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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

IL PREGIUDIZIO

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Il pregiudizio è una fretta...  che ci impedisce di ascoltare, ed è la fretta con cui noi, subito, immeditamente, cataloghiamo la persona che ci parla. Al punto che crediamo di sapere già dove vorrà parare col suo discorso. E così avviene che noi, invece di ascoltare, pur tacendo, parliamo a noi stessi di quella persona e ne parliamo indipendentemente da lei, come a noi pare e piace, e così non l'incontriamo, non l'accettiamo, non ci immedesimiamo in lei. R. Bessero Belti da "Dialogo, dolore e...: Un confronto interdisciplinare tra persone con e senza riferimento religiosi"  A cura del Centro del dialogo con persone di convinzioni non religiose del Movimento dei Focolari, Marino 2017

Frank Capra: Fermiamo la violenza!

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Frank Capra (1897-1991) “Negli anni 60 si sentiva nell’aria il cambiamento. Forse un violento cambiamento.   Forse, ancor più di prima della guerra, c’era bisogno di film che parlassero di comprensione e suggerissero a questi cuori confusi, ansiosi, arrabbiati: ‘Fermatevi!   La violenza ci fa regredire. Non cadete in preda all’odio. Non abbiate paura di amare. Avete il compito di far evolvere il mondo verso la fratellanza, la tolleranza e la pietà umana’.” Frank Capra

Claudio Magris: Quel bambino e la promessa di pace

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Claudio Magris Quel bambino non è venuto a fondare una nuova religione, di cui non c’era bisogno perché ce n’erano già forse troppe. E’ venuto a cambiare la vita, cosa ben più importante di ogni Chiesa. Indubbiamente la promessa di pace, annunciata in quella notte, è stata e continua ad essere clamorosamente smentita. E’ difficile dire se, in questo senso, abbia finora vinto o perso la sua partita. Ma è indubbio che egli abbia posto per sempre, nel nostro cuore, nella nostra mente e nelle nostre vene, l’esigenza insopprimibile di quella salvezza. L’albero di Natale col suo verde scuro di foresta, le sue candele e i suoi globi colorati non dice un’idilliaca quiete domestica, ma una speranza sinora delusa. Ma proprio perché nel mondo c’è tanta sofferenza e ingiustizia e il male così spesso trionfa, ammoniva Kant, è necessaria l’accanita e lucida speranza, che vede quanto sciaguratamente vanno le cose ma si rifiuta di credere che non possano andare altrimenti.  Claudio Magris t

CEZAR KURTI: Chi è Gesù di Nazareth per me

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Cezar Kurti (1935-2013) Sono ateo, ma ho sempre avuto un grande amore per quegli uomini che hanno indicato una strada di pace e di fraternità. Ritengo Gesù di Nazareth uno di questi uomini. Egli ha aperto nell'umanità la strada dell'amore per tutti e in mondo speciale per gli ultimi, le persone sole e abbandonate, i poveri e gli emarginati. Prorio per questa sua forte proposta ha pagato con la vita, ucciso come il peggiore dei delinquenti Cezar Kurti Scrittore e traduttore albanese

Nek: Fatti avanti amore

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Nek L’uomo è fatto per amare; la sua natura aspira a cose molto alte, nonostante noi, nonostante la nostra impulsività,   nonostante spesso non capiamo di esser pronti per fare questo grande passo… Proprio attraverso questa riflessione  è nata l’ispirazione della canzone “Fatti avanti amore”. La musica non sé solo alchimia magica ma è frutto di grande  impegno con equilibri delicatissimi; c’è l’istinto ma anche l’esperienza che ti permette di governare l’istinto. Nek da Le invasioni barbariche, Intervista a Nek di Daria Bignardi 29 gennaio 2015

Zygmunt Bauman: Cosa intendiamo per libertà?

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Zygmund Bauman (1925-2017) “Ritegno che l’idea più giusta di libertà, la sua concezione più genuina, sia quella che valorizzi, innanzitutto, il diritto di scegliere che detiene ogni singolo individuo; che consideri, in secondo luogo, l’assunzione di responsabilità delle proprie scelte e delle conseguenze che esse provocano; che comprenda, infine, la speranza che tutto ciò che queste scelte comportano produrrà un miglioramento per la società. ­Si tratta, perciò, di una concezione della liber­tà che è basata sul dare piuttosto che sul prendere, sull’aggiungere piuttosto che sul sottrarre.”   “I believe that the fairer idea of freedom, its most genuine understanding, is that which you value, above all, the right to choose which every individual holds and considers. In the second place, the taking up of the responsibility for one’s own choices and the consequences that they cause; including, ultimately, the hope that all these decisions will bring about an improvement insociety. T

Chiara Lubich: Come rapportarsi con l'altro

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Chiara Lubich (1920 - 2008) in India  nel suo incontro con i fratelli induisti Accogliere l'altro così com'è, non come vorremmo che fosse, con un carattere diverso, con le nostre stesse idee politiche, le nostre convinzioni religiose, e senza quei difetti o quei modi di fare che tanto ci urtano. No, occorre dilatare il cuore e renderlo capace di accogliere tutti nella loro diversità, nei loro limiti e miserie. traduzione inglese "Accept the other person as he or she is, not as we would like him or her to be. We cannot expect them to have a different character, or embracing our own political views, our religious beliefs, and without those defects or mannerisms which irritate us.  No, we need to open up our hearts to welcome all their diversity, expressed in limits and miseries." traduzione neerlandese De ander verwelkomen zoals hij is, niet zoals we zouden willen dat hij was, met een ander karakter, met onze eigen politieke ideeën, onze religieuze over

Luigino Bruni: I meriti scolastici causano disuguaglianze

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Luigino Bruni Sulla base dei meriti e dei voti scolastici abbiamo costruito tutto un sistema sociale ed economico gerarchico e castale, dove nei primi posti stavano coloro che rispondevano meglio a quei meriti, e negli ultimi quelli che a scuola ottenevano performance peggiori. E così medici, avvocati, professori universitari hanno avuto stipendi e condizioni sociali molto migliori degli operai e dei contadini; e oggi in questa nuova ondata di meritocrazia, i lavoratori che, giorno e notte, mantengono pulite  strade e fogne, ricevono salari centinaia di volte inferiori a quelli dei manager delle imprese  nelle quali lavorano Quel merito scolastico, che sembrava così ovvio e pacifico, in realtà ha determinati privilegi e dignità molto diversi tra di loro che hanno retto e continuano a reggere l'impianto e le disuguaglianze delle nostre società.  Se oggi volessimo spezzare la spirale di ineguaglianze e di esclusione dovremmo dar vita a politiche educative anti-meritocratich

Norberto Bobbio: Il grande pericolo della violenza

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Norberto Bobbio (1909-2004)   La violenza  genera sempre maggiore violenza. E le rivoluzioni violente uccidono i rivoluzionari e corrompono i loro ideali. I sopravvissuti  sono soltanto  più  abili nell'arte del sopravvivere. Io sostengo  che solo in una democrazia, in una società  aperta, abbiamo  la possibilità di eliminare ogni inconveniente.  Se distruggiamo questo  ordinamento  sociale  con una rivoluzione  violenta,  non solo siamo  responsabili dei pesanti  sacrifici della rivoluzione  stessa, ma creeremo una situazione  che rende  impossibile eliminare i mali sociali,  l'ingiustizia e l' oppressione. Norberto Bobbio dal libro:Norberto Bobbio, Mutamento politico e rivoluzione, Donzelli

Antoine Compagnon: Perché leggere?

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Antoine Compagnon Per me la letteratura, o la lettura,  è innanzitutto evasione, piacere, esplorazione di nuovi mondi ai quali, per quanto si possa viaggiare, non si avrebbe accesso. Quello letterario è un testo in cui non ci si sente immediatamente a casa, a cui ci si deve abituare poco a poco, fin quando non diventa familiare. Ma è anche un testo che, ogni volta che lo si riapre, comunica un sentimento di spaesamento perché si vene colpiti da altri paesaggi e si scoprono nuovi percorsi. Sì, per me i grandi libri sono degli spazi, dei mondi di cui ricominciamo ad ogni lettura a studiare la geografia o, più precisamente, la “geometria”. Perché leggere? Per vivere meglio, per amare meglio e, senza dubbio, per morire meglio. Antoine Compagnon da  Benedetta Craveri, Cara  modernità, quanto ti odio, Il Venerdì di Repubblica  22 dicembre 2017

Massimo Cacciari: La felicità è di tutti o di nessuno

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Massimo Cacciari Quando potremmo chiamare felice lo stato della nostra ragione?….Nel momento stesso in cui si vede la connessione tra tutti gli enti, è impossibile non ricercare anche l’unità essenziale di ogni individuo con l’altro, la prossimità che tutti li collega. Non solo per utilità, per naturale amore di sé, dobbiamo allora realizzare negli ordinamenti della città terrena l’unità del nostro genere, ma perché ce lo impone la ragione stessa. Il sapiente non può essere felice che perseguendo il bene comune, e cioè il bene dell’altro, poiché così soltanto lo collega a sé, come ha riconosciuto nel proprio pensiero la superiore unità di tutte le cose. Non per qualche buon sentimento, o perché ce lo impone qualche superiore Rivelazione, ma per la necessità intrinseca del ragionamento, dovremmo concludere che essere felici significa essere come dèi gli uni per gli altri, e che volere il male del prossimo, o invidiarlo, o anche far da spettatori alle sue sofferenze senz

Peppe Barra: LA TRADIZIONE DEL PRESEPE

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  L'attore Peppe Barra La Tradizione vuole che l'8 dicembre, nella festa dell'Immacolata, venga allestito il presepe. I miei ricordi più belli legati a questo giorno sono di quando ero bambino. Molte volte, durante le festività natalizie, mi incantavo a guardare il presepe di sera, al buio, quando - spente tutte le luci della stanza - si illuminava e io assaporavo quel momento... e sognavo! Una sera mi trovavo da solo, sognante, e la voce di mia madre Concetta mi riscosse dal sogno. «Peppì... ma che staie facènno sulo sulo, Iloco 'nnanze?». Le risposi che volevo sapere perché Benino, il pastorello dormiente, lo si metteva sempre in alto e sempre nello stesso posto. E mamma mi rispose: «Pecché accussì è l'usanza. Adda stà llà e basta!... È stato sèmpe accussì!». Capii, allora, che nelle tradizioni non ci sono spiegazioni. Bisogna solamente viverle, sognarle e lasciare che ti parlino con il muto linguaggio della poesia e dell'amore. Peppe Barra  

Il dolore

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Il dolore è un destino inesorabile, un'esperienza inevitabile da cui nessun essere umano può liberarsi. Pertanto dovremmo essere preparati per saperlo ricevere e non sfuggirlo cercando invano di negarlo tramite le più svariate strategie. E questo perché per superare il dolore non c'è altra strada possibile che quella di affrontarlo, guardarlo negli occhi, costi quel che costi. Eduardo Roland Eduard Roland, Un destino inesorabile, da Dialogo, dolore e...un confronto interdisciplinare tra persone con e senza riferimenti religiosi, Marino 2017

Ada Colau: In politica i soldi non risolvono le questioni

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Ada Colau La politica è fatta da persone, non è un algoritmo. Il progresso, che nasce dalla società e si riflette col tempo nelle istituzioni, ha momenti in cui si va avanti, poi indietro, pause, dubbi... Non possiamo dimenticare quello che  abbiamo detto sempre: il cambiamento reale si deve produrre nella società. Se smettiamo di lavorare nei quartieri, nella vita quotidiana, nei luoghi di vita e di lavoro, per molto che tu indovini il messaggio o il candidato, sarà sempre una vittoria effimera. Una persona o uno slogan non cambiano il paese…Bisogna difendere in senso profondo  la sovranità di tutti i popoli… Decentrare il potere; la cittadinanza deve avere l’ultima parola. Quando più si tenta di impedire ai cittadini di esprimersi tanto peggio sarà, sempre… L’eccesso di democrazia, però, è una caricatura diffusa da chi non vuole che le cose cambino. Quando parlo di sovranità della cittadinanza parlo di pratiche che la gente ha già messo in atto, non di  assemblea perm

Ermanno Olmi: Quando la scuola è un crimine

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Ermanno Olmi Il bambino è aperto al mondo e possiede, nel suo rapporto ingenuo con la vita, la felicità dell'apprendimento. Ogni volta che apprende una cosa in più, gode di questa sua conquista, e lo fa senza essere inquadrato in determinati schemi precostituiti. Ecco perché la scuola, molto spesso,  - e sono cosciente di usare un termine forte - è un crimine. Perché pone alcuni paletti che delimitano dei percorsi all'interno dei quali tu devi stare, e se ne esci sei squalificato...I bambini godono del valore della semplicità. Ermanno Olmi da Ermanno Olmi con  Marco Manzoni, Il primo sguardo, Bompiani, 2015

Marshall B. Rosenberg: la comunicazione non violenta

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Marshall B. Rosenberg (1934-2015) La comunicazione non violenta si basa su abilità di  linguaggio e di comunicazione che rafforzano la nostra capacità di rimanere umani, anche in situazioni difficili. Non contiene nulla di nuovo: tutto quello che è stato integrato nella comunicazione non violenta è già noto da secoli.  Il suo scopo è di farci ricordare ciò che già sappiamo - circa il modo in cui gli uomini sono fatti per relazionarsi tra loro - e di aiutarci a vivere in un modo che è manifestazione concreta di questa conoscenza. La comunicazione non violenta ci guida nel ripensare il modo in cui esprimiamo noi stessi ed ascoltiamo gli altri. Invece di limitarci ad avere reazioni automatiche, abituali, le nostre parole diventano risposte coscienti basate sulla solida consapevolezza di ciò che percepiamo, ciò che sentiamo e ciò che vogliamo. Siamo perciò indotti ad esprimere noi stessi con onestà e chiarezza, allo stesso tempo prestando agli altri un'attenzione ris

Antonio Borrelli: Fare molto di più per i poveri

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Antonio Borrelli e sua moglie Diana Pezza Poiché pratichiamo il non proselitismo e perché ci conosciamo tanto bene, dovremmo cercare di focalizzare il nostro dialogo sulla base di un'apertura verso i problemi del mondo, che partono dal quartiere e arrivano all'inquinamento del pianeta. Io sono contro la guerra, contro le ingiustizie, contro la fame nel mondo. Sono problemi enormi ma li voglio porre come elementi che ci devono far riflettere in questo dialogo per capire se siamo d'accordo su questi fatti. Se siamo d'accordo allora dobbiamo cercare di trovare una strategia per evitarli. Penso alla grandissima responsabilità che noi europei abbiamo, vivendo in un continente abbastanza ricco, dove la vita è agevole, di fare molto di più per altri continenti molto poveri. Antonio Borrelli

CREDERE ALL'AMORE

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        Voler bene agli altri con amore di madre significa essere così vuoto di sé, così umile e aperto all’ascolto della voce della coscienza, in modo che l’amore possa rendersi effettivo e farsi storia.       Nessuno potrà sperimentare la maternità perfetta, invece tutti possiamo però credere che l’amore è possibile rendendo feconda la nostra vita di cittadini, di genitori, di studenti, di lavoratori e politici, di giovani ed anziani, sani e malati.       Sulle colline della Terra Santa, in tempi molto vicini a noi, una madre profondamente credente insegnava ai suoi bambini l’arte del perdono e del dialogo imparata alla scuola della vita. Un piccolo segno, in quella terra, culla di civiltà, da sempre alla ricerca di pace e di stabilità, anche tra fedeli di religioni diverse.   Riferisce Margaret: “A noi figli, offesi da alcune espressioni di rifiuto da parte di altri bambini, vicini di casa, la mamma disse: “Invitate questi bambini a casa nostra”; lei stessa diede loro del pan