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Visualizzazione dei post da giugno, 2011

Ateismo e vita spirituale in Hilary Putnam

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Hilary Putnam è nato a Chicago, ha 85 anni ed è considerato il più grande filosofo analitico in circolazione. Da poco ha pubblicato Filosofia ebraica, una guida di vita (edito da Carocci con una postfazione di Massimo Dell' Utri e Pierfrancesco Fiorato) e già il titolo mette in chiaro che non si tratta di una ricostruzione neutra del pensiero di Rosenzweig, Buber, Lévinas e Wittgenstein, ma di una vera e propria lettura che implica una scelta di campo, un'adozione e una solidarietà intima con il pensiero ebraico. Professor Putnam da dove nasce il bisogno di misurarsi con i problemi della fede, oltretutto abbracciandone la sostanza spirituale? «È stato Kierkegaard a parlare del salto della fede, che deve avvenire solo dopo la riflessione. Io ritengo che avere una propria vita spirituale sia una benedizione, ma senza riflessione si rischia di provocare quei disturbi o malesseri che spesso accompagnano la religione». Quali malesseri? «Kant ne ha elencati quattro: fana

Ai politici eletti

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“Per favore, voi che siete stati eletti o state per diventare assessore, sindaco,governatore, ministro, dimenticate le polemiche, dimenticate le astrazioni, ascoltate la gente, studiate i loro problemi, non siate ipocriti, dite la verità, quando non sapete dite che non sapete, risolvete un problema alla volta, ma per davvero.” Francesco Alberoni da Francesco Alberoni, I guai dell'Italia sono affrontabili. Si deve ascoltare lagente e fare. Corriere della Sera 16/5/2011

"L a svolta etica della politica " di Bruno Forte

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«Ora l’attenzione di tutti è rivolta all’analisi delle conseguenze politiche, ma questo come pastore non mi riguarda. A me sta a cuore la svolta sul piano etico». E da questo punto di vista, eccellenza, che ne dice? «Che è un segnale importante perché la gente non ne può più. È chiaro che in questa vicenda ci siano segnali di insoddisfazione profonda rispetto alla scena etica e sociale del Paese. Anche se il difficile comincia adesso». Perché la gente non ne può più? «Perché è stanca della scena politica che si presenta ogni giorno. Molte cose non vanno, la situazione economica, la fatica ad arrivare a fine mese, la crisi generale, ma anche le ferite allo stato sociale, la famiglia, il lavoro, la scuola, l’educazione, la sanità, le difficoltà delle piccole imprese,insomma i problemi reali. C’è voglia di cambiamento». In che modo? «La priorità assoluta è che si faccia l’interesse dei più deboli. Non è possibile anteporre il bene privato a quello pubblico, occorre traspare