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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

Luigi Ciotti: VI AUGURO DI ESSERE ERETICI

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don Luigi Ciotti   Vi auguro di essere eretici. Eresia viene dal greco e vuol dire scelta. Eretico è la persona che sceglie e, in questo senso è colui che più della verità  ama la ricerca della verità. E allora io ve lo auguro di cuore questo coraggio dell’eresia. Vi auguro l’eresia dei fatti prima che delle parole, l’eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità e dell’impegno. Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri. Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è. Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa. Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie. Chi non pensa che la povertà sia una fatalità. Eretico è chi non cede alla tentazione  del cinismo e dell’indifferenza. Eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio. Don Luigi Ciotti

Jesus Moran: Venir fuori dalla "notte del dialogo"

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Direi che il paradosso che viviamo oggi è questo: l'umanità è pronta più che mai ad essere se stessa, eppure essa stessa constata la propria capacità di rispondere a questa sua vocazione. Abbiamo le risorse per "essere umanità", eppure assistiamo continuamente al fallimento di questa aspirazione.  Chiara Lubich, alla fine della sua vita, ha descritto la nostra epoca, almeno in Occidente, con la categoria di "notte culturale".  Credo che si possa dire che questa sia anche una "notte del dialogo". Ma penso che in questa notte sia nascosta una luce, cioè la possibilità di una nuova cultura del dialogo che dobbiamo costruire insieme. Jesus Moran da Jesus Moran, La mia passione, in Dialogo, Dolore e... A cura del Centro del dialogo con persone di convinzioni non religiose del Movimento dei Focolari. 2017

NATALIA GINZBURG: iL CROCIFISSO NON GENERA NESSUNA DISCRIMINAZIONE

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Natalia Ginzburg (1916-1991) “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea di uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente.  La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? Sono quasi duemila anni che diciamo “prima di Cristo” e “dopo Cristo”. O vogliamo smettere di dire così? Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo. Chi è ateo cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del

Martin Luther King: Un appello alla coscienza

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Martin Luther King   Noi non possiamo in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case nella notte, batteteci e lasciateci mezzi morti e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che noi vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria. L’amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo. Martin Luther King

Promuovere la fraternità

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    Nonostante la nostra fragilità e piccolezza, siamo chiamati ad annunciare, con la nostra vita e le nostre parole, la bellezza di poter vivere per la fraternità. Questa chiamata è personale, ma il risultato è senza dubbio migliore se lo facciamo insieme, in un gruppo. Il gruppo non sarà certamente composto da persone perfette, ma aver sperimentato la fraternità è un impulso per questo compito. Il suo successo non dipende dalle capacità personali, ma dalla realtà viva e concreta del volersi bene. Possiamo gridare l'amore che sentiamo con la nostra vita e le nostre parole, uscendo da noi stessi con coraggio e generosità, per offrire a tutti, con dolcezza e rispetto, il tesoro della fraternità che apre i cuori alla speranza. Come ci propone Chiara Lubich, si tratta di "rinnegare” noi stessi, di “diminuire” per mostrare solo amore. Un amore che crescerà se ci lasciamo guidare dalla voce della coscienza che ci parla nel nostro intimo. Se gli diamo spazio – ci dice-, vedrem