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DINO BUZZATI: Sono pronto!

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  Dino Buzzati La mattina dell'8 dicembre 1971 lo scrittore  Dino Buzzati si rassegnò, come i medici avevano consigliato, ad entrare in clinica. Sapeva di andarci per non tornare. Da un anno ormai aveva ricevuto "l'avviso". Prima di uscire, mi racconta Almerina, la giovane vedova, percorse lentamente le stanze del suo appartamento milanese, salutò in silenzio i quadri dipinti negli anni felici, ed i molti quadri comprati che gremivano le pareti. Si avvicinò al tavolo di lavoro e su un foglio disegnò la poltrona sulla quale ora sedeva per l'ultima volta, la poltrona silenziosa compagna di anni di veglie creative. La disegnò vuota e desolata, descrivendone le familiari curve dei braccioli barocchi, dei piedi, dello schienale. La disegnò per ringraziarla. Poi sul margine del foglio elencò tutti gli amici che lo avevano preceduto... Si alzò e sussurrò ad Elmerina: "Andiamo. Sono pronto. Ricordati di evitarmi ogni dolore; il dolore non lo sopporto. A morire con di...

Arnaldo Diana: Sogno la cultura della fraternità fra tutti

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Arnaldo Diana (1932-2018) I giovani sono affascinati dalle diversità culturali e religiose. Pensano che parlarsi e conoscersi sia sempre positivo, e le differenze e diversità sono superabili con feste e amicizia…Diverso è l'atteggiamento degli adulti, specie quando le differenze sono scottanti. Il dialogo fra credenti e non credenti è spesso ritenuto impensabile. Della posizione del dialogo impensabile , che da oltre due secoli, divide l'umanità, ci attira questa spaccatura, perché noi vogliamo portare fratellanza e unità, e ci affascina la presunta   impossibilità del dialogo, che è un falso problema: la nostra esperienza di oltre 15 anni ci dice che dialoghiamo intensamente e con profitto, arricchendoci vicendevolmente. A bel guardare, ciascuna delle due culture, quella cristiana e quella della sola ragione, nel suo nucleo   centrale è universale. La fede cristiana lo è perché una sua caratteristica è l'amore disinteressato a tutti. L'autentica cultura lai...

KAPUNSCINSKI : PER IL DIALOGO OCCORRE ACCETTARE LA DIVERSITA'

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Ryszard Kapunscinski Il dialogo con gli altri non è mai stato facile né mai lo sarà, specialmente ora che tutto assume una scala così vasta, così difficile da comprendere e controllare, e che tante forze lavorano per ostacolarlo, se non addirittura per renderlo impossibile. Ma a parte questi scopi e interessi puramente politici, ideologici ed economici, esistono anche altri problemi di fondo. Uno di essi viene messo a fuoco dall'ipotesi di Sapir-Whorf sulla cosiddetta relatività linguistica. Sostanzialmente essa sostiene che il pensiero viene formulato in base alla lingua e che, parlando diverse lingue, ognuno di noi si crea un immagine del mondo personale e diversa da quella degli altri. Queste immagini non combaciano, non sono intercambiabili, Quindi il dialogo, seppure non impossibile, richiede da parte degli interlocutori un grosso sforzo, una paziente tolleranza e il desiderio di capire e di intendersi, Il rendersi conto che, parlando con un altro, abbiamo davanti qualcuno che...

Raffaele Arigliani: Ogni alunno deve sentirsi amato senza condizioni

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Raffaele Arigliani Un docente della scuola dell'obbligo mi ha chiesto cosa ne penso del carico di lavoro finalizzato al superamento delle Prove INVALSI. Ho confessato di avere molte perplessità. Educare ha la radice in educere , tirar fuori. Concetto che è opposto al "riempire di nozioni". Molti autori, tra cui Goleman, Brazelton e tanti altri hanno dimostrato come obiettivo dell'educazione sia lo sviluppo dell' intelligenza emotiva, quindi la capacità di essere in contatto e gestire con equilibrio e generosità la propria dimensione emotiva e relazionale. E' un "modo di essere" che si struttura in ragione di relazioni genitoriali e di accudimento da parte di tutti i Caregiver, che dovrebbero essere in grado di valorizzare le risorse individuali e fare sentire ogni persona "speciale", amata senza condizioni. Altri studi sui tipi di intelligenza ne individuano, a seconda degli autori, 6 o 8, evidenziando soprattutto come esercita...

Maria Montessori: Educare alla pace

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ROBERTO VECCHIONI: L'AMICIZIA

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  Roberto Vecchioni «L’amicizia in greco si dice Philia (φιλία). La Philia è un’amicizia disinteressata, cioè non è che tu ti accoppi a qualcuno perché hai qualcosa da guadagnare, non c’è utilità nella Philia greca e semplicemente perché è spiritualmente affine a te, è il completamento di te, è qualche cosa che non potevi non incontrare nella vita ed è molto di più addirittura dell’Eros (ἔρως) perché l’Eros è passione, alti, bassi, conclusioni e ritorni. La Philia invece è naturale cioè la Philia nasce e non può morire, puoi avere nuovi amici ma i veri grandi amici te li tieni sempre. L’amico è il te stesso da un’altra parte e questa è la fotografia che ce lo dimostra (l’abbraccio tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini) cioè questi due sono la stessa persona che si uniscono in un abbraccio, sono lo specchio l’uno dell’altro». Roberto Vecchioni

NESSUNO INDIETRO

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«Alcuni alunni frequentavano le lezioni saltuariamente - racconta un’insegnante. Du rante le ore libere dall’insegnamento mi recavo presso il mercato vicino alla scuola: speravo  di incontrarli proprio in quel luogo, perché avevo saputo che lavoravano lì per guadagnare  qualcosa. Un giorno finalmente li ho visti ed essi si sono stupiti del fatto che fossi andata a  cercarli personalmente e sono stati colpiti dal fatto di quanto essi erano importanti per tutta la comunità scolastica. Hanno così ripreso regolarmente a venire a scuola e davvero è stata una festa per tutti». Questo fatto esprime il valore irrinunciabile di ogni essere umano. Ci parla di acco glienza incondizionata, di una speranza che non si rassegna e della gioia condivisa che nasce  quando si restituisce la dignità reintegrando qualcuno nella comunità come persona unica e  insostituibile. Ci sono momenti nella vita in cui non tutti possiamo camminare allo stesso ritmo. La  nostra fragilità, o...