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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

L'amore: una roccia su cui appoggiarsi

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  Aljucer, cena di fraternità per l'Africa Quanto è attuale il bisogno di stabilità e di pace! Anche noi, personalmente e collettivamente, stiamo attraversando momenti oscuri della storia, che minacciano di schiacciarci sotto il peso dell’incertezza e della paura per il futuro. Come fare per superare la tentazione di lasciarci abbattere dalle difficoltà del presente, rinchiuderci in noi stessi e coltivare sentimenti di sospetto e sfiducia verso gli altri? Una possibile risposta è quella di "rinnovare" innanzitutto, con coraggio, la nostra fiducia che l'amore tutto   può. Siamo incoraggiati a farlo perché sicuramente a volte abbiamo   sperimentato il sostegno di una mano amica, la presenza di qualcuno che si è fatto nostro prossimo e che condivide con noi il cammino della vita anche quando diventa buio, stretto e ripido. Questa convinzione non significa restare in un’attesa passiva. Anzi, richiede di darci da fare, per essere protagonisti creativi e responsabi

DAVIDE MARIA TUROLDO: ANIMA MIA

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  Davide Maria Turoldo (1916-1992) Anima mia, canta e cammina. E anche tu, o fedele di chissà quale fede; oppure tu, uomo di nessuna fede: Camminiamo insieme! E l'arida valle si metterà a fiorire. Qualcuno - Colui che tutti cerchiamo - ci camminerà accanto. David Maria Turoldo.

DAVIDE MARIA TUROLDO: "Fratello ateo nobilmente pensoso"

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Davide Maria Turoldo (1916-1992) Fratello ateo nobilmente pensoso alla ricerca di un Dio che io non so darti  attraversiamo insieme il deserto. Di deserto in deserto andiamo  oltre la foresta delle fedi liberi e nudi verso il nudo Essere e là dove la Parola muore abbia fine il nostro cammino. David Maria Turoldo da Davide Maria Turoldo, Canti ultimi , Garzanti, Milano 1992

WISLAWA SZYMBORSKA: L'ispirazione non è un privilegio

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  "L'ispirazione non è privilegio esclusivo di poeti o artisti in generale. Ci sono, ci sono state e sempre ci saranno persone che ricevono la sua visita. Di questo gruppo di individui fanno parte quanti hanno consapevolmente scelto la propria vocazione e svolgono il proprio lavoro con amore e immaginazione. Può trattarsi di medici, insegnanti, giardinieri - e potrei andare avanti a elencare migliaia di altre professioni. Il lavoro di queste persone diventa un'avventura continua, nella misura in cui riescono a trovarvi sempre nuove sfide. Le difficoltà e le battute d'arresto non soffocano la loro curiosità, e da ogni problema che risolvono scaturisce un nugolo di nuove domande. Qualunque cosa sia l'ispirazione, nasce da un continuo "Non lo so"." Wislawa Szymborska del discorso di accettazione del premio Nobel,  

MARIO PANCERA: DON MILANI E LA SCUOLA

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Mario Pancera C'è la frase di un ragazzo di mon tagna riportata da don Milani, che dice tutto in tre parole: "La scuola sarà sempre meglio della merda". Don Milani sosteneva che tutti i poveri avrebbero dovuto imparare a leggere e a scrivere per non essere emarginati e a scavare nelle parole per evitare gli inganni del mondo istruito. E' quindi necessario "fare scuola" ogni giorno della vita. Mario Pancera [da Mario Pancera Lorenzo Milani quarant'anni di storia scomoda, Ed. Paoline]

Faruk Redzepagic: La povertà causa di tutti i mali

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Faruk Redzepagic (1945-2010) Per la gente decisa  ad affrontare la povertà come l'origine e il luogo di nascita di tutti i mali e delle sofferenze, è essenziale la consapevolezza che la povertà si sta appunto spostando dalle aree  rurali verso i centri urbani. Questo non significa affatto che si debbano trascurare  i metodi per combattere  la povertà rurale. Se il genere umano saprà e vorrà raccogliere questa sfida, riuscirà ad evitare molte prognosi nere  relative al nostro futuro. Faruk Redzepagic OPERATORE PROGETTI UMANITARI IN BOSNIA

KAPUNSCINSKI : PER IL DIALOGO OCCORRE ACCETTARE LA DIVERSITA'

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Ryszard Kapunscinski Il dialogo con gli altri non è mai stato facile né mai lo sarà, specialmente ora che tutto assume una scala così vasta, così difficile da comprendere e controllare, e che tante forze lavorano per ostacolarlo, se non addirittura per renderlo impossibile. Ma a parte questi scopi e interessi puramente politici, ideologici ed economici, esistono anche altri problemi di fondo. Uno di essi viene messo a fuoco dall'ipotesi di Sapir-Whorf sulla cosiddetta relatività linguistica. Sostanzialmente essa sostiene che il pensiero viene formulato in base alla lingua e che, parlando diverse lingue, ognuno di noi si crea un immagine del mondo personale e diversa da quella degli altri. Queste immagini non combaciano, non sono intercambiabili, Quindi il dialogo, seppure non impossibile, richiede da parte degli interlocutori un grosso sforzo, una paziente tolleranza e il desiderio di capire e di intendersi, Il rendersi conto che, parlando con un altro, abbiamo davanti qualcuno che

ANNA MARIA ORTESE: Ho finito anche di essere uno scrittore

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  Anna Maria Ortese (1914-1998) Ecco ho finito. Ho finito anche di essere uno scrittore - se mai lo sono stata - ma sono lieta di averlo tentato. Sono lieta di aver speso la mia vita per questo. Sono lieta, in mezzo alle mie tristezze mediterranee, di essere qui. E dirvi com'è bello pensare strutture di luce, e gettarle come teti aeree sulla terra, perché essa non sia più quel luogo buio e sperduto che a molti appare, o quel luogo di schiavi che a molti si dimostra - se vengono a occupare i linguaggi, il respiro la dignità delle persone. A dirvi come sia buona la Terra, e il primo dei valori, e da difendere in ogni momento. Anna Maria Ortese [da Anna Maria Ortese, Corpo Celeste, Adelphi, 1997]

CHIARA LUBICH: METTERCI A DISPOSIZIONE DI CHI E' NELLA NECESSITA'

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  Immedesimarci con i problemi e le preoccupazioni dei nostri prossimi;  condividerne il pane, le gioie e i dolori;  far cadere certe barriere che ancora ci dividono; di mettere da parte certi atteggiamenti di orgoglio, di rivalità, di invidia, di risentimento per eventuali torti ricevuti; superare quella terribile tendenza alla critica negativa; uscire dal nostro egoistico isolamento per metterci a disposizione di chi è nella necessità o nella solitudine; costruire dappertutto l'unità, voluta da Gesù. E' questo il contributo che noi cristiani possiamo dare alla pace mondiale e alla fraternità fra i popoli, specie nei momenti più tragici della storia.  CHIARA LUBICH Chiara Lubich, Parola di vita dicembre 2001

Massimo Recalcati: Non bombardate di verifiche i nostri figli

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  Massimo Recalcati «È questo il tempo dove quello che più conta non può essere il raggiungimento dei cosiddetti obbiettivi didattici ma il ristabilimento della natura aperta della Scuola, del suo essere comunità. Si tratta innanzitutto di coltivare nuovamente la fiducia nella relazione tra insegnanti e allievi. Non ha alcun senso bombardare di verifiche i nostri figli quando questo anno scolastico, come quello precedente, è stato ed è ancora appeso ad un filo, quando chiusura e riapertura si sono alternate seguendo necessariamente il ritmo imprevedibile e destabilizzante dell’epidemia. [...] È un mio accorato appello che rivolgo a loro e ai dirigenti scolastici: subordinate, vi prego, il rispetto dei programmi alla cura della relazione perché la didattica senza relazione non può esistere» Massimo Recalcati http://www.massimorecalcati.it/.../Massimo_Recalcati_-_La Repubblica   20 aprile 2021 Al link, "Tra i banchi meno programmi più umanità": l'articolo di Massimo Recal

GIANNI RODARI: PROMEMORIA

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Alda Merini: Mi piace il verbo sentire

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  Mi piace il verbo sentire Sentire il rumore del mare, sentirne l’odore. Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra, sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco. Sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore. Sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente." Alda Merini

Albert Camus: Amare l'intera umanità

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Albert Camus (1013-1960) Ci si chiede di amare o detestare questo o quel paese, questo o quel  popolo. Ma siamo in tanti ad avvertire anche troppo bene le nostre somiglianze con l’umanità intera per accettare una scelta del genere. Albert Camus

ERALDO AFFINATI: IL MERITO? NON NELLE CLASSI DELLE NOSTRE SCUOLE!

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  Eraldo Affinati IL MERITO? NON NELLE CLASSI, PERCHE' SAREBBE UNA GARA CHE ESCLUDE GLI ULTIMI. Tutti i docenti vorrebbero ottenere il massimo dai propri alunni, ma sappiamo che per farlo bisogna calcolare la stazione di partenza di ognuno...L'articolo 34 della Costituzione italiana è molto chiaro: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita..." Non possiamo riproporre l'idea di una scuola che deve scegliere i migliori attraverso prove selettiva. Fosse così, cosa faremmo con quelli che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati? Li spazzeremo via come foglie cadute dall'albero di un paese che ha i più alti numeri di dispersione scolastica? Se così fosse, la scuola diventerebbe l'ospedale che vuole curare i sani e non i malati, per riprendere la famosa espressione del priore di Barbiana. La scuola deve formare alla vita. Consegnare il testimone. Scoprire il futuro agli adolescenti ch

Claude Larrique: Essere sempre allegri

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É possibile consigliare ai nostri amici di essere sempre allegri ? Se ci guardiamo attorno, non è facile trovare motivi di serenitá, e tanto meno di gioia! Di fronte alle preoccupazioni della vita, le ingiustizie nella societ à e le tensioni fra i popoli, è gi à un grande sforzo non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento, non arrendersi, o non ripiegarsi su se stessi.  Qual è il segreto? “C’ è una ragione - scriveva  Chiara Lubich - per cui, nonostante tutte le difficolt à , dobbiamo essere sempre allegri . La seria scelta di una vita orientata verso gli altri ci conduce a ci ò poiché ci fa sperimentare la pienezza dentro di noi,  e cosí non possiamo non essere nella gioia. Allo stesso tempo, questa pienezza dá senso alla nostra vita, ci guida come una luce, ci libera da ogni timore nei confronti del passato o da quello che ci attende, ci d à la forza per superare tutte le difficolt à , tentazioni e prove che possiamo incontrare” . La gioia non è   semplice ottimi

ESSERE MISERICORDIOSI

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  L'Idea di questo mese ci invita ad essere misericordiosi. Ma che cos'è la misericordia? Chi sono i misericordiosi? I misericordiosi sono coloro che hanno il cuore ricolmo d'amore per i loro fratelli e sorelle, un amore concreto che si china verso gli ultimi, i dimenticati, i poveri, verso chi ha bisogno di amore disinteressato. E questo ci porta ad essere felici, sentirci fortunati. Questa proposta, concetto centrale nelle principali religioni o sistemi filosofici (cristianesimo, ebraismo, islam, buddismo, confucianesimo), può trasformare e rivoluzionare i principi più comuni del nostro modo di pensare. Ha la potenza di cambiare il cuore, la capacità di creare una nuova umanità, rendere possibile il sogno di un'umanità più fraterna. Allo stesso tempo, è necessario vivere la misericordia anche con noi stessi, per saperci perdonare fino a poter sperimentare un amore straordinario e sovrabbondante. La parola misericordia deriva dall'ebraico rehem , grembo mat

Ottone Rosai: Quell'ombra nascosta

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  Ottone Rosai (1895 - 1957) «Mi tortura il pensiero di quell’ombra nascosta dentro di me, che ritrovo in certi paesaggi, nelle strade, e soprattutto al fondo degli uomini. Non avrò pace finché non l’avrò imprigionata nella luce della pittura»  Ottone Rosai lettera del 1941 da Ottone Rosai, Nient'altro che un artista, a cura di Vittoria Corti Tracce Edizioni  1987

Jesùs Moran: NESSUNO POSSIEDE LA VERITA'

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Jesùs Moran TESTO IN ITALIANO INGLESE E FRANCESE Il dialogo autentico ha a che fare con la verità, è sempre un approfondimento della verità, che ha bisogno di essere contemplata. La verità non è relativa, ma relazionale, ognuno mette in comune con gli altri la sua partecipazione alla verità, che è una per tutti. Nella relazione ognuno scopre aspetti nuovi della verità, come se fossero suoi. “Relatività della verità” vuol dire invece che ognuno ha la sua verità. Per i greci – ed io mi inserisco in quella tradizione – la verità è una, quella che è diversa è la partecipazione alla verità, perché nessuno possiede la verità, è lei che ci possiede. Questo vuol dire relazionalità. La grande lotta di Socrate con i sofisti era proprio questa. Lui era convinto che la verità fosse una, il che non vuol dire che fosse uniforme, ma che tutti dovevamo partecipare con la maieutica alla verità. Quindi dobbiamo concepire la differenza come un dono e non come pericolo Jesùs Moran traduzi