AFFLITTI MA CONSOLATI


La distruzione in Libano

  







   


     Chi non ha sofferto nella propria vita? E chi non ha conosciuto delle persone il cui dolore traboccava attraverso le lacrime? Oggi poi, che i mezzi di comunicazione portano nelle  nostre case immagini da tutto il mondo, rischiamo addiritura di abituarci, di indurire il cuore di fronte al fiume di dolore che rischia travolgerci.

      È importante non rimanere indifferenti nei confronti del dolore altrui anche se a noi stessi capitassero delle sofferenze, dobbiamo quindi pensare a guarire il nostro cuore dalla durezza dell’egoismo, ed a riempire la solitudine di chi soffre, ad irrobustire il nostro agire solidale.

      Ci diceva Chiara Lubich che non si tratta di indicare a chi è infelice la semplice rassegnazione, promettendo un premio futuro. Pensare anche al presente. Anche se in maniera non definitiva, infatti, la fraternitá universale è già qui. È presente in noi quando risorgiamo dopo aver subìto forse persino quasi una vera morte che ci ha sommersi nella più grande afflizione. La fraternità è dunque presente in noi, nel nostro cuore, quando amiamo. Le sofferenze possono permanere, ma c’è un nuovo vigore che ci aiuta a portare le prove della vita e ad aiutare gli altri nelle loro pene, a superarle, a vederle come un mezzo per amare.  

      È la nascita di un mondo nuovo, che risana la convivenza umana dalla radice e istaura l’amore fra gli uomini, sorgente inesauribile di consolazione per asciugare ogni lacrima.

     Così Lena e Philippe del Libano, hanno condiviso la loro esperienza con gli amici: “Carissimi, vi ringraziamo per i vostri auguri. Stiamo bene e cerchiamo di stare attenti a non esporci al virus. Tuttavia, essendo in prima fila nell’azione "Parrainage Liban"1, non possiamo rimanere sempre a casa e usciamo circa ogni due giorni, per assicurare i bisogni urgenti ad alcune famiglie: soldi, vestiti, cibo, prodotti farmaceutici, etc... Già prima del Covid-19, la situazione economica nel Paese era molto pesante e, come in tutto il mondo, oggi è peggiorata. Ma la generosità non manca: la settimana scorsa aiuti sono arrivati da un signore libanese che vive fuori dal Libano. Ha chiesto a Lena di assicurare un pasto completo, tre giorni alla settimana, per dodici famiglie per tutto il mese di aprile”. Una bella conferma che quando ci diamo da fare, l’amore che mettiamo suscita ancora più amore.

CLAUDE ERRIQUE E IL GRUPPO DEL DIALOGO DELL'URUGUAY

1L’azione "ParrainageLiban", spiega Lena, è nata nel 1993 da un gruppo di famiglie che hanno voluto aiutare una mamma con cinque bambini che aveva il marito in carcere. Fino adesso abbiamo aiutato circa 200 famiglie di tutto il Libano e di tutte le religioni. I nostri collaboratori sono impegnati in vari modi per riportare le famiglie all’autonomia: con visite domiciliari, ricerca di alloggio e lavoro, aiuto negli studi. Siamo sostenuti economicamente da un centinaio di persone e di aziende che credono nella nostra azione. 

Commenti

Anonimo ha detto…
ma che bell'idea! una sorpresa. Mi auguro che in risposta siano raccontate tante esperienze .

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