Il Complesso internazionale Gen Rosso Spesso la vita ci porta in situazioni in cui, a poco a poco e senza volerlo, ci chiudiamo in noi stessi: una discussione, le nostre certezze, il nostro ego o le nostre paure. Ma a volte basta fermarsi davanti a una domanda semplice fatta di parole semplici, per os servare impreviste possibilità di cambiamento: “Chi sei tu per me?” o, in altre parole, “Chi sono io per te?” Domande che, come dice Margaret Karram, aprono la strada a gesti concret i: “fare il primo passo, ascoltare, non risparmiare tempo, lasciarsi toccare dal dolore”1 È ovvio: se pensiamo agli altri, non pensiamo a noi stessi, né alle nostre debolezze, ai falli menti o alle ferite. Pensare all’altro ci porta a metterci nei suoi panni, in un atteggiamento di reciprocità: “come mi sentirei se l’altro mi dicesse quello che io sto dicendo a lui?” oppure “cosa posso fare per lui?” Se le nostre azioni nascono dal desiderio di mettere al primo posto il benessere...