SE TUTTE LE MAMME DEL MONDO SCENDESSERO IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA!
Da migliaia e migliaia di anni
le società sono state formate e dominate dal principio della
dominazione.
Effetto primo di tale
principio il conflitto interpersonale e i conflitti tra gli Stati regolati
dalle guerre, ritenute da millenni strumento necessario; i libri di storia ne
sono testimonianza.
Quello che è avvenuto in
Russia ultimamente è un elemento nuovo di grande forza morale che ci fa
sperare. E' infatti la prima volta che le madri scendono in piazza per
condannare apertamente la guerra. Gridano: Ridateci i nostri figli.
E ne hanno diritto,
perché la guerra - se ci riflettiamo bene - è un assurdo omicidio di massa
legalizzato. Risolvere problemi di dominazione e di aggressione mandando a
combattere milioni di uomini per uccidersi a vicenda è quando di più disumano
possa esserci.
Lo gridava con forza
nell’800 Lamartine nel parlamento francese, nel mentre sia la destra che la
sinistra lo vessavano con ingiurie calunniose. Lo hanno ripetuto nel 900 sia Igino Giordani nel palamento italiano, sia
Gandhi nella sua vilipesa India sfidando la morte, Martin Luther King, Giorgio
La Pira, Dossetti, Anna Maria Ortese, Chiara Lubich, Madre Teresa e tanti altri ancora
E oggi, dopo la forte
opposizione alla guerra delle mamma russe, è forse venuto il momento per risvegliarci e scendere compatti sulle strade
del mondo per continuare a gridare; no
alla guerra sì alla pace.
Le madri! Le madri nelle
piazze sono il segno più forte e incisivo mai accaduto prima e ci dicono che
qualcosa di nuovo sta maturando nelle coscienze. Un grazie di cuore a queste
donne coraggiose che affermano, sfidando
il carcere e la morte, il rispetto del diritto alla vita per tutti.
Se nel passato, durante
le guerre, si soffriva in silenzio nelle case con la grande paura di ricevere
la notizia della perdita del proprio figlio, oggi le mamme della Russia hanno
lanciato, con la loro accorata contestazione, un segnale nuovo, vibrante e
denso di contenuti, che ha percorso l'intero pianeta.
Insieme, con coraggio
indomito, queste mamme hanno fatto ecco alle tante voci individuali che qui e là
sono sorte in questi ultimi secoli ed hanno coralmente espresso la loro
indignazione, il loro dolore, perché hanno capito che la guerra, ogni guerra è
l'azione più abominevole che uno Stato possa oggi commettere: la vita di ogni
figlio è qualcosa di sacro che nessun uomo della terra può offendere o
calpestare.
Mio padre andò in guerra
in Albania nel 1940 perché - così aveva creduto - doveva difendere la Patria,
ma solo quando sulle montagne greche fu davanti alla morte e vide il suo
esercito distrutto privo di armi, di vestiti e di cibo, assiderato dalla neve e
dal freddo, capì l'assurdo di quella guerra nata solo per pura volontà di dominio.
La politica della guerra
è stato il frutto nefasto del principio della dominazione che ha neutralizzato
il vero principio su cui deve fondarsi una società, quello della mutualità e dell’aiuto reciproco
Gesù di Nazareth 2000
anni fa ci aveva invitati a deporre le
armi e a vivere la legge dell’amore fra
tutti, facendoci capire che la famiglia umana è una sola e che ogni uomo è
nostro fratello e, per questo fu ammazzato come il peggiore degli assassini in
croce fuori le mura. Prima di morire, però, egli pregò Dio affinché l’umanità
potesse essere, un giorno, una sola famiglia nell’unità e nella pace.
Gandhi, riprendendo il
messaggio di Gesù, ci ha insegnato che esistono altre strade, seppur
impegnative, per contrastare il potere violento e aggressivo. E anche lui ha
pagato il suo impegno per la “non violenza” con la morte.
Dobbiamo rifarci a tutti questi uomini e donne
della storia che hanno condannato l’uso della violenza e la scelta della
guerra come strumento politico e, come
hanno fatto le mamme dei soldati russi, gridare anche a gran voce: ridateci i
nostri figli, perché nessuno può avere diritto di mandare ad uccidere o a farsi
ammazzare la nostra gioventù per
risolvere le conflittualità politiche.
Così come è deplorevole e
vergognoso che nazioni democratiche continuino a produrre armi e a venderle ai
paesi in guerra.
Se tutte le mamme del
mondo e, con loro, tutti noi padri e nonni scendessimo in piazza per gridare no
alla guerra, no a tutte le guerre che insanguinano il mondo, no alla
produzione di armi, potremmo forse sperare in un’alba di pace in ogni angolo
della Terra.
E’ un sogno, ma dobbiamo
lottare perché questo sogno un giorno possa avverarsi.
Lubrano Lavadera
Pasquale
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