In attesa del Natale



Natale: bambini di ogni età e di ogni famiglia del villaggio globale, uniamoci! Noi, però, vogliamo unirci davvero, non per conquistare il potere ma per lasciarlo agli altri, non per dominare e possedere il mondo, ma per regalarlo.
L’unica cosa che ci preme è un Natale da vivere a modo nostro, che è poi il modo di chi l'ha ideato.Tutti insieme siamo tanti, siamo forti, siamo pronti, non a vincere o morire, ma a perdere tutto ciò che agli altri interessa tanto: soldi, potere, successo. Vi lasciamo tutto, purché ci lasciate le cose sacre e non ne facciate mercato.
Abbiamo un leader che non teme confronti. Abita all'ultimo piano, (in cielo) è vero, ma un giorno - il primo giorno della sua vita - ha alloggiato in una stalla. É nato praticamente per strada e ha rischiato la pelle fin dalla prima in­fanzia.
Appena nato, è stato subito fuggitivo, profugo, emigrante sulle rive del Nilo. Sua madre, poveretta, ne ha passate di cotte e di crude per difendere quel figlio -col cuore a pezzi, anche senza capire- ma continua a ripe­tere a tutti: Fate quello che vi dirà.
Poi se n'è andato in giro per il mon­do a predicare la Buona Novella (la liberazione dei poveri). Quando parla, pochi capiscono, altri scuotono il capo e dicono: Ma non è il figlio del fa­legname?...
Se gli chiedete come trattare i nemici, vi dice: Ama­teli. Se volete un consiglio per fare fortuna, è capace di rispondere: Vendi tutto quello che hai, il ricavato dallo ai po­veri, poi prendi la croce e seguimi. Una cosa da far inorridire i consulenti finanziari di tutte le banche del mondo.
E poi « seguimi » dove? Non è ancora chiaro. Se glie­lo chiedi, guarda in alto e accenna a qualcosa di azzurro che chiama regno dei cieli. Che si tratti di un viaggio in aereo? Chissà...
Niente da fare, assicura; dopo tutto questo (SEGUIMI) diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Ma allora...
Tranquilli, con un programma così non ci fermerà nessuno, perché non ci aspettiamo niente e per questo avremo tutto. Tutto cosa? Tutto quello che ci preme, naturalmente: la coscienza pulita, il cuore in alto, la gioia di esistere e... una fama da so­gnatori.
A Natale non riceveremo regali, dividendi o gratifiche, ma vedremo le stelle sopra le luminarie e avremo la sensazione che il Bambino ci saluti dal prese­pe (quello di casa, non della TV), muovendo la mani­na, appena appena, nella sua culla di paglia.
Che altro possiamo desiderare? Addobbi, veglioni, saldi di fine stagione? No, grazie! Anzi, facciamo così, ai potenti diremo questo: a Natale tenetevi tutto, ma lasciateci sognare.
Però, sentirsi più buoni non basta, se il mondo intorno a noi ha il ruggito del leone e il sibilo del serpente. C'è bi­sogno, invece, di risposte o almeno di un'eco ai nostri buoni propositi, non per consolarci e acquietare la coscienza nella breve pausa natalizia e poi via come prima, peggio di prima.
Se tutti, o molti, sognano la stessa cosa, il desi­derio si avvera. I sogni che muoiono all'alba sono quelli concepiti in solitudine e dimenticati durante il giorno per mancanza di fatti, di concretezza, di coerenza, di condivisione.
La regola migliore, che gli acrobati conoscono a memoria, è quella di guardare in alto, puntare in alto. Guai ad abbassare gli occhi sulle cose sottostanti. Tanto più che bene e male sono già dentro di noi, ed è così difficile stare in equili­brio sul nostro stesso cuore.
Il messaggio è comunque un annuncio positivo: il bene è possibile, la speranza è certa.
Se “il Verbo sì è fatto carne ed è venuto a stare con noi” (ecco il
vero racconto di Natale), vuol dire
che vale la pena vivere come ci ha insegnato, ed anche se il mondo intorno a noi ha il ruggito del leone e il sibilo del serpente, è possibile sopravvivere serenamente e con contentezza. Basta seguire la luce come i pastori o guardare le stelle come i magi. Sognatori anch'essi, sempliciotti; come noi, del resto.
Dunque, cari ragazzi dai nove ai novant'anni, amanti della lettura e delle cose semplici e buone, siamo in ottima compagnia.

a cura di Giuseppe Gamberini

da Natale con in grandi scrittori europei, Introduzione di Giuseppe Gamberini Ed. Paoline

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