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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

Imparare a fare il bene e a cercare la giustizia

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  Cosa significa imparare a fare il bene?  Nel cammino di tutti i giorni abbiamo sempre qualcosa da comprendere, perché qualcosa che sembra essere buona in realtà non sempre lo è (non sempre lo è davvero?). Per individuare il bene sono necessari la formazione costante della coscienza, lo studio, la riflessione collettiva, la comunione. D'altra parte, a volte sappiamo qual è il bene, ma non sappiamo come renderlo concreto. Tutto questo richiede impegno, pazienza e molta apertura e lavoro di squadra che ci permetteranno di migliorare e di ricominciare se abbiamo sbagliato. Cosa significa cercare la giustizia? La giustizia è come un tesoro che va cercato e desiderato.  Praticare la giustizia ci insegna a fare il bene. La giustizia è quindi la meta del nostro agire. Cercare e praticare la giustizia ci porta ad avere un amore preferenziale per i più bisognosi: gli indifesi, gli oppressi, gli orfani, le persone sole, i poveri, gli anziani, coloro che sono intrappolati dall'abuso di s

CHIARA LUBICH: DISCORSO ALL'ONU

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Chiara Lubich (1920-2008) parla all'ONU    Sentiamo di dover portare il nostro contributo anche qui, in questa “casa” di incontro tra i popoli [1]   per sostenere con un supplemento d’anima gli sforzi che si vanno compiendo per fare dell’ONU uno strumento adeguato alle attese dell’umanità. E’, del resto, ormai parte del “sentire comune” dei protagonisti della vita internazionale la necessità di rileggere il senso della reciprocità… Reciprocità che richiede il superare antiche e nuove logiche di schieramento, stabilendo invece relazioni con tutti come il vero amore esige; che domanda di operare per primo, senza condizioni e attese; che porta a vedere l’altro come un altro se stesso e quindi a pensare in questa linea ogni tipo di iniziativa: disarmo, sviluppo, cooperazione. Una reciprocità in grado di portare ogni protagonista della vita internazionale a vivere l’altro, i suoi bisogni e le sue capacità, non soltanto nelle emergenze, ma a condividerne quotidianamente l’esistenza. La p

Jean-Paul Sartre: La Vergine guarda il bambino...

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CHARLIE CHAPLIN: SOGNAVA UN MONDO DI GIUSTIZIA

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CHARLIE CHAPLIN (  1889-1977) La notte di Natale del 1977 morì, ascoltando le note dei Christmas carol, quel progressista di Charlie Chaplin. Chaplin non fu solo uno dei più importanti cineasti del XX secolo. Fu molto di più. Fu un attento osservatore dei propri tempi. Nei suoi film aveva analizzato la realtà cupa dei lavoratori, dei poveri e degli emarginati (Tempi moderni, del 1936, ne può essere un chiaro esempio) ed aveva messo in piena luce le contraddizioni della società statunitense. Benché vivesse negli Stati Uniti da molti anni e vi pagasse le tasse, Chaplin non chiese mai la cittadinanza statunitense. Fabio Casalini

PAOLO CURTAZ: Prendiamo sul serio questo Natale

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  Paolo Curtaz Viviamo come in una bolla, ormai assuefatti dalle tante notizie che arrivano dai quotidiani. Dobbiamo vivere come sempre, ci dicono i nostri governanti. Sì, giusto, abbastanza. Ma intanto la gente si arrangia, annulla viaggi, ci pensa due volte prima di partecipare ad un concerto.  E il Natale, qui? Domenica scorsa cercavo di proporre a me e a voi una cosa semplice: lasciare che sia la Parola ad interrogarci, ad illuminare, non le parole del mondo, tante, alcune azzeccate, ma molte di più quelle aggressive, urlate, giudicanti, inutili. Prendere sul serio la Parola, una volta tanto. Ce lo ha dimostrato Francesco che è andato dalle sue pecore ferite in Africa, senza paura dei lupi, non temerario od arrogante ma consapevole della verità del Vangelo. A parlare di pace, di giustizia, di solidarietà a gente che vive nella paura perenne e nella povertà. Insomma: prendiamolo sul serio questo Natale. Se ci sarà un inutile regalo in meno, qualche decibel di emozione in meno, e qua

GIANNI RODARI: I bambini sono capacissimi di fatica

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  Gianni Rodari  (1920-1980) ''In realtà i bambini sono capacissimi di fatica, di sforzi continuati, diretti a una meta: basta vederli giocare a pallone fino a quando cadono spossati, sudati e felici, o vivere e lavorare in un campeggio, o progettare una costruzione e realizzarla. Se il progetto è loro, è nato da loro, in loro, la fatica non li spaventa: e a scuola ci tornano anche volontari, dopo le ore di lezione" GIANNI RODARI

Louis Lavelle: IL FAVORE PIU' GRANDE

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Louis Lavelle (1883-1951)  Il favore più grande che possiamo fare agli altri non è quello di comunicargli la nostra ricchezza ma di rivelargli la loro. Louis Lavelle testo in francese Le plus grand bien que nous faisons aux autres hommes n'est pas de leur communiquer notre richesse, mais de leur révéler la leur. Louis Lavelle  

LE DIVERSITA'... UNA RICCHEZZA

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"La tua amicizia ha riempito di senso la mia vita. Il dolore e la gioia che ho sperimentato accanto a te sono ormai parte di me, sedimentati nello scrigno più prezioso dell'anima. Nulla è andato perduto, tutto è dentro di me come dono ricevuto...Tu aggiungeresti da Dio. ma cosa cambia? Quando ci si vuol bene le diversità di fede e di vita diventano una ricchezza. Io da laica ho sempre rispettato la tua fede religiosa e le nostre diversità non ci hanno impedito di raggiungere in alcuni momenti una profonda unità esistenziale. Ed è questa, forse, nonostante le difficoltà del tempo presente, l'esperienza più straordinaria che possiamo lasciare ai nostri amici." Juliette Bertrand a Marino Moretti da Pasquale Lubrano Lavadera, Ritrovarci nella Brasserie Lipp, IOD Editore]

ANNA MARIA ORTESE: DOVE RISIEDE LA CIVILTA' DI UN PAESE?

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Anna Maria Ortese (1914- 1998) Vorrei chiedere a chiunque mi ascolti – aspettando risposta, naturalmente, solo nel cuore: credete davvero che la vita umana sia sempre e solo trionfo sull’altro? Che per essere contenti della propria vita bisogna aver posato il piede sul capo dell’altro? Credete che i deboli – paesi o individui – debbano essere eliminati anche se in modo indolore? Credete che zingari, poveri, pastori di gregge; che poeti, scrittori, preti e maestri non di parte o isolati, che attraversano questa vita lieti come fanciulli e vigili come madri, non servano proprio a nulla, e la vita, la società, lo Stato possano fare a meno di essi? Credete che tutte le diversità interiori – assolutamente prima delle accidentali diversità fisiche o di comportamento – non siano, insieme alle macchine e a una ordinata produzione, gran parte della ricchezza reale del paese? E che un paese non sia tale, non sia un paese, se non a causa della sua lingua e dei suoi pensieri, altrimenti lo vedrem

Vito Mancuso: Quando abbiamo iniziato a essere umani

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Vito Mancuso   Il senso della vita è una costruzione. Per la precisione, è una nostra costruzione, non ancora finita e che mai lo sarà, ma che sempre avviene e si va facendo, a volte anche disfacendo. Abbiamo iniziato da bambini, non appena abbiamo percepito di essere diversi dagli alberi, dagli animali e soprattutto dagli altri esseri umani. Quando abbiamo iniziato a essere umani coltivando quella unicità e singolarità in cui consiste la più preziosa esperienza vitale, in quel preciso momento ha preso avvio la costruzione del modo con cui vediamo, pensiamo, pesiamo, soppesiamo, esperiamo la vita, e il conseguente senso che ne traiamo. Vito Mancuso   Vito Mancuso, In che consiste il senso della vita, Garzanti