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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Charlie Chaplin: Come creare felicità

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Charlie Chaplin in una scena del film "Il Grande Dittatore" La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha chiuso il mondo dietro una barriera di odio, ci ha fatto marciare, col passo dell’oca, verso l’infelicità e lo spargimento di sangue. Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi in noi stessi. Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’abilità ci ha  resi duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d’intelligenza abbiamo bisogno  di dolcezza e bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto. L’infelicità che ci ha colpito non è che un effetto dell’ingordigia umana… Nel diciassettesimo capitolo di San Luca sta scritto che il regno di Dio è nel cuore degli uomini. Non di un solo uomo, ma di un gruppo di uomini, ma di tutti voi. Voi, IL POPOLO, avete il p

Martin Cruz Smith: La ragazza di Venezia

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Martin Cruz Smith E’ appena stato pubblicato da Mondadori l’ultimo romanzo dello scrittore americano Martin Cruz Smith, il thriller  La ragazza di Venezia, ambientato in Italia durante l’ultima guerra mondiale. In un'interessante intervista, alla domanda del giornalista Antonello  Guerrera del perché questo omaggio letterario all’Italia, egli ha così risposto:  “Sono venuto in Italia quattro volte per scrivere La ragazza di Venezia . Parlando c on gli abitanti, ho percepito a volte un rifiuto di conoscere la propria storia, o comunque un approccio di sufficienza e acriticità. Come se fosse  qualcosa che non esiste più, che merita di essere dimenticato…E invece la Resistenza che c’è stata da voi contro Hitler e il nazifascismo, con  le decine di migliaia di vittime che si sono sacrificate, non ha avuto uguali in Europa, basti pensare alla Francia. L’Italia, con quel  suo  incredibile coraggio, dovrebbe essere orgogliosa di se stessa e di quel passato, perché l’Europa d

Sam Polk: Abbiamo tutti bisogno di sentirci realizzati

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Sam Polk Sam Polk ha scritto una sua biografia  per l’editore Scribner, For the love of money. Il settimanale La lettura lo ha intervistato. Ecco alcune  risposte inerenti alla sua vita: At 25 years of age I had a contract with Citibank. I earned almost two million US dollars a year. I thought all that money would make me happy, secure and important. Instead I felt empty. It took years for me to understand that happiness and considerations come from relationships with people we love... This desire to make more and more money has left millions of people without a job and marginalizing many of them. Greed is the cause of poverty... The responsibility for this inequality is blamed on the administrators who give very high salaries while paying very low ones to the workers. Some politicians give preference to the desires of the rich rather than to “normal” people. Mother Teresa says: we forgot that we belong to one another and this is not just at Wall Street... If we do

Incamminiamoci verso la fraternità universale!

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La fraternità allargata alla convivenza tra i popoli provoca la trasformazione e il rinnovamento non solo dei rapporti interpersonali, ma anche di quelli istituzionali e strutturali. Una nuova civiltà può nascere dalle rovine e dal fallimento di una società pervasa dai conflitti, dagli scontri e dalla difesa smisurata di interessi egoistici. Non come sogno e utopia, ma come assunzione di atteggiamenti e comportamenti che vedono nell'altro - persona, etnia, popolo - un proprio simile, rispettato nella sua dignità, cercato per uno scambio vitale di valori. Questo vale per ogni uomo, qualunque sia la sua convinzione o fede religiosa: può sempre vedere nell'altro o nell'altra  una persona da rispettare, nel riconoscimento della sua dignità. Tutti possiamo sentirci chiamati a costruire l'unica famiglia umana, la fratellanza universale. Vera Araùjo da Vera Auaùjo, Riflessioni antropologiche sulla solidarietà, In dialogo per la solidarietà, Città Nuova

Pace e sviluppo tra gli Stati: un sogno possibile?

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L'umanità necessita di un'azione politica che sul piano internazionale punti ai due obiettivi della pace e dello sviluppo con l'adozione di misure rispondenti alle necessità di ognuno, partendo dagli ultimi. Obiettivo reso più che mai necessario dalla crescente interdipendenza e mondializzazione dei problemi. Ma è necessario che il criterio della democrazia ispiri la condotta degli Stati della Comunità internazionale ed in particolare nelle strutture della Comunità internazionale e che un'effettiva cultura della solidarietà porti ogni Paese a  considerare le ansie e le attese di tutti i popoli, in maniera disinteressata. Vincenzo Buonomo Atti del Convegno "In dialogo per la solidarietà" Castelgandolfo  Città Nuova 

Tagore: Sono un camminatore

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Tagore (1861-1941) Sono un camminatore Nessuno mi fermerà: illusione sono le gioie e i dolori. Senza casa sempre camminerò; la zavorra che mi trae in basso cadrà dispersa per terra. Per la strada canto a piena voce, a cuore aperto, libero dalle catene dei desideri; attraverso il bene e il male camminerò tra gli uomini. Svanirà ogni fatica Un canto sconosciuto mattina e sera incanta l'anima. Sono un camminatore. Un mattino sono uscito a notte ancora, sopra l'oscurità,immobile vegliava una pupilla. Una sera arriverò dove brillano nuove stelle, dove olezza un nuovo profumo; dove due occhi sempre mi guardano dolcemente. Sono un camminatore. Tagore

Lascia un'impronta nel mondo

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Non devi  arricchirti.  Se hai, hai per dare. Ogni mano, per quanto piccola, lascia un’impronta nel mondo.    (Anonimo)

Joan Baez: La musica cambia la vita di chi l'ascolta

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Joan Baez durante un concerto La musica è la mia vita non solo il mio lavoro, non sarei me stessa senza la musica. Non posso fare a meno di cantare, ma è un mistero anche per me…Non scelgo le canzoni che canto…ma sono loro a cercare me, atterrano in qualche posto del mio cuore. Di certo è ancora valida la combinazione musica-politica, è quella in cui mi sento più a mio agio e che mi spinge ad andare avanti. Sono cresciuta pensando che l’unico modo per cambiare sia prendersi qualche rischio. Ora tocca ai ragazzi: loro dovranno scegliere di prendersi qualche rischio per cambiare. Sul palco accadono molte cose…Trovo che il progresso tecnologico sia importante, e penso che le nuove generazioni  debbano imparare a usare i nuovi strumenti con attenzione:  la dimensione umana non può essere  messa da parte, svalutata, specialmente quando si tratta di musica. Amo tutto quello che ho cantato: ogni canzone è stata scelta per un motivo, ognuna è stata importante. La musica cambia la vita