"L'esempio di Gandhi" di Chiara Lubich
Mahatma Gandhi (1869-1948) con la sua famiglia |
Gandhi ha agito, per
dare l'indipendenza alla sua patria, non solo vivendo e diffondendo la
"non violenza", ma anche - come lui stesso ha affermato -
provocando. Un esempio lo si può cogliere già da quando era nel Sud-Africa,
allorché ha voluto bruciare, ed ha invitato altri indù e musulmani a fare
altrettanto, il proprio lasciapassare, simbolo della discriminazione che
subivano. Fu percosso. Rispose con la non violenza, ma continuò a bruciare i
lasciapassare, affermando così che era arrivato un nuovo giorno: quello della
rivolta pacifica. Allo stesso modo si comportò poi durante tutta la sua vita in
India. Usò e volle fosse usata la non violenza, che gli costò bastonate,
sangue, prigione, ed estenuanti digiuni. Ma continuò a far capire, a chi allora
governava l'India, che quell'immenso paese era loro, degli indiani, giungendo
ad esempio, fino alla rivendicazione ed all'occupazione delle saline giacché,
diceva, se il mare che circonda l'India è indiano, pure il sale che vi si
ricava, è indiano.
L'esempio di Gandhi mi
ha portato a far un paragone fra la sua teoria o filosofia, il suo modo di
concepire la lotta per la liberazione della sua patria, ed il messaggio di Gesù
che, dando la possibilità all'uomo di divenire figlio di Dio, è venuto sulla
terra a condurre un'altra guerra: quella contro il vecchio mondo, contro gli
"uomini vecchi", per instaurare su tutto il pianeta il regno della
libertà e della pace vera. E mi sono accorta che, se la non violenza di Gandhi
e dei suoi era simile, almeno sotto un aspetto, al comando dell'amore,(...)
anche la sua idea e pratica della provocazione non era lontana dalla lotta che
il cristiano deve condurre per cambiare se stesso e il mondo che lo circonda.
Infatti il cristiano deve agire, anzi deve sempre reagire contro tutto ciò che
non è conforme al pensiero di Dio e alle sue esigenze sull'uomo. Così, passando
in rassegna le beatitudini, almeno alcune - viste spesso come carta d'identità
dei cristiani -, ho potuto constatare come esse si interpretino bene se le
vediamo non come regole, che possono offrire alle persone una patina cristiana
e lasciano un po' le cose come sono, ma come pungoli per un'autentica
rivoluzione. "Beati i pacifici...", ad esempio, certamente non chiede
che si stia lì in pace, senza scomporsi, ma che si sia autentici e indefessi
costruttori di pace, in noi, nei confronti di Dio, fra noi, con gli altri e fra
gli altri. Dunque che si reagisca a tutto ciò che non è pace nel mondo.
Chiara Lubich
In order to gain independence for his homeland, Gandhi acted not only by living and spreading "nonviolence," but also-as he himself stated-by provoking. An early example can be seen from his time in South Africa, when he decided to burn his pass, a symbol of the discrimination they were suffering, and invited other Hindus and Muslims to do the same. He was beaten. He responded with nonviolence, and continued to burn the passes, affirming that a new moment of peaceful revolt had arrived. He behaved In the same way throughout his life in India. He used nonviolence and wanted others to use it, costing him beatings, bloodshed, prison, and grueling fasts. But he continued to make the rulers of India understand that their immense country belonged to them, to the Indians. For example, he went so far as to claim and occupy the salt pans, saying that if the sea that surrounds India is Indian, so is the salt that comes from it.
Gandhi's example led me to make a comparison between his theory or philosophy, his way of conceiving the struggle for the liberation of his homeland, and the message of Jesus. By enabling men and women to become children of God, He came to earth to engage in another struggle: the struggle against the old world, against their "former selves," to establish a reign of freedom and true peace throughout the world. And I realized that just as the nonviolence of Gandhi and his people was similar, at least in one respect, to the command of love,(...) his idea and practice of provocation was also not very removed from the struggle that Christians must wage to change themselves and the world around them. In fact, the Christian must act, indeed must always react against everything that does not conform to God's idea of humanity and his plan for humankind. In looking at the beatitudes, at least some of them - often seen as the identity card of Christians -, I could see how they are correctly interpreted not as rules which can offer people a Christian veneer and leave things as they are, but as an inspiration for genuine revolution. "Blessed are the peacemakers...," for example, certainly does not mean standing by in peace, unperturbed: rather, we should be authentic and indefatigable peacemakers, in ourselves, toward God, among ourselves, with others and between others. We should react against everything in the world that is not peace.
Chiara Lubich
da Città Nuova 1995 n.21
Commenti
In apertura ai mondiali di calcio 2010, mi sembrava 'ad hoc' questo stralcio di riflessione sulla realtà del Sud Africa.Grazie!Mariateresa