Alessandro D'Avenia: La mia esperienza di insegnante

Alessandro D'Avenia
Spesso vengo criticato per il mio ottimismo. lascio il pessimismo e il cinismo agli altri... Non sono ottimista nel senso becero di chi non vede i problemi, sono ottimista perché spero. E non di quella malintesa speranza miracolistica "che tutto andrà bene", anche senza il mio impegno. Spero perché so cosa è alla mia portata. Spero perché mi sforzo di accettare ciò che non lo è. Di ciò che è alla mia portata dovrò rendere conto, perché i talenti ricevuti vanno trafficati.
E' alla mia portata: preparare una lezione; dedicare qualche minuto ad un alunno in difficoltà fuori dell'orario scolastico; sorridere in classe evitando di far scontare i miei problemi ai ragazzi; correggere i compiti in tempo utile perché le correzioni servano a migliorare il loro lavoro; resistere e punire quando c'è da farlo; chiudere un occhio e distinguere tra persona e cosa fatta male; scambiare qualche parola con un collega stanco; proporre un percorso interdisciplinare a un altro collega la cui materia mi risulta oscura; parlare con i colleghi di ogni singolo ragazzo per provare ad attuare strategie educative armoniche e condivise; ascoltare i ragazzi e scoprire che hanno molti più interessi di quello che sembra.
Alessandro D'Avenia

Commenti

Claudio ha detto…
Sì Alessandro, questo che tu ci confidi è la VERA RIFORMA DELLA SCUOLA, la priorità assoluta... insieme certo a tutto il resto, non meno necessario, come strutture moderne, attrezzature, risorse economiche adeguate ecc. Penso, forse come te, che i valori e il sapere vadano trasmessi da chi sappia educare al dialogo costruttivo, anche critico, ma costruttivo, così da far attingere poi, i futuri cittadini, all'esperienza scolastica come fondamentale per la loro formazione alla responsabilità civile e morale mentre si accingono a costruire la (loro) storia.
Claudio Bergonzoni

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