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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Vito Mancuso: Promuovere il cambiamento personale

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Vito Mancuso «Il mondo siamo anche noi; una piccolissima parte, certo, ma non per questo meno reale, e se noi non cambiamo, il mondo non cambia; se invece noi cambiamo, cambia anche il mondo. Ogni volta che uno di noi cambia in meglio, anche le altre piccolissime parti di mondo accanto a lui o a lei potranno cambiare, e potranno anch’esse a loro volta generare cambiamento positivo accanto a loro, e così via. So bene che non è facile né molto frequente, e meglio di me lo sapeva Kant che parlava dell’essere umano come di un «legno storto», vedendovi una permanente disposizione al male che contrassegnava in termini di «male radicale», cioè che attiene precisamente alle radici. Tuttavia non disperava né faceva disperare gli altri, ma promuoveva il cambiamento personale richiamando lo splendore della legge morale, di cui affermava che, insieme al cielo stellato, non avrebbe mai finito di riempire il suo animo di meraviglia, cioè del sentimento filosofico per eccellenza». Vito Mancuso #VitoM

ANNA MARIA ORTESE: Vorrei chiedere a chiunque mi ascolti...

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  Anna Maria Ortese (1914- 1998) Vorrei chiedere a chiunque mi ascolti - aspettando risposta, naturalmente, solo nel cuore: credete davvero che la vita umana sia sempre e solo trionfo sull'altro ? che per essere contenti della propria vita bisogna aver posato il piede sul capo dell'alro? Credete che i deboli - paesi o individui - debbano essere eliminati anche se in modo indolore? Credete che zingari, poveri, pastori di greggi; che poeti, scrittori, preti e maestri non di parte o isolati, che attraversano questa vita lieti come fanciulli e vigili come madri, non servano proprio a nulla, e la vita, la società, lo Stato possano fare a meno di essi? Credete che tutte le diversità interiori - assolutamente prima delle accidentali diversità fisiche o di comportamento -  non siano...gran parte della ricchezza di un paese? Anna Maria Ortese da Anna Maria Ortese, Corpo celeste, Adelphi 1997

Maria Montessori: Il gioco per il bambino

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  Maria Montessori Altra intuizione di Maria Montessori è che i bambini sono dei grandi lavoratori. Non giocano, imparano. Sono nati per questo, per fare quello che nelle sue conferenze - usando un'espressione dell'alchimia - lei chiamerà il "grande lavoro".  Per questo, dopo essersi concentrati per ore sul materiale didattico, come isolati dal mondo, alzano verso di lei i visini sereni. Invece di essere stanchi , sono pieni di energia. Invece di aver voglia di muoversi e correre, sembrano pacificati. Hanno fatto quello per cui sono al mondo, hanno raggiunto lo scopo della loro esistenza. Se li si lascia lavorare a questo modo, diventano bambini diversi, trasformati dall'interno. E' quello che negli anni a venire Maria Montessori chiamerà "normalizzazione", un fenomeno che lei non esista a definire una seconda nascita. I bambini, messi in un ambiente adatto e posti davanti al materiale giusto, in poco tempo smettono di essere agitati e rumorosi e

Mettere in gioco la vita

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Una scena del film su Don Ciotti "Così in terra".    Le culture antiche, segnate dai tempi lenti della vita nomada e pastorale, sembrano lontane dalle nostre esigenze quotidiane di efficienza e competitivit à .  Tuttavia anche noi sentiamo a volte la necessit à di una pausa, di un luogo di riposo, dell’incontro con qualcuno che ci accolga cosí come siamo.     Abbiamo bisogno di un altro (o di altri), che sia disposto a proteggerci e offrirci rifugio; non solo, che sia capace di giocarsi per ognuno di noi. Un leader, un maestro, un vero pastore, che ci guidi non soltanto verso la verit à e venga da noi ogni volta che ci perdiamo, ma che ci aiuti nel recuperare la fraternit à fra di noi.  Cosí potremo avere la certezza di essere amati, compresi e perdonati incondizionatamente.     Ogni volta che sperimentiamo, almeno in parte, questa presenza silenziosa ma potente nella nostra vita, si accende nel cuore il desiderio di condividerla, di far crescere la nostra capacit

Loris Malaguzzi: Il bambino ha cento linguaggi

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Loris Malaguzzi (1920-1994) Il bambino ha cento linguaggi Gliene rubano novantanove. Scuola e cultura operano la scissione corpo-testa facendolo pensare senza corpo e operare senza testa mettendo in conflitto il gioco e il lavoro, la realtà e la fantasia la scienza e l'immaginazione il dentro e il fuori.                                    Loris Malaguzzi