante essere onesti verso se stessi. Rispettare il pensiero libero anche  quando contrasta con il tuo interesse. Poi, serve non soltanto una mente  aperta, ma anche un cuore aperto. Forse l’esempio di una madre che  assomigliava alla figura,   al femminile,   di "Padre Sergio" di Tolstoi, mi ha  insegnato a ricordare che si deve "entrare nella pelle dell’altro" per sentire ciò  che sente lui. Avremmo evitato chissà quante discordie, quante disgrazie  sociali, familiari ecc. se avessimo avuto come guida questo atteggiamento morale. Donika Omari da Elsa Demo, intervista a Donika Omari, Una classe politica senza veri ideali.

CHIARA LUBICH . "Una società senza poveri"

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Chiara Lubich parla ai giovani Riportiamo un brano di un incisivo discorso che Chiara Lubich fece nel 1991 ai gen (i giovani del Movimento dei Focolari) parlando della difficile situazione  dell'economia nel mondo: creare aziende, coperative  di lavoro per realizzare il progetto di "un'economia di comunione". Un impegno che diventa più che mai attuale e necessario oggi.   C’è una “formula magica” per realizzare questo progetto: mettere i beni in comune e non ci sarà nessun bisognoso. Cominciamo noi che conosciamo il Comandamento nuovo e così potremo offrire al mondo un modello di società senza poveri; vivremo anche noi, nel ventesimo secolo la realtà dei primi cristiani…Le aziende, le piccole industrie che sorgeranno nelle nostre cittadelle dovranno mettere in comune il loro guadagno.    Esso sarà ripartito in tre parti: la prima per far sviluppare l’azienda stessa, la seconda per i poveri della zona, la terza per la cittadella che fa capire a tutti...

Massimo Cacciari: La felicità è di tutti o di nessuno

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Massimo Cacciari Quando potremmo chiamare felice lo stato della nostra ragione?….Nel momento stesso in cui si vede la connessione tra tutti gli enti, è impossibile non ricercare anche l’unità essenziale di ogni individuo con l’altro, la prossimità che tutti li collega. Non solo per utilità, per naturale amore di sé, dobbiamo allora realizzare negli ordinamenti della città terrena l’unità del nostro genere, ma perché ce lo impone la ragione stessa. Il sapiente non può essere felice che perseguendo il bene comune, e cioè il bene dell’altro, poiché così soltanto lo collega a sé, come ha riconosciuto nel proprio pensiero la superiore unità di tutte le cose. Non per qualche buon sentimento, o perché ce lo impone qualche superiore Rivelazione, ma per la necessità intrinseca del ragionamento, dovremmo concludere che essere felici significa essere come dèi gli uni per gli altri, e che volere il male del prossimo, o invidiarlo, o anche far da spettatori alle sue sofferenze senz...

UNA SPERANZA SENZA FRONTIERE

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  Una speranza senza frontiere Di fronte alle sfide globali, agli scenari tragici che colpiscono il pianeta, alle notizie che ci  raggiungono, sembra che tutto congiuri per toglierci il respiro, oscurando l’orizzonte. La  speranza appare come un bene fragile, quasi un miraggio. Per cui appare naturale porsi  questa domanda: possiamo “sperare” ancora in uno scenario, in un futuro migliore per ’umanità o siamo condannati alla rassegnazione? In questa circostanza ci potrebbe aiutare quanto pensa il filosofo tedesco Ernst Bloch (1885- 1977), cioè“la speranza non è un'illusione passiva, ma un "sogno in avanti", un principio attivo  che anticipa ciò che non è ancora dato. È legata all'idea che il futuro sia aperto e plasmabile,  non predeterminato”1 È così che ognuno di noi “può ancora sperare”, come un sogno ad occhi aperti. Se sappiamo  guardare con attenzione, potremmo vedere l’alba di un nuovo risveglio che è già presente. La  vediamo nella passione...